Dott. Ing. Flavio Mattavelli                                                                Versione inglese

matta.a@tiscali.it

 

Atlante delle "specie" non fossili del Marginella glabella & sebastiani Complex e dei loro ibridi morfologici. 

Generalità.

Un Complex è un aggregato di morfi simili, a livello specifico arbitrario, cioè non riconosciuto nella tassonomia ufficiale. La tipologia dei singoli morfi componenti il Complex viene scelta praticamente dall'osservatore in funzione degli scopi che egli si prefigge nello studio, seguendo comunque i dettami di una morfologia il più possibile obbiettiva.

Gli ibridi sono qui intesi come forme intermedie di transizione morfologica tra 2 specie biologiche simili, concretizzate però solo dalle caratteristiche conchigliari. Perciò la singola forma intermedia in generale è soltanto un ibrido morfologico, appartenente per lo più ad una sola delle 2 specie ibridanti, senza essere in generale un ibrido biologico effettivo tra 2 specie distinte. L'ibrido biologico può talora anche sussistere, ma senza possibilità di dimostrazione, guardando soltanto la conchiglia.

La possibile riproduttività o sterilità dell'ibrido, sia esso morfologico o biologico, non è stata indagata in questo atlante, che è prevalentemente conchigliare, tuttavia considerare che le possibilità di ibridogenesi in questo Complex di specie riconducibili a Marginella glabella & sebastiani, cioè l'esistenza in esso di ipotetici klepton, sono molto probabili, determinando un particolare concetto di ibridazione extraspecifica fertile e continuativa nel tempo.

Allo scopo di evidenziare la dubbia natura della categoria biologica considerata, talora si è impiegato il termine "specie" virgolettato.

Nel Complex studiato l'ibridazione morfologica appare comune e manifesta tra tutte le sue "diverse specie", con diverse modalità. Non è giusto affermare che si tratta sempre di un'ibridazione fertile infraspecifica (nella stessa specie), interspecifica (tra "specie diverse", o quasi tali, con fertilità degli ibridi inspiegabile), extraspecifica continuativa (ibridogenesi, qui proposta come tentativo di spiegazione).

Talora potrebbe trattarsi di un'ibridazione naturale eccezionale casuale, forse proprio sterile, in numero limitato di esemplari (vera ibridazione in senso stretto, risultando ibridi saltuari occasionali sterili). Probabilmente sussistono alternativamente tutti i casi citati, con diverse frequenze a seconda delle "diverse specie" apparentemente ibridanti.

 

Lo scopo del presente Atlante è di classificare (quasi) tutte le "specie" attuali (non fossili) del Complex citato, allargato ai morfi ricollegabili a "glabella" e "specie simili". Per abbreviare la scrittura tassonomica, alcune "specie" vengono talvolta indicate da una semplice mia scrittura sintetica, monoletterale (a singole lettere maiuscole, con elenco nell’Appendice dell’articolo inerente “sebastiani”), scrittura che verrà precisata cammin facendo.

"L'ibrido" potrà essere indicato dalla scrittura ...X..., precisando nei puntini le 2 "specie" morfologicamente ibridanti.

La maggioranza delle foto seguenti ha una scala che approssima abbastanza i rapporti e le dimensioni reali delle conchiglie del Complex studiato.


Fig. 01. Marginella glabella (Voluta glabella Linneus, 1758-1767; Genus Lamarck, 1799), sp. = G.

Esistono molte e assai variabili forme subspecifiche di Marginella glabella confondibili con M. irrorata. Per l'identificazione basica di queste 2 specie rimando al mio articolo "La variabilità fatta specie" (2005-2006), dove però ancora non supponevo la possibile esistenza di klepton, né di M. pseudoglabella, oppure di M. visayae.

Nel 2021 ho analizzato diverse forme morfologiche di simil-glabella etc., cercando una classificazione più appropriata. Occorre tuttavia ricordare la presenza di alcune forme che prima erano tutte G mutabilis o G. antinea, invece ora dovrebbero confluire in parte perlopiù in M. visayae ed in minima parte residua restare forme di G. Ad es. alcuni morfi di M. glabella presentano notevoli tendenze di ibridazione morfologica verso M. irrorata, da presupporre l'esistenza di una forma M. glabella mutabilis, descritta nella seconda pagina del suddetto articolo "La variabilità fatta specie". Qualche "mutabilis" potrebbe invece essere forse una forma di un possibile klepton ibridogenetico tra M. glabella X M. irrorata. Siccome però è nota una chiara separazione biologica tra queste 2 specie, penso che questo klepton sia poco probabile, mentre l’identificazione di quasi tutte le “mutabilis” con “visayae” è probabilissima. Per dirimere la questione sono necessarie analisi genetiche dei molluschi. Vedere anche le Fig. 08 e 09 di “visayae”.

La livrea di G è molto variabile, con conchiglie solitamente tra 30 e 50 mm di lunghezza.

La distribuzione è genericamente West Africa, dal Marocco al Senegal, tuttavia sarebbe meglio indagare sulle località di origine e sulla batimetria di tutte le singole numerose varietà.

 I 6 esemplari raffigurati sono quasi tipici di M. glabella, 2 più colorati e 2 quasi "albini", inoltre 2 forme intermedie a livree degradanti verso uno sfondo chiaro. Personalmente ritengo tipiche le livree intermedie, potendo invece quelle più colorate sconfinare nelle tipologie bordeaux di alcuni morfi di M. pseudoglabella, che però sono anche più allungate e, adulte, di dimensioni maggiori (vedere pagina Links e definizione di “pseudoglabella”).

 

               

Fig. 02. Nelle isole Canarie M. glabella è di piccole dimensioni, con forme nane denominabili dwarf glabella.

A latere vengono raffigurati 6 esemplari di M. glabella dwarf, circa 25 & 30 mm di lunghezza, isola di Lanzarote, profondità - 20 m, fondali sabbiosi.

 

Fig. 03. M. glabella forma albida, 35 mm, Mauritania, dove esistono intere popolazioni cosidette "albine" di M. glabella, o meglio costituite da forme leucistiche di M. glabella, ma potrebbe trattarsi di una specie diversa, propriamente M. (kl.?) albida Mattavelli, non ancora definita.

Lo stesso dubbio coinvolge anche la simpatrica presenza di popolazioni di M. irrorata "albine" e/o ibridi morfologici M. glabella X M. irrorata. Potrebbe anche trattarsi di ibridi ibridogenetici (klepton) tra M. glabella X M. irrorata in forme leucistiche, tuttavia l'esatta categoria biologica di appartenenza deve essere investigata geneticamente.

I casi delle conchiglie "albine" complicano la situazione di tutto il Complex.

Se non sono addirittura nuove specie differenti, o varietà di specie note, gli "albini" potrebbero essere klepton leucistici. Nelle specie M. pseudosebastiani, desjardini, sebastiani, pseudodesjardini, per quanto di mia conoscenza, ritengo che gli "albini" siano rari. Tuttavia essi possono esistere, come invece esistono comuni principalmente solo nelle specie M. glabella & M. irrorata o nei supposti ibridi sopracitati.

 

 

Fig 04. Marginella irrorata Menke, 1828 (= I), lunghezza 25 mm, definibile “quasi albina", ma qui il leucismo c’entra poco.

M. irrorata var. irrorata (per me cioè tipica) può essere più rosata e con piccole puntinature chiare retinate, ma talora con puntini a zig-zag (vedere "La variabilità fatta specie", prima pagina ).

 

Dalla morfologia conchigliare è difficile distinguere M. glabella da M. irrorata. Tuttavia questa generalmente è sotto 30 mm di lunghezza ed ha una forma della spira apicale gradinata.

Le conchiglie sono simili ma i molluschi sono ben diversi. Io penso che la maggior parte delle "irrorata gigas" in commercio con dimensioni eccezionali (anche oltre 40 mm) possano essere in realtà delle varietà di M. glabella, oppure più probabilmente delle forme di M. visayae.

 

Fig. 05. Le puntinature della livrea possono essere meglio distinte nella M. irrorata var. pseudoirrorata Mattavelli, 2017 (= T, vedere pagina pseudoirrorata.htm e l’articolo tris.htm ).

Esemplare 21,5 mm, West Sahara, a sfondo stranamente ambrato.

Normalmente il colore di fondo tende all'amaranto.

Qualcuno ritiene “pseudoirrorata” una specie separata, soprattutto per la presenza di puntinature decisamente “ghepardiche” a retino regolare.

 


Precisazione inerente M. glabella atlantidis Buey Suarez, 1980.

Questa marginella è stata poi denominata M. pseudosebastiani Mattavelli, 2001 nuova specie = P (vedere avanti).

Buey Suarez (in un articolo della rivista La Conchiglia, Roma, n°138/139 settembre/ottobre 1980, Evolver edizioni) identificò una forma "glabella gigas" chiamandola "glabella atlantidis", senza separarla come nuova specie. Invece si tratta della ben diversa specie M. pseudosebastiani, come descritta nel seguito.


Fig. 06. Marginella (kl.?) pseudoglabella Mattavelli, 2018 nuova "specie" = L, non comune.

La foto a lato di un esemplare sintipico (*), provenienza Senegal, lunghezza 50,1 mm, è di proprietà Conchology, Inc. (foto n°926624), sito Web ove analoghi morfi nel 2017 erano indicati tutti come "lamarcki cf.", cioè da confrontare con M. lamarcki, sebbene la vera M. lamarcki Boyer, 2004 sia decisamente più piccola, diversa e qui trascurata (ma visionabile in breve nell’articolo 5 confondibili marginelle simil-glabella & irrorata).

La nuova “specie L” è stata descritta nel 2018 sulla rivista MMM. Per considerazioni conclusive vedere la descrizione comparativa alla pagina Marginella (kl.?) pseudoglabella Mattavelli, 2018.

L è da me intesa come una nuova categoria biologica di morfologia diversa dalle precedenti specie, ma di dubbia natura biologica, forse klepton di morfologia ibrida GXS, con tendenza a PXS, avente morfologia diversa sia da G, che da S, che da P.

 

L'identificazione di "pseudoglabella" è stata laboriosa, ad iniziare dall'articolo Universo lumperia del 2014, proseguendo poi alla pagina Integrazione Links del 2017 e all’articolo Nuovo sguardo ai mondi di G & L.

(*) I klepton non sono ancora ben inquadrati nella tassonomia ufficiale. Avevo trovato già nel 2014 una serie di diversi esemplari forse tutti riferibili alla stessa entità biologica, senza che nessuno di loro potesse ben caratterizzare tipologicamente l’entità "pseudoglabella", finché ho scoperto nel 2017, nel sito Conchology Inc., la numerosa serie delle citate "lamarcki cf." pressoché identiche, quindi perfettamente sintipiche, tra cui l’esemplare di 50,1 mm. Gli altri circa 30 sintipi di Conchology Inc., ora tutti in quel sito Web ridenominati “pseudoglabella”, variano da 46 a 68,8 mm circa di lunghezza conchigliare. 

 

Fig. 07. Marginella (kl.?) pseudoglabella lellae Mattavelli, 2018, forse nuova “specie” = E, non comune.

 

L’esemplare a lato è lungo 52,5 mm.

E’ caratterizzato da una puntinatura della livrea a reticolo regolare, analizzato nell’articolo Un salto nei retini conchigliari “ghepardici”.

 

Attenzione a non confondere il nome con le forme M. sebastiani lellia = F (fig. 11), analizzate nell’articolo Marginella sebastiani nelle sue 5 varietà principali.

 


Nell’ottobre 2021 ho introdotto M. visayae nella rivista MMM, n° 113, pag. 36/41, come possibile “specie sorella” di G & I, rivoluzionando alcune “G mutabilis” e “G antinea”, varietà così da me chiamate nel 2005, allora intese come forme intermedie di M. glabella verso M. irrorata e M. pseudosebastiani, etc.

 

Fig. 08. Marginella (kl.?) visayae Mattavelli, 2021 (= V), olotipo, lunghezza 41 mm, deposto presso il Museo Malacologia Mostra Mondiale, Cupra Marittima.

L’olotipo è caratterizzato da una puntinatura chiara ultrafine, distinguibile meglio con una lente di ingrandimento.

 

Oggi identifico la maggioranza dei morfi "antinea" e "mutabilis" come varietà della specie “ visayae”, vedere articolo Revisione di M. glabella, 2021, nonché l’articolo definitivo su “visayae”.

 

Fig. 09. Esistono anche esemplari con puntinature più grossolane, denominati M. visayae pseudovisayae. Quello raffigurato, lunghezza 41,4 mm, fa parte di una serie sintipica prospettata in un articolo introduttivo di “visayae”, ove nel 2018 era dichiarato “ex antinea”.

 

Qualche altro morfo di "antinea" o di "mutabilis" potrebbe ancora essere identificato come klepton, non ben precisabile morfologicamente (GXP? o GXI?), magari confluendo anche verso M. (kl.?) pseudoglabella = L e/o verso M. sebastiani = S, oltre alle ipotetiche supposte ibridazioni GXP e GXI.

 


Forme principali di Marginella sebastiani Marche-Marchad & Rosso, 1979 (= S):

     

Fig. 10. Sopra viene mostrato un esemplare slanciato di M. sebastiani, Guinea, 52 mm, denominabile "mixed & elongate" sebastiani, o quasi tipico S. Esso potrebbe confondersi con M. pseudosebastiani. La confusione discende dal fatto che, insieme all'olotipo di M. sebastiani (55,4 mm, qui non rappresentato, ma visionabile nel sito MNHN di Parigi), tali esemplari sono simili nella livrea puntinata.

Invece M. pseudosebastiani presenta solitamente i puntini più piccoli e leggermente allineati, su sfondo più chiaro e rosato. La taglia di M. sebastiani è solitamente più piccola di P. Tuttavia il fattore discriminante per la distinzione è la quasi totale assenza in M. sebastiani delle flammule assiali subsuturali biancastre, presenti invece sempre in M. pseudosebastiani (vedere "The discriminating factor", pagina solo in inglese).

 

Esistono differenti varietà di M. sebastiani quasi tipiche, con caratteristiche tra loro miscelate, e talora intermedie con le specie vicine. Fondamentalmente ho riconosciuto 3 varietà quasi tipiche:

S tenuipunctata, S millepunctata e S proprio quasi tipiche, cioè M. sebastiani sebastiani, varietà analizzate alla pagina specifica di S.

Tra le varietà quasi tipiche di S, la “millepunctata” avvicina maggiormente la puntinatura “ghepardica”.

 

Fig. 11. Marginella sebastiani lellia Mattavelli, 2022 (= F).

Varietà  ritenuta di S, ma più robuste e generalmente di taglia più piccola, con margine solitamente più dentato negli esemplari adulti, come quelli a lato, entrambi lunghi 40 mm.

La tipologia della puntinatura a macchie, in grandezza e scarsezza di macchie, è la massima del complesso.

Il rosso colore di fondo, più vinato quando gli esemplari sono freschi, si stinge in rosatello dopo un po’ di tempo.

lellia” può essere differenziata nelle 2 subvarietà tondapex e acutapex, rispettivamente a sinistra e a destra nella foto, come meglio descritto nella pagina specifica di S.

Forse “lellia” potrebbe ambire ad una separazione specifica da S, ma esistono troppi morfi intermedi.

 

Fig. 12. Esistono pure altre "stocky & dark" sebastiani, esempio vedere le seguenti due conchiglie 45 + 38 mm, con margine ben dentato. La denticolatura di queste "tozze e scure" M. sebastiani lellia acutapex è meno evidente e la spalla della spira sono piu affusolate di quelle di M. goodalli, confrontando la Fig. 13.

 

  


Fig. 13. Marginella goodalli Sowerby, 1825 (= O).

Nei due esemplari del Senegal, 35 mm + 28 mm, le spalle fortemente angolate delle conchiglie e le notevoli denticolature del labbro esterno sono caratteristiche di Marginella goodalli.

Essa è inconfondibile, tranne che in qualche caso di forme "stocky & dark" di M. sebastiani.

 

 good35r28v good35v28r

 


 

Fig. 14. Marginella pseudosebastiani pseudosebastiani Mattavelli, 2001 (= P).

              

A sinistra sintipo, Mauritania, lunghezza 47,3 mm; a destra altro sintipo, Mauritania, lunghezza 64,4 mm.

Le forme tipiche di M. pseudosebastiani del 2001, da me confermate qui e già nel 2009 furono indicate come varietà M. pseudosebastiani pseudosebastiani tipica, con conchiglia relativamente tondeggiante, con allungamento conchigliare totale mediamente 1,96 (allungamento totale inteso come rapporto tra la massima lunghezza della conchiglia e la massima larghezza dei diametri passanti per il margine del labbro esterno, comprendendo nel massimo diametro la sporgenza del margine dell'ultimo giro), per distinguerle dai morfi "pseudodesjardini" Le Béon 2008, relativamente più slanciati, con allungamento da me stimato mediamente circa 2,08; questi ultimi morfi furono poi da Le Béon inquadrati come nuova sp. Marginella pseudodesjardini nel 2012.

Vedere avanti, dopo avere focalizzato per confronti anche le caratteristiche di M. desjardini tipica.


Fig. 15. Confronto tra Marginella sebastiani & Marginella pseudosebastiani.

A sinistra Marginella pseudosebastiani Mattavelli 2001, 58,4 mm, sintipo.

A destra M. sebastiani Marche-Marchad & Rosso 1979, 59,6 mm, varietà quasi tipica "mixed & elongate".

Per la distinzione degli esemplari adulti osservare bene le foto, per approfondimenti vedere "Statements on the Complex of Marginella pseudosebastiani Mattavelli, 2001" (solo in inglese).

Per gli esemplari giovanili è possibile confondersi con G oppure V oppure anche L giovanili.

Esistono anche ibridi morfologici di M.sebastiani X M. pseudosebastiani, come ad esempio M. sebastiani globimedia, varietà di mia denominazione che ritengo attribuibile solo alla specie M. sebastiani, come ulteriore forma purtroppo qui non raffigurata, ma intermedia tra M. sebastiani lellia tondapex X M. pseudosebastiani. 


Casi incerti nel tetraedro di vertici G, S, P, L.

E' possibile che un'apparente ibridazione SXP appaia come M. pseudoglabella Mattavelli, 2018, difficile da separare tramite la sola morfologia.

Il complesso delle "specie" Marginella glabella/sebastiani/pseudosebastiani/pseudoglabella presenta ibridi morfologici tra loro assai simili, talora con difficoltà di individuazione della "specie base" della varietà dell'esemplare che si sta analizzando, potendo riferire detta varietà non ad una sola delle "specie base" in questione, per di più ad un diverso stadio dell'esistenza, oppure a veri e propri ibridi, se non a ibridi ibridogenici (klepton).

Fig. 16. Esempio di un morfo fotografato verso & recto, 43 mm lunghezza conchiglia, provenienza Nouadhibou, Mauritania: a quale "specie base" è attribuibile, considerato il relativamente basso per P allungamento totale (1,87), unitamente ad un allungamento boccale elevato?

Noto che G ha la bocca poco più lunga, in rapporto alle lunghezze totali delle conchiglie, di tutte le altre "specie" del Complex, con la cuspide poco più bassa di tutte le altre "specie" del Complex, comunque nel caso raffigurato escludo forme di G, ma non escluderei ibridazioni con G, oppure con L.

Posto che non si tratti di un klepton GXP, oppure di un'ennesima varietà GXL (perché troppo simile a P, invece potrebbe essere forse un ibrido LXP giovanile), per l’esemplare lungo 43 mm potrebbe trattarsi semplicemente di un esemplare giovanile di Marginella pseudosebastiani.

 

In altri casi esistono anche pochi ibridi morfologici stimabili M. glabella X M. sebastiani e può sembrare facile attribuirli solo all'una oppure all'altra specie. In realtà la cosa non è affatto facile. Per approfondimenti vedere la pagina Universo lumperia


Fig. 17. Marginella velai Ahuir Galindo & Tiziano Cossignani, 2020 (= W).

Nel luglio 2020 è stata introdotta, sul n° 108 della rivista MMM (Malacologia Mostra Mondiale di Cupra Marittima), una nuova specie, della quale quest’esemplare è quasi tipico; lunghezza media dei vari paratipi circa 30 mm, località di provenienza Marocco; specie confondibile con alcune già note specie del Marginella glabella Complex, inteso allargato a comprendere Marginella irrorata Menke, 1828 e perfino Marginella lamarcki Boyer, 2004. Trattazione particolareggiata nell’articolo 5 confondibili marginelle simil-glabella (e simil-irrorata).


Fig. 18. Tabella delle lunghezze e degli allungamenti conchigliari totali medi approssimativi.

Osservare che le lunghezze medie non sono aritmetiche, bensì la media è spostata verso le lunghezze massime per gli esemplari delle specie piccole e verso quelle minime per gli esemplari delle specie grandi.

All. tot. = Lungh. tot. / Massimo diametro comprendendo l’espansione del margine conchigliare.

 

Marginella glabella Complex

Lunghezze

minime

[mm]

Allungamenti

tot. minimi

di esemplari piccoli

Lunghezze

medie

[mm]

Allungamenti totali medi standard

Allungamenti

tot. massimi

di  esemplari grandi

 

Lunghezze massime

[mm]

M. irrorata (=I)

<17

1,62

27

1,69

1,76

34?

M. velai (=W)

<21

 

29

1,9

 

34

M. visayae (= V)

<30

1,6? 

39

1,8

2? 

>45?

M. glabella (=G)

<21

1,56

38

1,69

1,82

50

M. sebastiani (=S)

<34

1,72

46

1,83

1,95

60

M. pseudoglabella (=L)

<46

1,77

<56

1,91

2,05

68,8

M. pseudosebastiani (=P)

<35

1,80

50

1,96

2,12

64,4

M. pseudodesjardini (=R)

<41

1,95

52

2,10

2,25

73

M. desjardini (=D)

<39

2,00

55

2,20

2,40

82

 


Fig. 19. Marginella desjardini Marche-Marchad, 1957 (= D). Provenienza Guinea, lunghezza 59,6 mm. L'allungamento totale di quest'esemplare, circa 2, è sotto la media di quello delle normali M. desjardini, ma le altre caratteristiche conchigliari sono quasi tipiche.

  

M. desjardini è la specie più grande ed allungata del complesso, relativamente facile da identificare guardando la livrea delle bande spirali, puntinate a macchiette biancastre presenti solo nelle bande scure, e osservando l'andamento per lo più sinusoidale dei dentini a metà del labbro esterno degli esemplari adulti (gli esemplari giovanili di tutte le marginelle del M. glabella & sebastiani Complex hanno solitamente il margine sottile e poco dentato).


Marginella pseudodesjardini Le Béon, 2012 (= R):

Fig. 20. Forma pseudodesjardini tipica (= R)

 

N° 3 esemplari tipici, da un sito di Roger Le Béon, "ventral side & back side", inizialmente indicati come Marginella cfr. desjardini ("Synthese", 19 ottobre 2008), indi supposti da Roger una nuova specie biologica (2012, descritta nella rivista Novapex) e definitivamente denominati M. pseudodesjardini.

Conchiglie non comuni ma non rare nella località tipica Senegal meridionale. I morfi sono maestosamente distinguibili morfologicamente, ma difficilmente inquadrabile biologicamente.

Io nel 2011 avevo pensato che si trattasse di probabili klepton e tuttora mi resta il dubbio.

Le forme tipiche di M. pseudodesjardini Le Béon, 2012 (nome valido) sono come la forma "incredibilis" Mattavelli 2011 (denominazione da me poi invalidata).

M. pseudodesjardini è più allungata e di colorito di fondo più scuro di M. pseudosebastiani e M. sebastiani tipiche, inoltre è certamente ricollegabile a M. desjardini, pur con diverso disegno della livrea conchigliare. Rappresenta un perfetto ibrido morfologico sebastiani X desjardini. Presenta le fiamme subsuturali assiali di desjardini, mancanti in sebastiani, e le diverse puntinature di sebastiani, mancanti in desjardini.

Inoltre M. pseudodesjardini è generalmente meno allungata di M. desjardini, con punti chiari nelle bande chiare attorno alla conchiglia, punti che mancano nelle bande chiare di M. desjardini.

 

Fig. 21. M. pseudodesjardini forma giselica Mattavelli, 2013, olotipo 73,5 mm di eccezionale lunghezza, provenienza Senegal (foto originali di Gisela).

 

Nel 2013 distinsi la forma "giselica", dapprima essa sempre denominata "pseudodesjardini", ma diversa dalla "pseudodesjardini" tipica di Le Béon. Infatti il morfo adulto "giselica" ha il margine verso la bocca della conchiglia liscio, contrariamente alla "pseudodesjardini" tipica, che ha lo stesso margine finemente dentellato.

Per la mia interpretazione antecedente di " giselica", nel 2009 intesa dubitevolmente ed inverosimilmente come possibile varietà sottospecifica di Marginella pseudosebastiani, vedere l'articolo "pseudodesjardini", mentre, per un'interpretazione accettabile come molto più probabilmente vera varietà di Marginella pseudodesjardini, rimando all'articolo Altri klepton nel M. glabella Complex?, dove tuttavia non si esclude che si tratti invece, con minor probabilità, di un possibile klepton PXD oppure PXR, se non proprio di un vero raro ibrido occasionale effettivamente sterile.


Fig. 22. Marginella glabella & sebastiani Complex allargato.

Nel grafico ho trascurato le piccole sp. M. aurantia, lamarcki, mattavellii, velai, etc. citate nell’Appendice inerente la simbologia, articoli Revisione di M. glabella e 5 confondibili marginelle simil-glabella.

Potendo facilmente separare le specie M. goodalli e M. desjardini, e ritenendo M. irrorata biologicamente ben diversa da M. glabella (ma non morfologicamente), nel 2001 proposi un Marginella glabella & sebastiani Complex in senso stretto, includendo in tale complesso anche la specie M. pseudosebastiani per le affinità conchigliari, ma escludendo tutte le altre specie che pure sono molto prossime al trio G,S,P. Questa idea riduttiva del complesso era nata per qualificare la situazione biologica, ma indubbiamente occorre tener conto anche delle specie confinanti, meglio intendendo un Marginella glabella & sebastiani Complex allargato a tutte le specie note e tra loro morfologicamente simili, includendo alcune ultime "scoperte": M pseudodesjardini, M. pseudoglabella e M.visayae.

M. visayae tuttavia non compare direttamente nel grafico, assorbendo quasi tutte le forme in loco denominate glabella problematica, glabella antinea, glabella mutabilis, g. mutabilis elongata e irrorata gigas, assorbendole in modo abbastanza ameboide.

 

Tutte le specie citate ed alcune loro varietà sono state posizionate nel disegno confrontandone la taglia della conchiglia e la distribuzione della puntinatura della livrea. La specie di individuazione morfologica più sfuggente è in basso a sinistra (M. irrorata), mentre aumentando le coordinate l'individuazione delle varietà appare facilitata dalle dimensioni e dalla livrea delle conchiglie.

 

Nota: sono state scelte come coordinate cartesiane la pezzatura puntini e la taglia della conchiglia ma con maggior difficoltà si sarebbe potuto scegliere qualche altra caratteristica morfologica, esempio in ascisse l'allungamento totale = lunghezza massima/diametro ultimo giro, oppure l'allungamento boccale = lunghezza bocca/lunghezza massima, ed in ordinate la flammulatura subsuturale (argomento tuttavia ingestibile elementarmente) oppure la profilatura della conchiglia o della sola cuspide apicale (argomenti evanescenti, ma in parte quantificabili con uno dei precedenti allungamenti, aggiungendo altri concetti infidi, quali la curvatura della cuspide e dell'ultimo giro e matematicizzando le curvature introducendo misure dei diversi angoli determinanti, da individuare nel profilo delle conchiglie, cosa praticamente impossibile). Comunque sia, cambiando le coordinate di riferimento, le posizioni reciproche delle specie e loro varietà nel disegno possono mutare, rimanendo però sempre in condizioni di relativa vicinanza tra le specie e le loro varietà più simili.


Aggiornamento 20/09/2022.

Il disegno, la tabella, le foto ed i testi di quest’articolo sono di Flavio Mattavelli, ad eccezione delle foto di Roger Le Béon, 2008, delle foto di "pseudodesjardini giselica" (Gisela), delle Fig. 06 & 09 di Conchology Inc., della Fig. 17 di Galindo e Cossignani e delle foto di Alboran Shells, Autori che ringrazio.

Riproduzione solo senza scopo di lucro autorizzata citando le fonti ed i nomi dei rispettivi Autori.

Buona conchigliata

Flavio Mattavelli                          Versione inglese di quest’articolo


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