Ing. Flavio Mattavelli - matta.a@tiscali.it
La
variabilità fatta specie/klepton
Prima release 12/2005 col titolo “La
variabilità fatta specie”. Rifacimento totale dell’articolo 04/2025.
L’articolo è a licenza libera, senza
copyright, tranne che per quelle foto delle quali è citato l’Autore.
Si presuppone una conoscenza generica di
quello che ho chiamato Marginella glabella etc. Complex,
un complesso di marginelle simili strettamente a M. glabella, ma
estendibile anche ad altre marginelle a lei meno
simili, ma comunque ricollegabili nella loro variabilità.
Sigle sintetiche.
Ho aggiunto al numero di ogni Fig. una
mia sigla che sintetizza il nome della specie/klepton
del Complex studiata anche negli altri miei articoli.
Si intenda per sigla della specie/klepton una categoria biologica unitaria unica ai fini riproduttivi,
tuttavia suddividibile in una miriade di varietà morfologiche.
L’elenco completo delle mie sigle sintetiche è
reperibile in calce alle pagine Un salto nei retini conchigliari “ghepardici”
Elenco delle sigle delle specie/klepton, o simil specie tutte del
Genus Marginella, ricollegabili
al M. glabella
etc. Complex e
presenti in questa prima parte dell’articolo:
B = albida (non varietà di G) G = glabella H = tizianica (varietà di M?) I = irrorata M = mattavellii |
P = pseudosebastiani S =
sebastiani T =
pseudoirrorata (varietà di I) V= visayae (klepton?) …X…= ibrido o talora klepton di …(con 2 sigle messe
nei puntini di X) |
Sommario
· In
questa prima pagina vengono identificate Marginella
glabella Linneo = G
(Fig. 1 - 4) & Marginella irrorata Menke = I (Fig. 5). Vengono introdotte
diverse varietà sottospecifiche e probabili nuove specie, es. B (Fig. 4
bis) e M & H (Fig. 6 – 7), nonché V (Fig. 8). Nella Fig. 9 la
distinzione tra G, I e V mi appare chiara, ma non è sempre così.
Le seguenti parti seconda e terza
dell’articolo vengono lasciate inalterate, solo a scopo di archivio, ma oggi
non sono da ritenere del tutto valide e sarebbero da rivedere:
· Nella
seconda parte venivano trattati gli ibridi tra Marginella
glabella verso irrorata. Veniva proposta Marginella glabella mutabilis nuova sottospecie d'ibridazione, 2005.
Foto identificative fino a Fig. 13. Casi dubbi: -
Fig. 16 ("ring species") - Fig. 17 (M.
g. mutabilis elongata).
· La terza pagina era un
allegato su altre forme di Marginella glabella supposte
ibride verso M. pseudosebastiani:
veniva proposta nel 2005 la varietà M. g. antinea,
Fig. 14 & 15, oltre allo studio sulla forma M. g.
"problematica", Fig. 18 & 19, ma oggi occorre considerare la
nuova specie/klepton Marginella
(kl.?) visayae Mattavelli, 2021, che a mio avviso
può assumere in se sia G antinea che G
problematica, i cui nomi del 2005 sarebbero da cassare.
Nota importante.
Nel
campo di lunghezze da meno di 30 a oltre 40 mm coesistono conchiglie del Genus Marginella in specie similari a “glabella & irrorata” facilmente
confondibili, come
ad esempio M. pseudosebastiani allo stato giovanile, oltre a quella forma che nel
2005 era per me il nocciolo duro di questo articolo, Marginella glabella
mutabilis nuova
sottospecie di ibridazione, per altri varietà di M. irrorata (avendo
io nel 2005 escluso che si trattasse di una nuova specie, e non avendo allora
dato particolare importanza ad ibridi di qualsivoglia natura).
Dal 2011 ho tuttavia evoluto
le mie idee riguardo alle speciazioni del Complex di Marginella glabella
etc. e ritengo assai probabile che esistano in esso vere
categorie ibridogenetiche, cioè alcuni klepton
e multiklepton.
Se
così fosse, si tratterebbe di una scoperta importante, ma ancora da verificare
geneticamente.
La
categoria klepton rispecchierebbe la realtà
biologica, mentre, dal punto di vista della morfologia conchigliare,
quasi tutti i diversi morfi del Complex possono
essere in pratica considerati singolarmente come semplici varietà delle stesse
già note specie biologiche alle quali, quando i morfi si possono ricondurre
morfologicamente, essi si possono ascrivere.
Ciò sarebbe biologicamente errato, quando invece alcuni morfi fossero proprio veri klepton, oppure quando alcuni morfi non si possono ascrivere propriamente soltanto a una specie nota e quindi si potrebbe pensare ad una specie nuova.
L’insieme
di specie + klepton del M. glabella etc. Complex si presenta come un inestricabile intrico di
categorie tassonomiche responsabili della moltitudine delle speciazioni
naturali, ben al di là della selezione naturale intesa come causa principale di
darwiniana memoria.
Ecco
che tra G & I si deve oggi inserire l’importante concetto della nuova
specie M. (kl.?) visayae,
tuttavia solo accennata nel presente articolo, vedere Fig. 8 & 9.
Marginella glabella
(Voluta glabella Linneus, 1758), Genus Lamarck, 1799.
Io non so, e forse nessuno sa con
certezza, a quale forma si riferisse Linneus quando
introdusse Marginella glabella,
comunque la maggioranza dei suoi posteri (dalle bibliografie ed in
Internet) sembra orientata a riconoscere come tale una forma simile alla
seguente foto, che prenderò come base delle mie considerazioni, introducendo
una varietà subtypica.
Fig. 1. Sigla G. Marginella glabella (Linneus)
1758, var. subtypica , 43,2 mm.
La
forma subtypica è caratterizzata da un
aspetto globoso, soprattutto nella spira sopra l'apertura.
La
specie M. glabella è assai variabile,
normalmente compresa tra 30 e 50 mm di lunghezza, di distribuzione
genericamente attribuita al Nord Senegal, di batimetria stimata acque basse.
In
tutte le G (tranne le
presunte albine) notare la presenza di flammule assiali subsuturali
con le zone colorate preponderanti rispetto alle flammule biancastre, nella
banda scura sotto la sutura.
Fig.
2. Sigla G
Marginella glabella
nane, 25
& 30 mm, Isola di Lanzarote (Is. Canarie), fondo
sabbioso, profondità 20 m.
Alle
Isole Canarie esistono G assimilabili
alla var. subtypica
ed ad altre forme intermedie più pallide, fino quasi alla discutibile G
albida (v. Fig. 4), caratteristicamente
nane, però per lo più ben distinguibili dalle "normali" M.
irrorata (v. Fig. 5), pur essendone equiparabili per lunghezza.
Maggiore
confusione nasce nelle forme pensate “albine” (v, Fig. 6).
Fig. 3. Sigla G.
M.
glabella varietà
"dark", 32 mm (provenienza Sud Senegal?), con
fantastici esemplari scuri talora dal labbro esterno ambrato molto inspessito
(più che in foto). Si tratta comunque di semplici variazioni. Tuttavia nel
2021 ho introdotto dei nomi
per le varietà, che per le varietà G “dark”
vanno da G bordeaux a G neoglabella…
La
denticolatura e l'inspessimento del labbro sono in
generale poco significativi per il riconoscimento delle Marginella,
denotando solo che, quando sono presenti, l'esemplare è adulto (ma esistono
anche M. adulte a labbro liscio e sottile). A mio avviso inoltre
l'inspessimento anomalo può essere il risultato di ibridazioni o mutazioni
ambientali o alimentari, senza parlare di veri e propri “freak”, con
mostruosità che riguardano eccezionalmente soprattutto la spira apicale.
Fig.
4. Sigla G albida, o meglio G leucistica, per non dire albina.
In
tutti i casi piuttosto che "albinismo"
si dovrebbe meglio dire "leucismo", ma mi sono uniformato al vocabolo
più generalmente ritenuto di significato noto: albino = sbiancato. Nel 2005 ho
pertanto introdotto l’aggettivo albida per
indicare la varietà di G.
Marginella glabella albida Linneus, 1758, lunghezza 31,8 mm.
La
Fig. 4 è così intesa come varietà di G, confondibile con M. irrorata "albina"
cfr. Fig. 7 (cfr. significa da confrontare con) e cfr. Fig. 6, nonché cfr.
Fig. 4 bis. La spira della varietà
G albida
è globosa, come nella G subtypica.
Attenzione. I morfi sbiancati sono perlopiù
riconosciuti come forme albine o leucistiche di M.
glabella, tuttavia
talora non si tratta di pochi esemplari chiari in popolazioni numerose colorite.
Lascia certamente perplessi il fatto che esistano intere popolazioni di simil conchiglie, anche più sbiancate
della figura, o meglio color paglierino panna uniforme, popolazioni per
lo più ritrovabili solo in Mauritania, come si trattasse di una sottospecie
geografica, se non di un'altra specie.
Perciò,
a partire dal 2005, ho proposto la
possibilità di una nuova specie, confermata nel 2021, Marginella albida Mattavelli, 2021, con
validità temporale solo in Internet, perché manca la definizione cartacea su
rivista specializzata. In
realtà tali popolazioni numerose più sbiancate, ed uniformemente paglierine,
sono anche morfologicamente un poco dissimili dalla Fig. 4, cfr. Fig. 4 bis. A
mio avviso tra G & B trattasi di 2 specie diverse, per le quali ho
purtroppo malamente usato lo stesso nome “albida” in concetti diversi,
anche se tassonomicamente la cosa è ammessa, in quanto in G albida mi riferisco ad una varietà di specie,
mentre in M. albida
= B mi riferisco ad una specie
diversa, essendo diversi i concetti di varietà e di specie biologica.
Quando la spira è più acuta o turrita
che non nella Fig. 4, è poi difficile dire se si tratta di G albida oppure
di quale altra varietà di specie similare già nota, o addirittura di una nuova
specie.
Il problema dell'identificazione delle
forme a spira allungata, forme che verranno inquadrate nella varietà "elongata"
cfr. Fig. 17, non riguarda però solo le forme "albine", anzi
piuttosto tutte le varietà colorite di G,
I e soprattutto V (v. Fig. 8), etc.. Noto che le
denominazioni della Fig. 17 andrebbero mutate quasi tutte in Marginella visayae
elongata.
Fig. 4 bis. Sigla B.
Marginella albida Mattavelli, 2021, lunghezza 35 mm, provenienza
Mauritania, foto Alboran Shells.
Oltre alla colorazione uniforme, questa
specie è individuabile da un allungamento conchigliare
totale leggermente maggiore di G, nonché da un’apertura della bocca della
conchiglia leggermente più slargata verso la testa del mollusco, cioè in basso
nella foto.
L’apertura di B inizia in alto nello
stesso modo di G, ma, man mano che ci si abbassa guardando, si deve osservare
in B un allargamento della bocca, rispetto alla bocca di G, anche se
l’allargamento appare poco nella Fig. 4 bis, posto ad 1 cm circa dal punto più
basso, in corrispondenza del primo giro columellare,
guardando tra la columella ed il labbro interno del margine esterno.
Anche l’apertura assiale, cioè in
verticale nella foto, della bocca di B è maggiore di quella di G. Guardare le 2
conchiglie come se fossero costituite ognuna da 2 coni contrapposti, uniti per
una base comune, che si trova in corrispondenza dei massimi diametri conchigliari.
I coni superiori (verso l’apice delle
conchiglie G & B) sono pressoché identici, ma in B il cono superiore è
leggermente più alto di quello di G.
Nei rapporti di conicità (altezza/diam. di base) tra le parti
inferiori delle immagini dei 2 coni invece è abbastanza manifesto che il cono
di B è assai più alto di quello di G, a parità dei diametri delle basi
confrontate sovrapposte.
Marginella irrorata Menke, 1828.
Menke
giustamente introdusse Marginella irrorata,
specie diversa ma simile ad una piccola M. glabella.
La dimensione non è certo la caratteristica distintiva. M. irrorata è
piccola, forse meno variabile di M. glabella, ma
talora è parimenti di complicata identificazione.
Quando non sia possibile verificare i
molluschi, giacchè irrorata ha il corpo del
mollusco uniformemente biancastro mentre glabella
lo ha puntinato (secondo Gould & Neefs), e si
voglia distinguere le specie solo secondo la morfologia delle conchiglie, il
compito è sicuramente arduo, talora quasi impossibile.
Le note che seguono vogliono essere un
aiuto per superare le difficoltà morfologiche conchigliari,
ma al tempo stesso si creerà un quadro della situazione che lascerà intravedere
incredibili sviluppi, nella pagina Web successiva.
Cominciamo con lo stabilire cos'è M.
irrorata tipica, con la descrizione che ne dà G.B. Sowerby
nel Thesaurus Conchyliorum del 1847: "Less ventricose than M. glabella with the mouth shorter in proportion to the
spire, and the outer margin
of the reflected lip less distinct; the shell is beatifully
marked by zig-zac lines of
minute white spots":
Meno globosa di M. glabella, con la bocca più
corta in proporzione alla spira, e il margine esterno del labbro riflesso meno
distinto; la conchiglia è leggiadramente marcata da linee zic-zac
di minuscoli punti bianchi.
Fig.
5. Sigla I.
Marginella irrorata Menke 1828, 28 mm circa, West Sahara.
La
figura rispecchia la descrizione di Sowerby, tranne
che non si riconoscono le linee a zig-zag, comuni in altri esemplari di I.
Infatti
l’esemplare potrebbe essere inquadrato nella forma pseudoirrorata, eventuale sigla T, che per me
tuttavia è solo una bella varietà di I, con piccoli puntini chiari tutti ben
distinti e distinguibili sulla livrea conchigliare
lucida, a sfondo più o meno rosaceo, spesso più rossastro nella varietà pseudoirrorata
tipica (non fotografata).
In
altri esemplari i puntini appaiono abbastanza confusi, perché distribuiti
sempre a retino regolare, ma abbastanza sovrapposti, credo per tendenziale leucismo, determinando talora delle linee a zig-zag
chiaro-scure, pure abbastanza confuse, con la medesima dominante rosacea di
fondo, quando non si tratta di esemplari proprio più leucistici.
La descrizione di Sowerby ha tralasciato alcune importanti caratteristiche
morfologiche della conchiglia, utili per l'identificazione della specie in
questione: più che le linee zic-zac, è la
distribuzione geometrica non casuale dei puntini, cioè la retinatura, che importa, retinatura della quale le linee zic-zac non sono che una particolare deformazione; inoltre
le caratteristiche più appariscenti sono talora la predominanza delle flammule biancastre subsuturali,
rispetto alle zone scure subsuturali di I (però nella
Fig. 5 la flammulatura è equipartita)
e la turricolatura a gradini della spira di I, evidente
nell’immagine.
Comparazione delle caratteristiche di G & I, con cenni a V.
L’allungamento delle I & G è
generalmente abbastanza variabile, spesso con forme più “elongate” in I (e/o in V?!), sia verso l’apice della spira, che
verso la testa del mollusco (in basso nelle figure), comunque di solito le I
sono leggermente meno globose delle G e delle V; le I hanno, in
proporzione alla spira apicale, la bocca leggermente più
corta di quella delle G.
Le I, qualora supposte giganti (falso),
somigliano più facilmente alle V (vedere Fig. 8), purtroppo le V sono
morfologicamente mostruosamente intermedie tra G & I.
Riguardo alla colorazione,
irrorata vuol dire aspersa di (chiare) goccioline, ma anche permeata di un
virtuale liquido (per lo più rosaceo, ma anche talora beige, comunque più scuro
del colore delle goccioline) che ne traspare sotto ed intorno, sulla superficie
della conchiglia. La tonalità rosacea chiara di M. irrorata si
ritrova raramente in M. glabella (v. Fig. 9), comunque il
colore di fondo della superficie non può essere una caratteristica determinante
di distinzione.
Il diametro dei puntini chiari di I è mediamente e relativamente
generalmente più piccolo del diametro dei puntini chiari di G (a sua volta più piccolo
di quelli di M. pseudosebastiani, a sua volta
più piccolo di quelli di M. sebastiani), ma
si capisce bene che non si può scegliere la specie in base a puntinini, o a puntinoni, quando
il diametro spazia soltanto da poco meno di 1 mm di I fino a quasi 1,5 mm di G (e fino a quasi 2 mm di M. pseudosebastiani e 3 mm
di M. sebastiani), potendo tutte queste specie
avere puntinini anche solo di circa 1 mm di
diametro. Comunque i puntinini di M. irrorata al
massimo diametro non superano 1,5 mm, ma possono assomigliare a quelli di M.
glabella (e M. visayae).
Semmai si potrebbe dare importanza alla
reticolatura dei puntini chiari, che in G sono tendenzialmente meno reticolati che in I (e meno reticolati che in V).
Più avanti (v. Fig. 7) si vedrà che la
reticolatura è un bell'argomento di discussione, ma alla fine è come cercare di
togliere in modo parziale un ragno dalla sua tana.
Le I hanno il margine del
labbro esterno riflesso leggermente meno distinto di quello delle G.
La conformazione e la denticolatura del labbro interno del margine
generalmente dipendono soprattutto
dall’età del mollusco. Però il margine delle I è internamente quasi
sempre più fittamente e finemente denticolato, mentre il margine delle G
è di solito scarsamente dentato, con denticolatura
poco più grossolana di I e di V.
Ogni
caratteristica, che da sola significa poco, assemblata alle altre
caratteristiche permette meglio l’identificazione.
La turricolatura
della spira di M. irrorata è una caratteristica distintiva, quando
c'è, ma non è sempre evidente.
Talora si nota maggiormente la
conicità della spira apicale di I
rispetto a G, che di solito è più globosa e con la spira
apicale più ribassata, ma non sempre.
Invece nelle flammule assiali subsuturali di M. irrorata le parti bianche
sono quasi sempre larghe, sovrastando le zone rosacee, mentre in M. glabella avviene per lo più il contrario, cioè le zone
marroni per lo più prevalgono sulle flammule bianche ridotte ad uno spessore
quasi lineare.
Esistono cioè 2 tipi di "zebrature
ideali", tipiche rispettivamente una di I e l'altra di G.
In
M. irrorata le fiamme sono principalmente come la sequenza: |
AAA |
X |
AAA |
X |
AAA |
X |
AAA |
In
M. galbella le fiamme invece si mostrano per
lo più così: |
XXX |
A |
XXX |
A |
XXX |
A |
XXX |
(dove X
rappresenta la zona scura delle fiamme ed A la
zona chiara).
Invero non è sempre così. L'effetto
della zebratura subsuturale di G in qualche caso è meno appariscente
che in I, anzi in
qualche caso atipico si può notare equipartizione di chiari/scuri, cioe talora la flammulatura
si può presentare XX XX XX XX (= Fig. 5).
La "zebratura reale" sarebbe dunque
una caratteristica distintiva, confrontata con i 2 tipi ideali. Tuttavia le 2
zebrature ideali sono scarsamente efficaci nel caso degli esemplari albineggianti e talora la zebratura subsuturale
può non essere abbastanza discriminante, da sola.
Fig. 6. Sigla M oppure H?
Questi 3 esemplari provengono dal West
Sahara (Marocco), dimensione massima 25 mm, foto del sito giapponese Bishogai (Bigai), colà indicati
come Marginella irrorata, sottinteso “albini”, o meglio
esemplari leucistici.
Io stento a riconoscerli come varietà di
I, per il loro estremo candore uniforme. Ritengo che si tratti di una specie
diversa da I.
· Noto
che è già stata descritta la esclusivamente candida nuova specie Marginella mattavellii Cossignani, 2021, mia sigla M, limitatamente presente
nella località Saly Portudal, Petite Cote du
Senegal, a Sud del Senegal, cioè abbastanza lontano dal West Sahara (Marocco).
· Perciò
ritengo possibile che per la Fig. 6 si tratti di un’altra candida nuova specie
presunta, che ho chiamato Marginella
tizianica Mattavelli,
2021, mia sigla H, descritta solo in Internet. H sarebbe
endemica in West Sahara e tutt’al più in Mauritania, ma non in Senegal.
Oppure H potrebbe essere una sottospecie
di M, con M ritenibile a più ampia distribuzione di quella unicamente proposta
da Cossignani.
Escluderei comunque che per la Fig. 6 si
tratti di varietà “albine” della specie I.
Per quanto concerne le caratteristiche
morfologiche per individuare le “specie albineggianti”
B, M e H la questione resta aperta.
Pur nelle loro difficoltà di confronto,
c’è un accenno di tali caratteristiche in Fig. 7.
L’albinoleucismo
vero di specie già note o di presunte nuove specie non è l’unico motivo di
confusione specifica in questi molluschi, esiste la possibilità che si tratti
talora di molluschi klepton, perlopiù tra G X I in esemplari coloriti. Vedere
la Fig. 8.
Dapprima ritorno ancora momentaneamente
a M. irrorata, per ricapitolarne le
caratteristiche nei confronti delle specie “albineggianti”
a lei più simili.
Fig.
7. Sigla I
M. irrorata veramente "alboleucistica", 27,2 mm, Dakar, Senegal.
Purtroppo
in questa foto i puntini bianchi sono quasi impercettibili, ma esistono sempre
in realtà, guardando le conchiglie con una lente. Nella Fig. 7 esistono 2 toni
reticolati di chiaro su chiaro. La puntinatura
reticolata è una delle caratteristiche principali delle M. irrorata veramente "alboleucistiche".
La
mancanza di puntini invece è importante per la distinzione di I da M e da H.
Inoltre
la presenza della puntinatura nelle I “albine” è una caratteristica principale
anche per la distinzione da M. albida albida, sigla B, che è
paglierina uniforme senza puntini, mentre i puntini possono essere una
caratteristica poco pratica per la distinzione delle I “albine” da M. glabella albida, sigla G, che pure è puntinata, sebbene
G appaia solitamente non reticolata, anzi sembri con puntini messi a caos e
impastati in modo grossolano.
Può
essere utile osservare la turricolatura della
spira apicale, che in M. irrorata, nonché M & H (che hanno la medesima turricolatura
a gradini di I), tende ad elevarsi maggiormente (determinando
forme “elongate”) rispetto alle spire
di G e B, che sono solitamente più
ribassate e meno gradinate, cioè più tondeggianti, come già accennato nella
didascalia della Fig. 5. Osservare per G & B le figure fino alla Fig. 4 bis
compresa, mentre nelle figure 5, 6 e 7 si nota una maggiore gradinatura delle
spire apicali delle Fig. precedenti, riferite a G & B.
Fig. 8. Sigla V.
Dapprima indicato come M. irrorata, 38 mm, cfr. var.
gigas Suarez,
1980 (Carlos Buey Suarez introdusse diverse var. di I, tra cui una varietà gigas,
diversa da questa foto), oggi per me l’esemplare si deve ritenere Marginella
(kl.?) visayae Mattavelli, 2021, forma subtipica, sigla V.
La
lunghezza infatti sarebbe eccezionale se fosse una forma di I, ma è normale per
una V.
La
turricolatura è assente ma la spira presenta una
conicità superiore alla media delle M. glabella. L'esemplare
infatti assomma alcune caratteristiche di I (determinante la predominanza delle flammule subsuturali chiare, secondari il colorito rosaceo, la bocca
ristretta rispetto alla lunghezza totale, la denticolatura
fine), pur lasciando spazio alla discussione per quanto concerne la
configurazione dei puntini chiari: essi sono fini come irrorata ma
malamente reticolati come glabella.
La colorazione dello sfondo della livrea della
conchiglia dell’esemplare fotografato non è comune né in G né in V, che sono di
solito più tendenti al beige, mentre le varietà di G sono anche talora più
colorite verso l’amaranto, v. morfi G “dark” Fig. 3.
.
Fig. 9. Sigla G.
Riassumendo,
esiste una sottile linea di confine tra le caratteristiche morfologiche delle
conchiglie di M.
glabella, irrorata e visayae.
Escludere
M. irrorata soprattutto sopra i 30 mm
di lunghezza.
Confrontando
la struttura della conchiglia con la Fig. precedente il confine tra G e V è
netto.
Nella
Fig. 9 vedo una M. glabella var. rosea, 34,5 mm, notando però che la
colorazione rosa (comune in I) non è comune in G e V.
I
punti chiari sono in G più
grandi e più impastati che in I e V, forse per una maggior tendenza
all'albinismo, sebbene non mi risulti che V presenti morfi “albini”, come
analizzato nel mio
articolo sull’Albinismo.
Le
flammule subsuturali di quest'esemplare sono di tipo
"a zebratura glabellica", la conchiglia è
più panciuta delle I e delle V, inoltre ha la spira più ribassata della Fig. 8.
Dunque
in questo caso è impossibile confondersi, ma attenti a non generalizzare:
potrebbe trattarsi solo della presunzione dell'ignorante, come si vedrà nella pagina
successiva.
Flavio Mattavelli
Indice generale (58 pag.
nel 2025).
Home dell’intero sito. Vedere
pure Elenco “mirror”
Il sito si compone di 4 Sezioni, delle quali ecco un riferimento.
1. Sezione conchiglie (24 pag.
nel 2025)
· Specie/klepton
aggiornamento 2014
· Articolo di archivio 2005: "La
variabilità fatta specie", comprendente:
1. Prima parte, per la
distinzione tra M. glabella e M. irrorata. Parte rinnovata nel 2025. Presente pagina.
2. Seconda
parte, per il riconoscimento degli ibridi morfologici M. glabella X
M. irrorata (M. glabella mutabilis).
Parte da rivedere.
3. Terza parte
o allegato, inerente le forme M. glabella antinea & M. glabella
problematica, Mattavelli 2005. Parte da rivedere.
· Altri klepton nel Marginella glabella Complex? Agg. 2017. In
conclusione pagina le frequenze percentuali ed una tabella fotografica di tutto
il Complex.
· Marginella pseudodesjardini Le Béon, 2012, vera
specie, ma che potrebbe essere anche un ipotetico klepton,
con note sulla forma "pseudodesjardini giselica" Mattavelli, 2013.
· Marginella irrorata pseudoirrorata Mattavelli nuova varietà 2017
· Universo lumperia,
2014, un'anticipazione dell'incerto futuro, con l'introduzione di M. pseudoglabella nuova specie/klepton
(SXP o SXG?)
· Nuovo sguardo ai mondi
di Marginella
glabella e pseudoglabella, luglio 2017.
· Definizione
definitiva e comparativa della nuova "specie" Marginella
(Kl.?)
pseudoglabella Mattavelli, 2018
· Ipotesi inerente la possibile nuova
"specie" Marginella (Kl.?) visayae Mattavelli, 2018,
ed altre varietà di specie già note.
· Links al Complex di Marginella
glabella, pseudosebastiani,
pseudoglabella etc..
Aggiornamento 2020.
· 5 confondibili marginelle simil glabella & irrorata, release febbraio 2021.
Novità interattive 2025,
sulle marginelle simil-glabella,
irrorata etc.:
1. “Albinismo” delle simil M. glabella & M. irrorata, con ipotesi di 2
nuove “specie non albine” (M. albida & M. tizianica).
2. “Albinismo” in generale,
anche per specie non del glabella Complex, con
ipotesi di Marginella galindoi Mattavelli, 2021.
3. Revisione di M. glabella, con mie nuove denominazioni di sue
varietà (es. M. glabella glabella & M. glabella
neoglabella)
4. Marginella
(kl.?)
visayae Mattavelli,
2021 nuova “specie sorella” di M. glabella & irrorata.
5. Marginella
sebastiani Marche-Marchad & Rosso, 1979
nelle sue 5 varietà principali, con Post Scriptum 2023 sui Morfi
inclassificabili, con Riassunto della mia simbologia sintetica.
6. Un salto nei retini conchigliari “ghepardici” con
Appendice 2023 con in calce Riepilogo di tutte le mie sigle sintetiche, come
precedente simbologia.
Articoli soltanto in
inglese:
· Quick reference guide, compendium fotografico inerente tutto il Marginella glabella
Complex allargato (Marginella
sebastiani, desjardini, pseudosebastiani, pseudodesjardini,
goodalli, glabella,
irrorata, pseudoglabella, velai & alcuni
ibridi morfologici, visayae
2018), revisione 2020.
· 2006 archives, Marginella pseudosebastiani Mattavelli,
2001 new species. Statements on
the M. glabella & pseudosebastiani Complex.
· Complex Links in 2017 modified by the integration of a definition of Marginella (kl.?) pseudoglabella. 2020 update.
2. Sezione macchine (9 pag. nel 2025).
La home page sezionale è una panoramica inerente
solo alcune macchine costruite presso la ditta Cavalleri
Mattavelli Sas. – Milano.
Le singole pagine sono accessibili dalla home
page sezionale.
Rilevante lo studio
inerente la Potenza
giranti dentate. Unico nel
suo genere lo studio sul bombametro di Preziati.
3. Sezione aeromodellismo (20 pag. nel 2025).
Articoli di parentesi ludica ed aerodinamica
amatoriale, con pratica tramite modelli in cartoncino bristol.
Solo configurazioni non convenzionali, cioè
canard e principalmente tuttala.
Le singole pagine sono accessibili dalla home
page sezionale.
Evidenzio comunque:
· Ornitoplanate.
Studio sul volo planato degli uccelli.
· Fuochi e baricentro. Approfondimento sui 4 punti
fondamentali della meccanica del volo.
· Calcolando il punto neutro dei
velivoli convenzionali, in relazione al diedro longitudinale geometrico e
con ipotesi sul numero aureo collegabile al volo degli uccelli, release 2024.
4.
Gorgonzola (4 pag. nel 2025).
Monografia inerente "La
mia Gorgonzola dopo il 1990" (miscellanea sulla città e sul formaggio
omonimo, con note sulle origini del nome), relaise
gennaio 2019.
La lunga monografia è
stata integrata da alcune Chiacchere
di un conchigliologo aeromodellista in pensione, relaise gennaio 2019.
Poi la monografia è stata
suddivisa in 2 parti ed integrata da un sunto fotografico del libro di mio
padre Fedelio, inerente miscellanea di Gorgonzola
fino al 1990.