Flavio Mattavelli

For the English version see complex links.htm

Links generali al Marginella glabella etc. Complex.

Studio iniziale di Marginella (kl.?) pseudoglabella Mattavelli, 2018  e Marginella (kl.?) pseudoglabella lellae Mattavelli, 2017.

Prefazione.

Le categorie biologiche di “specie”, “varietà” e “klepton” sono trattate alla pagina Specie/klepton.

Questa pagina di Links nacque prima del 2006, come elenco di collegamenti a siti Web trattanti soltanto l’allora nuova specie M. pseudosebastiani Mattavelli, 2001= P.

Nel 2017 prevalse in me la scoperta di M. (kl.?) pseudoglabella = L.

La pagina divenne un concentrato di riferimenti perlopiù solo ad L, riferimenti riportati nel seguito, principalmente a partire dal capitolo Nuova categoria biologica (L) nel M. glabella Complex, appunto per le ipotesi fatte nel 2017, mentre la nuova “specie” venne definita sulla rivista MMM nel 2018.

L’esistenza degli insolitamente grandi morfi di M. (kl.?) pseudoglabella Mattavelli, 2018 e poi di M. (kl.?) visayae Mattavelli, 2021, sconvolgono la struttura del Complex di M. glabella Linneus, 1758-1767, che è la specie tipo del Genere Marginella.

Tale “Genus” verrà spesso indicato con l’abbreviazione M., tuttavia altrettanto spesso le sue “specie/klepton” sono indicate soltanto tra virgolette, senza l’indicazione del Genere, contraddicendo così per semplificazione ad una fondamentale norma tassonomica, tuttavia si tratta sempre dello stesso Genere Marginella.

Per la massima abbreviazione, ho usato ed userò talora una scrittura sintetica a sigle specifiche monolettera, per le quali considerare le sigle maiuscole normali alla stessa stregua di quelle maiuscole in corsivo e/o in neretto, mentre ho cercato di scrivere sempre in corsivo tra virgolette i nomi estesi delle specie/klepton, anche se non nego che qualche nome possa essere sfuggito a tali norme interne. Per l’elenco di tutte le sigle vedere l’Appendice all’articolo M. sebastiani.

 

L'originale specie di Linneo, considerata sempre "vera glabella = G”, specie alla base del Complex di “specie” simili e simpatriche dell’Atlantico orientale del West Africa, dal Marocco alla Guinea, deve essere affiancata almeno da una nuova categoria biologica separata, ambigua per la scienza, cioè affiancata almeno o da una nuova specie biologica “sorella”, oppure da un nuovo klepton, in morfi denominati "pseudoglabella", aventi sintipi riconosciuti come di una vera “specie” nel 2018, ma già definiti nel 2017 nel presente articolo (e “specie” avente altri morfi già ipotizzati pseudoglabella” nel 2014).

 

Inoltre il discorso è un prologo all’introduzione di una presumibile altra nuova “specie” Marginella (kl. ?) visayae Mattavelli, 2021, sigla V, già supposta nel 2018.

 

Per evidenziare l’ambiguità della nuova categoria klepton talora scrivo tra virgolette il termine “specie”, ed i termini correlati, come le loro “varietà”, che potrebbero essere o varietà di specie, o varietà di klepton, trascurando i possibili veri ibridi sterili occasionali tra 2 diverse vere specie.

Potete vedere la mia prima ipotesi di esistenza di molluschi klepton nella rivista Malacologia Mostra Mondiale, n° 70, febbraio 2011. Ringrazio i Sig.ri Cossignani della Mostra Mondiale di Malacologia - Cupra Marittima (http://www.malacologia.org/ oppure http://www.malacologia.it/ per la pubblicazione colà riguardante la supposta Marginella klepton pseudodesjardini (Le Béon 2008) Mattavelli 2011, oggi riconosciuta come specie M. pseudodesjardini Le Béon 2012.
Per le ipotesi di esistenza di klepton tra le specie M. pseudosebastiani, sebastiani, glabella, desjardini, pseudodesjardini & pseudoglabella vedere la pagina riassuntiva http://www.pseudospecie.it/Altriklepton.htm, sebbene ancora non vi si accenni a “visayae”.

Un sommario fu pubblicato nella rivista MMM, n° 74, febbraio 2012, ma il concetto di tali klepton fu raffinato nel 2014 & 2017 nella mia suddetta pagina Internet.

Le percentuali indicate, nella conclusione dello stesso articolo Web “Altri klepton nel Marginella glabella Complex?”, devono però essere di nuovo cambiate per l’introduzione della supposta “specie” M. (kl.?) visayae, 2018, divenuta “specie” in cartaceo del 2021.

Fossili.

Qui non ho considerate le marginelle fossili del Complex in questione.

Riporto però il sito di Maurizio Forli: http://www.dodoline.it/ .

Il sito non è specifico sui fossili, ma Forli è coautore, insieme a Bruno Dell'Angelo, della specie Marginella misae, fossile del Pliocene italiano, e non solo (Bollettino Malacologico SIM, n° 36 (5-8), 2000, pagine 93-98). 

M. misae è sicuramente un’antenata di M. pseudosebastiani, pseudoglabella, etc.

 

Links ad alcune Marginella non fossili del Complex di G.

 

 Marginella pseudosebastiani links.

A sinistra Marginella pseudosebastiani, recto e verso, 64 mm, syntipo di taglia maggiore, nella collezione Mattavelli, (immagine di Eddie Hardy). I syntipi sono in parte ancora nella collezione Mattavelli.

Potete trovare una descrizione in inglese nella pagina Statements on the Complex, with particular reference to M. sebastiani.

Un lectotipo di 55 mm di lunghezza fu deposto al Museo della Mostra Mondiale di Malacologia di Cupra Marittima (Ascoli Piceno, Italy).

Ringrazio I Sig.ri Cossignani per la pubblicazione della nuova specie sulla rivista MMM, settembre 2001, n° 34.

"pseudosebastiani" è notificata nello Zoological Record, basato sullo ICZN (Codice Internazionale di Nomenclatura Biologica), vedere ION (Index to Organism Names), oppure WoRMS (World register of marine species).

Ringrazio anche tutti coloro che mi hanno scritto privatamente sull’argomento prima della pubblicazione. Alcuni hanno contribuito alla diffusione della conoscenza di “pseudosebastiani” sul Web.

Nel giugno 2001 inviai una "Comparative description" al sito http://www.seashell-collector.com (France), di David Touitou. Questa descrizione con la foto di un sintipo, 47,3 mm di lunghezza, rimase sul sito di Touitou per 2 anni. 

L’esistenza della nuova specie fu percepita nel 1995 e accennata on line nel 2000 nel sito SIM (Società Italiana di Malacologia) e CONCH-L. Invero queste prime notizie rimasero non evidenziate, ma furono nei corrispettivi BBS archive (SIM 22/04/00) e mailing list (CONCH-L, September 2000, week 2).

 

 

http://www.pseudospecie.it/pseudoglabella_file/PICT0006.JPGhttp://www.pseudospecie.it/pseudoglabella_file/PICT0007.JPG Marginella pseudoglabella links.

La nuova “specie L” (a sinistra esemplare 50,1 mm) è stata definita in MMM n° 99, aprile 1918 (pag. 29/30) ed esiste uno studio definitivo e comparato, cui rimando.

 

Per l’identificazione iniziale di "pseudoglabella" vedere nel presente articolo, in particolare le implicazioni a fondo pagina (La bocca della verità) e le Note riguardo alle "lamarcki cfr." del sito Conchology, Inc., esemplari che ho assunto come sintipi di “pseudoglabella”.

Siccome il discorso si trascina dal 2014, troverete qualche riferimento a tale anno ed al 2017, ma M. pseudoglabella, intesa nuova specie, andrebbe esclusivamente riferita a partire dall’aprile 2018.

Nell’articolo Nuovo sguardo ai mondi di Marginella glabella e pseudoglabella (2017) ho approfondito le loro correlazioni, ipotizzando anche che alcune forme color bordeaux, ritenute in passato forme di M. glabella, sono invece forme di M. pseudoglabella, perlopiù giovanili.

I morfi delle “pseudoglabella” adulte e giganti non sono comuni, ma nemmeno rarissimi, sono abbastanza diversi tra loro, ma inquadrabili nella stessa popolazione morfologica. Le foto di molti esemplari di "pseudoglabella" sono sparse nei numerosi siti Web di Dealer che si occupano di marginelle, con errate denominazioni di identificazione, cioè talora come P, talora come S, talora come I e talora come G, simboli secondo la scrittura sintetica di seguito proposta.

 

A fianco dei links generali dei siti Web di seguito consigliati, ho aggiunto, ove presenti, le errate denominazioni di per me L, tramite il richiamo: (*sigla sintetica*), riferito alla presenza di foto di L nei singoli siti Web linkati, però colà L erroneamente indicata come la sigla sintetica racchiusa negli asterischi.

 

Addirittura qualche L potrebbe essere confusa oggi pure con V, ma di ciò non ne ho tenuto conto. Nella presente pagina non tratto dettagliatamente i numerosissimi morfi di V = “visayae” e ricollegabili, per i quali rimando alla pagina aggiuntiva inerente T, E, V.

 

Links riguardanti soltanto le marginelle P, S, G, L & I, trascurando la “specie” V.

Talora esiste il richiamo “cfr. = da confrontare con” (oppure viene usato anche “cf.”, nell’identico significato = da confrontare con il nome posto accanto al richiamo).

 

P = Marginella pseudosebastiani Mattavelli, 2001

S = Marginella sebastiani Marche-Marchad & Rosso, 1979

G = Marginella glabella Linneus, 1758-1767

L = Marginella (kl.?) pseudoglabella Mattavelli, 2018,

L da considerare con la sua probabile “varietà” E = Marginella (kl.?) pseudoglabella lellae Mattavelli, 2018

I  = Marginella irrorata Menke ,1828,

I da considerare con la sua probabile “varietà” T = Marginella irrorata pseudoirrorata Mattavelli, 2017 

 

Alcuni siti Web hanno un eccellente elenco di collegamenti generali e molte immagini di marginelle, sebbene talora non contengano immagini identificate esattamente per tutti gli esemplari di P, S, G, L e I. L'identificazione delle marginelle non è sempre corretta neppure nelle aste online, ma le aste possono essere molto interessanti, per la presenza talora di esemplari fuori dal comune.

Le mie osservazioni (*…*) si riferiscono esclusivamente alla presenza di immagini di per me possibili reali L, chiamate però “erroneamente” dai Dealer nei loro siti, con diverse inconsapevoli denominazioni per me “errate”, quelle appunto messe tra parentesi.

Quando mancano (*…*) significa che la presenza di L mi è perlopiù sfuggita, ma i siti citati sono ugualmente consigliati, per qualità di informazioni ed immagini, nei riguardi delle altre specie P, S, G & I, perlopiù giustamente identificate, soprattutto in ricollegamento alla definizione della specie P, che non nego mi interessa particolarmente e per la quale era originariamente nata questa pagina di links.

In origine nell’elenco che segue c’era anche il collegamento a MALAKOS, Andalucia, Spain, di Alfonso Pina, ottimo sito scientifico con lista completa dei Marginellidae, sito che purtroppo oggi non appare più raggiungibile. Anche l’interessante sito FIRAMA, sito USA di Firman Liu, oggi non è raggiungibile; noto che avevo riportato la foto del suo esemplare n° 1488, in Statements of the "complex", 2004, Geographic exceptions.

Il sito Web di Eddie Hardy si chiamava Gastropods.com. Era un grande sito amatoriale con ottimi riferimenti (nel 2004 > 23930 taxa, 8634 illustrati, con 18779 immagini). Includeva la foto del mio esemplare record, sintipo di P, 64 mm lunghezza, come all’inizio del presente articolo. Il sito Web di Hardy ha poi mutato URL in https://conchology.be/?t=261 cioè ora fa parte del grandioso sito dei Sig.ri Poppe, vedere avanti.

http://www.shellauction.net (Italy), eccezionale asta di Alessandro Petronzi e Claudio Pirazzini, con Dealers da tutto il mondo.

http://www.seashell-collector.com/ di David Touitou.

http://www.shelldimension.com, Shell Directory, Sea Shell Guide del Dealer Fulvio Ferraiolo.

https://www.nmr-pics.nl , Museo di Storia Naturale di Rotterdam.

https://bishogai.com/staff.html (sito Micro Shells BISYOGAI, Japan), di Machiko Yamada, con immagini di numerose Marginella pseudosebastiani.

www.femorale.com.br (FEMORALE), molto ampio e buon sito brasiliano, con molte foto specifiche, tra cui anche ritengo L (*P*).

http://www.deepnreef.com (Deep'n Reef Shells, Portugal), di Paulo Granja, un sito esperto e specializzato in conchiglie del West Africa (*cfr. P*).

http://www.atollseashells.com (ATOLSEASHELLS, Portugal) di Gonçalo Rosa, un altro esperto e specializzato sito (*S, G, cfr. I*).

http://www.shellspassion.com (SHELLS PASSION, Mougins, France) di Philippe Quiquandon (*G*).

http://www.topseashells.com di Michel Jourdan, Philippines (*G*).

http://www.conchology.be/ di Guido & Philippe Poppe, Philippines. Contiene la Sezione Available Shells & Encyclopedia, con un enorme numero di foto di marginelle, tra le quali sono arrivato alla scoperta di L (*G, I, "lamarcki cfr."*). Successivamente sono arrivato anche alla scoperta di “visayae

http://www.jaxshells.org/reverse.htm (USA), di Harry G. Lee. La sezione Reverse Coiled Gastropods, votata alle conchiglie ad avvolgimento sinistro, contiene la foto di 2 esemplari intermedi tra S & P. Entrambi gli esemplari furono chiamati M. sebastiani. A mio parere invece almeno una conchiglia è M. pseudosebastiani, escludendo che si possa trattare di ibridi, o klepton, PXS.

Per avvolgimento normale (o destro) s’intenda che la spirale della conchiglia sale verso destra, guardandola sia con l’apice in alto, che in basso, come guardando il filetto di un bullone commerciale.

Alla destra nella foto, nell’esemplare ad avvolgimento normale, le caratteristiche sono quelle di una Marginella pseudosebastiani.

L’esemplare proviene da Nouakchott, Mauritania, reti a strascico 200-300 m.

 

Invece le caratteristiche sono più di S che di P nella conchiglia all’estrema sinistra, che ha un avvolgimento sinistro, cioè contrario al normale.

Penso che potrebbe essere anche un ibrido S/P, ma opterei per una vera S sinistra. Il profilo della conchiglia ed il labbro esterno hanno le caratteristiche di P, ma le macchie chiare sono troppo grosse, caratteristiche di S. Inoltre mi appaiono poche grossolane fiamme subsuturali, mentre quelle di P sono più numerose e sottili. L’esemplare ad avvolgimento sinistro proviene da Cayas (= Kayar?), Senegal, 80-100 m di profondità.

 

Dati da Al Deynzer, Showcase Shells, comunicati da Harry Lee. Sembra che le macchie si ingrossino muovendo dal Nord Africa verso Sud ed insieme salendo in profondità marina, tuttavia né la profondità né la latitudine mi appaiono significative.

In entrambi i casi sono presenti le fiamme assiali subsuturali bianche, che sono caratteristiche di P. La tipologia di flammule è un fattore discriminante tra P & S. Vedere anche nell’Atlante altre foto utili per la distinzione tra P & S.       

http://www.alboranshells.com (ALBORAN SHELLS, Malaga, Andalucia, Spain), di Marthe Bellocq e Franco Gubbioli, sito che nel 2001 pubblicò 4 significative immagini di 2P + 2S (sotto riportate con rif. Gubbioli), conchiglie inerenti la distribuzione geografica e la distinzione morfologica tra P & S. Inoltre vedere avanti le probabili implicazioni di P & S con G, inducenti alla morfologia di L. (*G*).

 

 

Analisi di P verso S

Sotto a sinistra 2 conchiglie di P, 40 e 50 mm di lunghezza, provenienti dalla "Mauritania", vedere la Distribution. (foto rif. Gubbioli).

Si tratta di 2 “quasi tipiche” Marginella pseudosebastiani Mattavelli 2001 = P.

Penso che la foto sia più colorita della tipica colorazione di P, che è più chiara. Anche i puntini chiari sul dorso delle conchiglie P "quasi tipiche" sono raramente allineati come nei 2 esemplari in esame, che tendono a sconfinare nella morfologia di alcune "lumperia", pur restando sempre buone "pseudosebastiani" quasi tipiche.

 

 

  Altra M. pseudosebastiani quasi tipica, esemplare provenienza Mauritania, lunghezza 55 mm (foto Alboran Shells).

 

Indi è rappresentato un esemplare di M. pseudosebastiani con spira apicale “freak", Mauritania, lunghezza 42 mm (Alboran Shells).

 

    

 

  Esemplare "quasi tipico" di Marginella sebastiani Marche-Marchad & Rosso, 1979, lunghezza 53 mm, provenienza "Guinea" (foto Alboran Shells).

 

Seguono due conchiglie, 56 e 54 mm di lunghezza, provenienti dalla “Guinea” (foto rif. Gubbioli). Sono “quasi tipiche” Marginella sebastiani Marche - Marchad & Rosso 1979 = S.

La colorazione è quasi tipica di tale morfologia di “sebastiani”, ma esistono S anche meno colorate ed invero anche altre di forma diversa, colore in generale tendente al rosso “pompeiano”, più tozze e dentate sul margine degli esemplari adulti (varietà denominate “lellia”, vedere S lellia nell’Atlante, o meglio, per una trattazione dettagliata, vedere l’articolo Marginella sebastiani nelle sue 5 varietà principali).

 

 Confronto con G.

Nel Marginella glabella Complex il primato della variabilità spetta a M. glabella, tuttavia nel gruppo S, P, G, I, L e V le forme intermedie sono assai numerose, pur senza far credere che si possa trattare di un'ipotetica unica superspecie/superklepton.

 

  Notare la puntinatura impastata di una "quasi tipica" Marginella glabella Linneo, 1758 = G, West Sahara, 34 mm di lunghezza (foto Alboran Shells), puntinatura non impastata in S.

Notare anche la differenza tra le pendenze dalla spalla, sotto la sutura dell’ultimo giro: guardando dalla spalla verso l’apice la pendenza è maggiore che verso la testa del mollusco (testa in basso nella foto), ma in G, guardando verso la testa, la pendenza in G è minore della pendenza di S verso la testa, perché l’apertura in S è più allungata verso la testa della conchiglia.

Invece in corrispondenza dell’apice l’angolo di cuspide è abbastanza aperto sia in S che in G, che anche in P, L, V, angolo di cuspide circa 80°.

G è una specie talmente variabile, da essere molto difficilmente tipizzabile.

Per una trattazione dettagliata di G vedere l’articolo Revisione di G.


Nuova categoria biologica (L) nel M. glabella Complex.

Questo è un articolo preliminare aggiornato al 2017, con note di coordinamento del 2020, ma senza una revisione totale.

 

Implicazioni di P & S con G, inducenti la morfologia di L.

Le differenze morfologiche di G sono evidenti rispetto alle P & S quasi tipiche, e sembrerebbe così anche per tutte le 4 conchiglie a lato, proposte in Alboran Shell tutte come G, West Sahara, da 33 a 39 mm di lunghezza.

Le prime 2 conchiglie in alto potrebbero essere G quasi tipiche; la terza, quella in basso a sinistra, più lunga, potrebbe essere una forma leucistica, definibile G albida.

 

Nel caso del quarto esemplare in basso a destra, lungo circa 36 mm, dissento dal sito di Alboran Shell.
In passato erano confluite in G molte varietà che adesso ho ritenuto di separare, almeno per chiarezza di riferimento. Credo tuttavia che esista in realtà una vera differenza biologica.

Nel luglio 2017 avevo chiamato, solo il morfo lungo 36 mm, “pseudoglabella”, morfo inteso come categoria distinta a sé stante, ma purtroppo confondibile con G atipiche, ed anche soprattutto con P, meno confondibile con S e con I.

Però, per via della spallatura diversamente angolata della conchiglia delle vere L (v. avanti), il quarto morfo in basso a destra è pendente come in G, pertanto sarebbe meglio definire tale esemplare "pseudoglabella cfr.", anche perché presenta flammule pseudosebastianiche.

L’esemplare di “pseudoglabella cfr.” mi appare più allungato delle altre 3 G, precisamente con il margine della bocca più allungato di quello delle altre 3 conchiglie reputate “vere G”, cioè allungato come quello delle L. Potrebbe trattarsi anche di un ibrido, o klepton imprecisabile, forse LXP, o EXP? LXI, o EXT? LXG, o EXG?

 

Alcuni dubbi saranno chiariti alla pagina Nuovo sguardo ai mondi di Marginella glabella e pseudoglabella, aggiornamento settembre, 2017, tuttavia lo studio del Complex continua alla pagina Marginella (kl.?) visayae 2018, in particolare per la “varietà” di L chiamata “lellae” = E (v. colà le Fig. 1 & 2, delle quali la Fig.2 verrà avanti ricopiata per comodità. L’esemplare lungo 52,5 mm è intendibile anche come “pseudoglabella cfr.” = E.)

 

Intuizione dell’esistenza di di "pseudoglabella" = L

Il Complex è apparentemente quasi inestricabile riguardo all'appartenenza biologica dei singoli morfi, mentre sono distinguibili, talora con difficoltà, diverse tipologie morfologiche, come per esempio appunto "pseudoglabella cfr.".

Per me "pseudoglabella" significa una serie di morfi difficilmente tipizzabili, tuttavia appartenenti ad una nuova “specie” assai variabile.

I puntini chiari sono perlopiù un po' retinati, come nel caso dell’esemplare “pseudoglabella cfr.” suddetto, con i puntini regolarmente tutti separati tra loro, ma in altri esemplari, che poi dichiarerò sintipici, i puntini spesso si impastano, rendendo caotica la retinatura, v. avanti alla Nota riguardo alle "lamarcki cfr.", poi dichiarate vere L.

L'allungamento totale conchigliare medio di L (= 1,91) può divenire come quello di P (= 1,96) & S (= 1,84), o meglio diciamo che è in media un allungamento intermedio tra S & P, con la bocca poco più allungata di quella di G, che ha un allungamento totale medio 1,69. 

La conchiglia di L talora può essere meno allungata di S & P, appunto quasi da essere scambiata per M. glabella, rispetto alla quale è però sempre più allungata ed in maggioranza più grande.

Esistono dei morfi che spesso sono allungati come S e hanno quasi sempre la forma conchigliare di P, ad es. foto immediatamente sotto, esemplare più grande, lungo 52,5 mm, con caratteristiche morfologiche abbastanza tipiche, da meritarsi la qualifica di “lellae” = E, che verrà poi intesa come una varietà di L nella pagina “visayae”.

 

 

Avanti si vedrà che gli esemplari ex "lamarcki cfr." di Conchology, Inc., che per me saranno tipici di L, hanno in realtà la spira apicale poco più allungata dell'esemplare 52,5 mm di lunghezza.

La somiglianza di L con G nella maggioranza dei casi è forte (vedere avanti il capitolo La bocca della verità), ma la puntinatura e talora l'allungamento può sconfinare nella morfologia di P, senza apparire proprio P (e nemmeno senza apparire S, che invece ha i puntini chiari molto più grandi e meno numerosi).

 

La tipologia dei puntini di L, precisamente nella “varietà” E, richiama anche quelli di Marginella irrorata = I var. "pseudoirrorata = T", come nella stessa foto soprastante, piccolo esemplare 23,5 mm di lunghezza.

Non escluderei per L la possibilità di un'ibridazione multipla G, P, S, forse ibridogenetica (v. klepton), magari addirittura potrebbero esserci collegamenti con la biologia di Marginella irrorata pseudoirrorata. Però per il momento non considerare la T = 23,5 mm, della quale scriverò più avanti.

 

Pertanto la dubbia identificazione di L mi appare controvertibile, ed infatti talora L viene indicata in alcuni sopracitati links (e da altre fonti) con i nomi "errati" di S o P o G o addirittura M. irrorata gigas (?), a parte l'identificazione con le "lamarcki cfr:" della successiva Nota riguardo alle "lamarcki cfr." del sito Conchology, Inc..

Tra alcuni Dealer è abbastanza comune indicare alcune vere G "erroneamente" come "irrorata gigas", tuttavia esistono delle I veramente giganti, ed anche delle G veramente nane. Resta da stabilire quante di queste indicate I giganti possano piuttosto essere in realtà L, anche senza entrare nel merito delle conchiglie nane o giovanili.

Oltre a ciò, soprattutto alcune “irrorata gigas” sono invece Marginella visayae.

La confusione maggiore riguardo a L rimane perlopiù lo scambio di denominazioni tra G giganti & P, ed in misura minore permane la confusione con S, I e V.

 

Marginella glabella cfr. 38 mm.           

Potete pensare che l’esemplare di 38 mm sia un'ennesima varietà di G (ma notare che ho scritto cfr., cioè da confrontare con G) oppure pensare che sia una varietà di E, invece è probabilmente una varietà di “visayae” **.

 

Infatti potete anche pensare che E sia una varietà di P, o una di S con i puntini piccoli e numerosi, od ancora una grande G gigante. Queste ultime 3 identificazioni mi appaiono tutte sbagliate riguardo all'esemplare di 52,5 mm, che meriterebbe invece una separazione o proprio specifica, cioè di E = specie nuova, oppure meglio intendibile E come una “pseudoglabella cfr.“ da confrontare con la nuova “specie L”.

Nel caso di E le flammule subsuturali non sono da P tipica, i puntini sono troppo piccoli e numerosamente retinati per essere di una S ed il suo allungamento conchigliare totale (1,78*) non è da G, mentre l'allungamento boccale (1,28*) rientra stranamente negli allungamenti delle G.

*Per gli allungamenti scheletrici delle conchiglie vedere avanti il capitolo La bocca della verità.

 

**Dunque l’esemplare “glabella cfr.” 38 mm, in un primo tempo ritenuto una varietà di E, essendo E probabilmente una varietà di L, probabilmente non essendo lui una varietà di L come verrà avanti intesa, con l’introduzione della nuova “specie” V, potrebbe essere lui stesso molto probabilmente una varietà di V.

 

Le flammule subsuturali chiare di una L sintipica sono relativamente scarse di numero rispetto a quelle di P, ma nell’esemplare chiamato E (52,5 mm) qualche flammula si allarga a macchietta, come talora succede in qualche raro caso di S, dove tuttavia le flammule sono solitamente quasi sempre assenti.

Notare che le flammule di tale E sono più allargate di quelle della “pseudoglabella cfr” lunga 36 mm, quarto morfo della precedente foto di Alboran Shell.

Per inciso noto che le flammule biancastre di una P tipica sono magre e slanciate, abbastanza fitte di numero, sempre presenti sotto la sutura, infatti tali flammule subsuturali sono un fattore discriminante per l'individuazione della specie P.

Invero le flammule di L somigliano talora a quelle di G, ove sono sempre presenti, ma non direi che siano sempre uguali a quelle di G.

L’interessante presenza delle flammule, in diverse modalità, è comune a P, G & L, però da sola non è un assoluto elemento di distinzione, tranne che perlopiù per la distinzione dalla S tipica. Tuttavia anche la S presenta una notevole variabilità di livrea e raramente può avere qualche flammula subsuturale.

 

Ibridi PXGXS?

45 mm, Mauritania, forse PXS

 

 

 

 

                    37,3 mm, Senegal, forse SXG, oppure potrebbe essere un ibrido occasionale.

 

47,8 mm, Mauritania, forse SXG 

 

Le morfologie da confrontare con L possono formare una categoria biologica multiforme proprio specifica della “specie” L, molto dispersa in singole varietà, oppure potrebbe trattarsi di un'accozzaglia di varietà molto atipiche ognuna delle altre specie del Complex, se non di un'accozzaglia di ibridi più o meno ibridogenetici, magari in ibridazioni multiple.

 

Le 3 immagini soprastanti potrebbero essere di 3 ibridi diversi, ma non penso immagini tutte di forme variabili di una stessa “specie” L.

Certo gli esemplari non sono forme tipiche né di P, né di S, né di G, ma non sono neanche sicure forme di L.

Tutti i 3 suddetti esemplari potrebbero essere forme di un multiklepton P X G X S, con le specie parentali ancora da individuare tramite analisi esclusivamente genetiche, in quanto la loro morfologia è confusionaria.

 

Non chiamate “lamarcki cfr.” quei morfi che fanno pensare a “pseudoglabella cfr. = L cfr.”.

Ogni riferimento di tali morfi alla vera specie “lamarcki” Boyer è fuorviante, tuttavia dovrò ancora usare la denominazione “lamarcki”, per correggerla nei prossimi capitoli, essendo evidente che, riferita a L, si tratta di una denominazione certamente sbagliata.

L non è assolutamente collegabile alla vera Marginella lamarcki Boyer, 2004, specie completamente diversa e che vi prego di escludere definitivamente da questa discussione tassonomica inerente L.

 

"pseudoglabella = L" con rapporti numerici percentuali.

Gli esemplari che conosco della specie/klepton L non sono molto omogenei tra loro: vedere avanti un Approfondimento di questa considerazione sull’omogeneità delle caratteristiche di L

In altri siti Web potete trovare foto di splendide forme scure dichiarate perlopiù varietà di G, e talora dichiarate varietà di S a numerosi puntini piccoli, ai limiti estremi delle morfologie variabili di L. Io porrei invece alcune varietà estreme proprio appartenenti ad L.

In particolare, per tutte od in parte delle dette varietà in forme scure (o bordeaux, vedere avanti anche La bocca della verità), occorre distinguere:

·        se sono proprio forme della specie G, come finora quasi universalmente dichiarato nella maggioranza dei siti, oppure piuttosto se sono forme scure della nuova specie L, che così racchiuderebbe in sé una fetta specifica della morfologia universalmente attribuita tutta a G.

·        se sono invece proprio forme di L, esistendo molte varietà intermedie tra L e S oppure G, occorre valutare la presenza di eventuali klepton L X S e L X G.

Infatti se L è una specie, potrebbe ibridare con le specie vicine, non escludendo anche L X P. Nelle mie foto sopra, l'esemplare da 52,5 mm di lunghezza potrebbe essere un ibrido L X P? Morfologicamente non lo sapremo mai con certezza, ma suppongo che per questo caso possa trattarsi invece di una varietà di L non ibridata (varietà E), perché esistono altri esemplari simili.

Tuttavia tutte le mie supposizioni sono basate sulla vista di soltanto circa una decina di presumibili L da me possedute, più circa una ventina di esemplari valutati presumibili L, guardando foto di diversi siti Web e quindi presumibilmente di diverse provenienze geografiche.

Ciò senza conteggiare l'ulteriore trentina di conchiglie di "lamarcki cfr." proposte da Conchology, Inc., per le quali vedere successiva Nota.

 

Analoghe considerazioni possono essere fatte nei casi stimabili L X I, in particolare EXT, in riferimento anche all'esemplare T sopra fotografato lungo 23,5 mm, ritenuto morfologicamente un sintipo, insieme all'esemplare 21,5 mm, della varietà "pseudoirrorata" della specie M. irrorata.

 

Poniamo di rapportare il numero degli esemplari, tra loro unificabili in un singolo gruppo, esemplari della specie da classificare rispetto al totale delle specie simili di tutto il Complex, cioè rispetto a tutti quegli esemplari riconosciuti appartenere a specie pur diverse dello stesso Complex. Lo scopo è ottenere percentuali di frequenza delle singole specie, come già considerato nell’articolo “Altri klepton nel Marginella glabella Complex?”.

In tale articolo nel 2017, pensando a L = (G X S), invero miscelata a (G X P) "non antinea", aggiungendo le forme dark ex G, ritenute L ed avendo compreso pure le ex “lamarcki cfr.”, ricollegabili per colorazione alle forme dark, avevo scritto (in magenta in fondo di quella pagina) una presenza di L in percentuale circa 8% del Complex totale. Nel 2020 ritengo che l’8% potrebbe essere una stima un poco per eccesso, ma comunque ancora verosimile.

Una molto più bassa percentuale (< 2%?) in generale spingerebbe verso l'ipotesi di possibili ibridazioni sterili, oppure in alternativa, ed in particolare nel caso “specifico” di L, all’ipotesi di una nuova categoria rarissima. Io ho scartato in ulteriore alternativa l'appartenenza a specie già note del Complex dei vari esemplari dissimili della presunta L, ognuno attribuito ad altre diverse specie del Complex, in diverse varietà atipiche di qualche specie già nota.

Sono tutte illazioni da verificare tramite un maggior numero di esemplari, e meglio con analisi genetiche, che però potrebbero indurre perfino ad un’unificazione biologica generale di tutto il Complex in un numero ridotto di specie, cosa assai discutibile.

Da un punto di vista semplicemente collezionistico, L restava per me una “specie” molto rara, finché non ho scoperto le ex “lamarcki cfr.”. La loro esistenza abbassa il livello di rarità, ma L resta comunque una “specie” abbastanza rara.

 

Nota riguardo alle "lamarcki cfr." del sito Conchology, Inc.

 

Il medesimo sito ha successivamente riconosciuto “pseudoglabella” nuova sp. e così ha ora mutato le denominazioni delle ex  “lamarcki cfr.”, che però nel seguito vengono ancora qui riferite come tali, essendo la parte in blu scritta nel 2017 e lasciata sostanzialmente quasi immutata.

 

Il sito Conchology, Inc. chiamava "Marginella lamarcki cfr." alcune conchiglie del Senegal (quasi una trentina, simil foto) che invece appaiono L molto allungate, in quanto la vera rara M. lamarcki Boyer, 2004 è decisamente più piccola.

Il caso è stupefacente per più motivi:

1) le “lamarcky cfr.” di Conchology Inc. hanno caratteristiche comuni alle mie L, come in precedenza introdotte.

2) se si tratta di forme allungate di L, viene confermata la presenza di L in Senegal in un numero notevole di esemplari. Il numero degli esemplari di supposte L a me noti in precedenza era circa una ventina, pertanto il totale salirebbe a circa 50, un numero di rilievo, da far scartare l’ipotesi di possibili ibridi sterili. La nuova "specie" L resta comunque abbastanza rara, rispetto alla frequenza delle specie G, I, P, S.

3) se non si tratta di forme di L, si tratta di quasi una trentina di esemplari ben diversi dalle specie confrontabili già note del Complex, da far sospettare la presenza di una nuova categoria biologica (specie o klepton), escludendo l'ipotesi di ibridazioni saltuarie ed escludendo che gli esemplari in questione siano ipotetiche varietà atipiche di specie già note.

4) la lunghezza delle sopraddette conchiglie di Conchology, Inc. varia da circa 46 mm, fino a 68,8 mm dell'esemplare fotografato. In media esse sono lunghe tra 51 e 60 mm, una lunghezza notevole per il Complex, da posizionarle tra le specie più grandi.

5) a differenza dei miei precedenti esemplari, le puntinature chiare della livrea sono talora impastate, e l'allungamento del profilo delle conchiglie di Conchology Inc. è pure a spira più acuta di quello delle mie conchiglie in precedenza ricollegate all’idea di L

 

Riepilogando, è probabile che si tratti di varietà molto allungate di L. Ho assunto la trentina di esemplari omogenei delle foto di Conchology, Inc. come sintipi di L, intesa come nuova specie L, mentre alcune "pseudoglabella" da me proposte con le mie precedenti foto potrebbero essere in realtà degli ibridi tra tale M. pseudoglabella ed alcune altre specie vicine (P, G, S, I), o semplicemente varietà atipiche di L.

 

Per dettagli vedere il successivo capitolo La bocca della verità e l’articolo del 2017Nuovo sguardo ai mondi di Marginella glabella e pseudoglabella”. Avendo nel 2017 trasferita la stessa denominazione L = Marginella (kl.?) pseudoglabella Mattavelli 2014 a tutta la trentina di esemplari fotografati da Conchology Inc., ho invalidato l'anno della mia dichiarazione del 2014, fatta alla pagina Universo lumperia.

La nuova “specie” potrebbe essere suddivisa grossomodo in 2 sottospecie o sottoklepton, dei quali gli esemplari di Conchology, Inc. rappresenterebbero la sottospecie o un sottoklepton tipico del Senegal, ed alcuni miei esemplari di L (alcuni dei quali potrebbero essere forse invece ibridi) potrebbero rappresentare la sottospecie o un sottoklepton atipico della Mauritania.

Comunque esiste Marginella (kl.?) pseudoglabella nuova categoria biologica, distribuita dalla Mauritania al Senegal, con maggior frequenza e vivacità in Senegal. Non escludo che l'areale geografico potrebbe essere più vasto, magari con ulteriori sottospecie o sottoklepton locali in altre zone geografiche del West Africa, anche non adiacenti al Senegal e/o alla Mauritania.

Per la nuova categoria L ritengo più probabile l'ipotesi kl., piuttosto dell'ipotesi sp., visto il rinvigorimento dei grandi esemplari di Conchology, Inc. e la percentuale di presenze di L piuttosto bassa, in relazione alle percentuali delle altre vere specie del Complex.

 

Approfondimento sull'omogeneità delle caratteristiche di L.

Le mie L, a parte le ex "lamarcki cfr." di cui sopra, non sono fra loro tutte omogenee, come invece appaiono ben raggruppabili singolarmente le P o le S o le G o le I "tipiche", che appunto forniscono con relativa facilità gruppi omogenei di individui simili, suddivisibili in sottogruppi (varietà atipiche) di individui pure simili tra loro, ma leggermente meno simili al nucleo del sottogruppo "tipico", comunque varietà paragonabili in similitudine ad un nucleo "tipico" ben omogeneo.

All'interno del gruppo delle mie L non esiste una chiara omogeneità di nucleo e tutti gli individui appaiono ognuno con la propria individualità, scarsamente simile alle altre individualità del gruppo, eccezion fatta per alcune caratteristiche morfologiche idealmente tipiche, che potrebbero agglomerare gli individui tutti in L, però caratteristiche scarsamente riscontrabili tutte esattamente e contemporaneamente nello stesso individuo.

Invece la trentina di ex "lamarcki cfr." di Conchology, Inc. è perlopiù tutta ben omogenea: questa è la ragione che mi farebbe scegliere un eventuale olotipo di L proprio tra i loro esemplari. Tra le mie L, l'esemplare più simile a quelli di Conchology, Inc. è quello soprafotografato di 52,5 mm, proveniente esso pure dal Senegal, baia di Gorée, profondità circa 10 m. Lo propongo come futuro lectotipo, qualora un olotipo non venisse designato tra i loro sintipi. Infatti credo che la maggioranza delle ex "lamarcki cfr." (designate come sintipi di L) fosse solo fotografata nel loro sito Web (Shell Encyclopedia), ma i sintipi di L non siano più tutti materialmente disponibili, in quanto dispersi presso vari collezionisti. Per inciso la Shell Encyclopedia di Conchology Inc. nel 2020 è accessibile solo su richiesta.

 

Ricordo di seguito le caratteristiche ideali per la mia prima idea di L, riscontrabili in parte in tale lectotipo:

·        puntini piccoli e variabili da retinati a caotici, sempre separati tra loro (cosa discutibile per i sintipi del gruppo ex "lamarcki cfr.", dove i puntini sono perlopiù impastati tra loro), puntini talora più grandi (indice di una possibile ibridazione verso S, cioè di casi LXS, che possono apparire anche come GXS, es. foto 47,8 mm),

·        allungamento totale variabile dal tipico di S a quello di P, allungamento boccale medio variabile poco oltre il tipico di G (ma sotto la media nel lectotipo, che è come nella maggioranza delle G),

·        flammule subsuturali da quelle tipiche di G a quelle di P, generalmente più scarse di numero (ma le flammule biancastre possono distinguersi talora meglio, in quanto possono evidenziarsi in macchie rade, corte e larghe, come in qualche S gerontica, sebbene le flammule di L siano solitamente magre e appena slanciate, appunto tra G & P),

·        colore sfondo solitamente mattone come S, dimensioni medie comprese tra quelle di G giganti e quelle delle maggiori P, denticolatura del margine variabile da scarsa (come nel lectotipo) a talora media (come quella di alcune G adulte).

Qualche caratteristica ideale di L va corretta dalla conoscenza degli esemplari sopracitati delle ex "lamarcki cfr.", poste sintipiche di L: dimensioni molto grandi in Senegal (anche più grandi delle dimensioni medie di P), puntini chiari talora impastati, cioè non sempre separati tra loro, allungamento boccale medio di L quasi sempre circa 1,36, rispetto all'1,31 circa medio di G (vedere avanti il capitolo La bocca della verità).

 

La caratteristica morfologica più discutibile e dubbia sono i puntini talora impastati, forse utile per una distinzione sottospecifica tra gli esemplari del Senegal, dove potrebbe prevalere l'ibridogenesi GXS (a puntini talora impastati verso G e talora distinti verso S), rispetto agli esemplari della Mauritania, dove potrebbe essere GXP (a puntini talora impastati verso G e talora distinti verso P). Sul confine tra Mauritania e Senegal potrebbe esistere un'ibridogenesi SXP o potrebbero esistere dei veri e propri ibridi sterili (a puntini talora separati o talora impastati, secondo la coppia ibridante), ritenendo discutibilmente l'impastamento come una caratteristica prevalente di un'ipotetica tendenza a G, nel caso s'intenda L come klepton, oppure intendendo l'impastamento come una caratteristica variabile di L, qualora invece s'intenda L come un'autentica specie biologica.

 

Nonostante la disomogeneità di alcuni individui di L, a mio avviso, essi, individualmente considerati, non possono essere assegnati morfologicamente a nessuna delle vicine specie già note (P,S,G,I): ciò mi fa optare per la probabile esistenza di L come nuova categoria biologica multiforme, per il relativamente elevato numero di esemplari riconducibili ad essa (a parte l'ipotesi di possibili vere ibridazioni saltuarie sterili tra le specie già note del Complex, tra di loro e con L, ibridazioni che mi appaiono relativamente più rare rispetto al numero di esemplari ricondotti specificamente ad L).

 

L è un po' come il ponte di Comacchio, con diramazioni in più direzioni: nel caso di L esistono le direzioni P,S,G,I con attrazione ed insieme repulsione dai nuclei delle specie adiacenti.

Si possono anche pensare le direzioni non giacenti nello stesso piano, in una visione spaziale dell'assieme: L può essere posta al centro di un immaginario tetraedro.

E' come se il nucleo virtuale di L fosse squartato secondo le 4 direzioni morfologiche citate, non so se in fase di polverizzazione di un grosso nucleo originario compatto oppure in fase di aggregazione verso una nuova categoria biologica; non voglio discutere di evoluzionismo biologico.

Forse L é ampiamente dispersa geograficamente dal West Sahara a Sud della Guinea. Potrei essere più preciso per la biologia se conoscessi un maggior numero di esemplari e tutte le località di provenienza delle varie L, ma purtroppo L è abbastanza rara sul mercato collezionistico. Ciò non significa che le sottoforme di L siano rare in natura, da qualche parte del West Africa. Anzi credo che in qualche luogo siano quasi comuni, almeno temporaneamente (ad esempio in Senegal esemplari come la trentina di ex “lamarcky cfr.” di Conchology Inc. oggi si potrebbero trovare con minor frequenza, ma tornare quasi comuni domani).

.

La bocca della verità.

Nel 2021 è stata descritta Marginella (kl.?) visayae Mattavelli, ma di ciò esiste solo un blando riferimento nel presente articolo, essendo la “specie visayae” già stata supposta nel 2018, mentre “La bocca della verità” è stata scritta nel 2017 e qui lasciata a scopo di archivio, solo leggermente modificata.

 

http://www.pseudospecie.it/pseudoglabella_file/image001.jpgIntendo per allungamento totale il rapporto a/c , mentre intendo per allungamento boccale il rapporto a/b.
Intendo per incavo base labiale un piccolo restringimento con pomfo tra l’ultimo giro ed il margine interno della conchiglia fotografata, guardando verso l'apice della stessa.
Ricordo che la testa del mollusco si trova dalla parte opposta all’incavo, quindi in tutte le usuali foto con l'apice in alto il mollusco è raffigurato capovolto a testa in giù, al posto dei piedi di un mammifero; tuttavia il piede di un mollusco si estende per tutta la lunghezza dell'apertura, familiarmente chiamata anche bocca.

A mio avviso esistono più di una Marginella glabella (Linneo, 1758), denominazione quindi omonima e confusionaria. Per me resterà sempre un mistero come si possa aver identificato M. glabella sulla base della scarna descrizione datane da Linneo nel Systema Naturae, 1758, alla pagina 730, che riporto sotto. Nella collezione Ulricae del Museo di Uppsala non esiste più un esemplare di Linneo (forse addirittura scambiato per Marginella limbata). Certamente la tradizione degli scienziati a lui succeduti (non escluso Lamarck, che nel 1799 definì il Genere Marginella al posto di Voluta, con "glabella" scelta come specie tipo), ha fissato appunto un tipo di M. glabella, forse simile alla “glabella cfr.”, lunghezza 38 mm, già raffigurata in precedenza, che ora ho preso per confronti scheletrici nella prossima tabella allungamenti, ove i valori per G si riferiscono alle vere G, mentre le V, non riportate, hanno un allungamento totale medio 1,8, con ampie variazioni individuali, da 1,6 a 2 circa. Notare che la citata “glabella cfr”, intesa = V = “visayae”, ha allungamento totale circa 1,66.

 

A parte la denticolatura interna di tutto il margine, denticolatura che talora esiste fitta e talora non esiste, essendo a margine liscio soprattutto negli esemplari giovani, nelle M. glabella cfr., nella posizione dell'incavo base labiale esiste perlopiù una leggera rientranza del margine interno, come un piccolo pomfo allungato, tendente ad occludere l'incavo, che talvolta appare poco più profondo e stretto rispetto a quello delle M. pseudoglabella, derivate dalle "lamarcki cfr." di Conchology, Inc. (è però una differenza minima).

 

Nella maggioranza dei casi di L il margine sfugge via dall'attaccatura con una pendenza più morbida di quella delle G, proseguendo poi con dentellatura in genere scarsa, perlopiù meno corposo di quello delle G; tutto quanto scritto riguardo al margine non è una norma generale, potendosi trovare esemplari discordanti da tali regole, anche a oltre il 35% del numero totale di esemplari di L, e pure a circa il 35% degli esemplari di G (percentuali spannometriche).

 

Da un punto di vista non morfologico, ma puramente biologico, penso che M. pseudoglabella Mattavelli, 2017 potrebbe non essere in realtà una vera specie “sorella” di M. glabella Linneo, 1758 -1767, ma piuttosto potrebbe essere un nuovo klepton “fratello” di specie diverse, tra le quali probabilmente circa al 35% l'ipotesi M. glabella X sebastiani, circa al 33% l'ipotesi M. glabella X pseudosebastiani, riservando circa un 32% di probabilità all'ibridogenesi M. sebastiani X pseudosebastiani, se non a possibili multiibridazioni, ipotesi tutte da verificare geneticamente.

Comunque per i morfi di L non si può trattare di varietà giganti sempre della stessa specie G, date le notevoli differenze dimensionali, ed ancor più date le notevoli differenze degli allungamenti scheletrici e dato il rinvigorimento della livrea di L, talora con tendenza alla sparizione dell'impastamento dei puntini chiari e tendenza alla massima separazione e distinzione degli stessi, in paragone a G, che invece ha i puntini quasi sempre confusi.

 

Allungamenti scheletrici medi delle conchiglie

Allungamenti totali

Allungamenti boccali

G = Marginella glabella  Linneo, 1758

da 1,65 a 1,73 = 1,69

da 1,27 a 1,35 = 1,31

L = Marginella pseudoglabella Mattavelli, 2018

da 1,77 a 2,05 = 1,91

da 1,34 a 1,38 = 1,36

I = Marginella irrorata Menke, 1828

da 1,62 a 1,76 = 1,69

da 1,36 a 1,44 = 1,40

 

Gli esemplari più grandi della stessa specie hanno solitamente allungamenti un poco maggiori del valor medio, ma non con la così grande differenza sopraesposta tra la media di G e la media di L. Confrontare anche con gli allungamenti totali di S(=1,84), P(=1,96), R(=2,08) e D(=2,20), esposti nell’ Atlante guida, eventualmente anche in inglese.

Per quanto concerne l'allungamento boccale la media delle L si attesta sull'1,36, con una dispersione di valori piuttosto stretta nella maggioranza degli esemplari di Conchology, Inc., tuttavia in alcuni rari casi l'allungamento boccale presenta valori molto scostanti dalla tabella: ho riscontrato addirittura allungamenti boccali variabili dal minimo 1, 28 dell'esemplare lectotipico di 52,5 mm, fino al massimo 1,44 di un unico esemplare di Conchology, Inc.. Ciò mi induce a non dare troppa importanza all'allungamento boccale, anche per le imprecisioni delle misurazioni. Oltre a tutto un suo valore elevato indica una bocca più corta, e ciò potrebbe fuorviare (sarebbe meglio chiamare allungamento boccale il valore inverso di quello proposto, ma non l'ho fatto, perché col senno di poi ritengo tale calcolo abbastanza inutile). Osservo che la media concentrata dei valori delle L (=1,36) è anche circa uguale ai valori medi degli allungamenti boccali delle S e delle P; dunque, trattandosi di valori approssimativi e dispersi molto prossimi fra loro, forse la cosa, singolarmente considerata, non ha molta importanza per l'individuazione specifica basata sulla morfologia.

Invece l'allungamento totale mi appare più significativo per la distinzione, tuttavia occorre sempre considerare la somma di caratteristiche morfologiche singole, cioè non basarsi solo sugli allungamenti delle conchiglie.

Una caratteristica, alla quale non avevo dato inizialmente troppa importanza, invece potrebbe essere determinante, sono le pendenze della spallatura dei profili delle conchiglie, profili focalizzati sotto la sutura dell'ultimo giro. La spalla delle G procede con una pendenza maggiore, cioè più angolata, in direzione verso l'apice, mentre la spalla delle L è quasi uniformemente dolcemente pendente in entrambe le direzioni, sia verso l'apice, che verso la testa del mollusco. Prestare molta attenzione, perché le differenze di pendenza sono minime e malamente individuabili, ad uno sguardo superficiale. Inoltre non è detto che le citate pendenze siano una norma generale per tutte le G e tutte le L, soprattutto quando potrebbero esistere delle singole forme atipiche di G & L, o anche delle svariate ibridazioni tra loro, o con altre specie del loro Complex.

Altre osservazioni riferite alle G, indi confronti con gli allungamenti delle L.

 

L'allungamento boccale medio delle G, di colorazione di fondo in genere marrone chiaro (beige-nocciola) a Nord del Senegal (es. classico in Mauritania), è 1,31 circa, tuttavia questo valore sale fino a 1,34 per le G a centro e Sud Senegal, dove possono assumere una colazione di fondo più scura e vivace, addirittura bordeaux.
Infatti ho misurato alcune foto delle conchiglie dichiarate G bordeaux di Conchology, Inc. e, pur con gli errori di misurazione compatibili dall'appoggio del righello sul monitor del PC, ho tratto le seguenti considerazioni.

Invero anche l'allungamento totale sale fino alla media di 1,78 di alcune varietà di G bordeaux di Dakar-Rufisque (centro Senegal), con lunghezza media delle conchiglie 33,5 mm, medie misurate su una dozzina di esemplari. Tutte le località indicate dai pescatori vanno prese con le molle, perché il porto del pescatore non è sempre la sua zona di pesca.

Del resto anche alcune grandi G, lunghezza media 42,2 mm (media solo su 4 esemplari, forse insufficiente per considerazioni valide), colore relativamente chiaro, più pallide di quelle bordeaux, provenienza dichiarata Mauritania e West Sahara, hanno allungamento totale 1,71, con allungamento boccale 1,35. Questi 4 esemplari si discostano abbastanza, anche nelle puntinature distinguibili, dalle G "tipiche" a puntinature indistinte e dalle G bordeaux (per queste ultime l'aggettivo "tipico" è fuorviante).

Esiste una variabilità spinta tra gli esemplari dichiarati di G del Nord Senegal e dichiarati G bordeaux del centro Senegal. Si potrebbe quasi pensare che alcune delle numerose forme bordeaux, tutte inferiori a 37 mm, siano in realtà delle forme giovanili di L, o forse che alcune L siano dei giganti di alcune G bordeaux del Senegal o di alcune già grandi e pallide G del Nord Senegal (sopra i 40 mm di lunghezza).

La lunghezza della conchiglia in sé non dovrebbe essere determinante per l'individuazione specifica, ma associando i diversi allungamenti scheletrici e la morfologia delle livree si dovrebbe arrivare ad una determinazione verosimile. L'analisi dei caratteri concomitanti induce alla separazione della nuova "specie" L, sempre lasciando in sospeso la scelta fra vera specie o klepton biologici, e sempre senza pensare che nel Marginella glabella Complex si potrebbe trattare di un'unica superspecie biologica G.

Restando nel campo delle G di Conchology, Inc. e riepilogando, si possono raggruppare 3 tipologie di dichiarate G: la maggioranza delle vere G senza equivoci fino a lunghezze circa 40 mm (corrispondente agli allungamenti medi 1,69 e 1,31), quelle bordeaux 33,5 mm (corrispondenti a 1,78 e 1,34), quelle grandi in media 42,2 mm (corrispondenti a media allungamenti 1,71 e 1,35).

Anche per talune di queste ultime dichiarate G è lecito dubitare riguardo ad una loro possibile appartenenza ad una sottospecie di L del Nord Senegal. Per inciso però l'esemplare più grande, di lunghezza 43,8 mm, provenienza Mauritania, ha allungamento totale 1,67 e boccale 1,32, cioè rientra nella tipologia delle vere G senza equivoci (media 1,69 e 1,31).

 

Confrontate le sopraddette diverse G con le L (media 1,91 e 1,36): le L sono in media sempre più allungate, però con la bocca mediamente più corta delle dichiarate G, ma talvolta alcuni singoli casi di L e di G accavallano qualche loro misura alle misure medie delle reciprocamente diverse "specie", nella tabella allungamenti.

In letteratura si riportano G lunghe fino a 56 mm, ma occorrerebbe verificarne gli allungamenti, le livree, etc., cioè tutte le caratteristiche morfologiche, perché alcune G potrebbero essere invece L, oppure potrebbero essere anche V.

Non ho individuato con certezza L più corte di 40 mm, misura che certamente le L devono avere superata allo stadio giovanile, da ricercarsi nel gruppo delle G bordeaux.

 

Postilla. In buona sostanza “visayae” = V, che presenta diverse varietà, nella varietà a puntinature della conchiglia grossolane (varietà “pseudovisayae”) può essere tipizzata anche nell’esemplare della foto che compare nella Bocca della verità con il nome di “glabella cfr.”, 38 mm, cioè “specie” da confrontare con la specie “glabella”.

Vi prego di comprendere l’apparente contraddizione dei termini “glabella” verso “glabella cfr. = visayae “, contraddizione complicata anche dalla presenza di M. pseudoglabella.

In effetti “La bocca della verità” andrebbe riaperta e ridescritta, tenendo meglio conto anche di “visayae”, probabile klepton GXI, o comunque “specie sorella” di G & I.

Non vi nego che mi trovo in difficoltà tassonomica, di fronte a tale stupefacente variabilità morfologica e specifica.


Flavio Mattavelli      

E-mail: matta.a@tiscali.it  

Release della pagina Links presumibilmente 2006, allora era solo con collegamenti inerenti Marginella pseudosebastiani Mattavelli 2001.

Integrazione con ipotesi ed annuncio di Marginella (kl.?) pseudoglabella Mattavelli nuova specie 2018, articolo aggiornato nel settembre 2017, allora misto con parti in italiano e parti in inglese. Appendice “La bocca della verità, aprile 2017.”

Nel luglio 2020 l’intera pagina è stata sdoppiata, la presente solo in italiano (capopagina) ed un’altra quasi identica solo in inglese (senza La bocca della verità).

Ultimo aggiornamento, solo della pagina in italiano, 01/10/2022.


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