Flavio
Mattavelli
Un salto nei retini conchigliari “ghepardici”.
Le specie retinate “grossolane” nel Marginella glabella (etc.)
Complex.
L’etc. sta
a significare di intendere tale
Complex allargato a tutte le marginelle del West Africa riconducibili a M. glabella Linneo, 1758, comprendendo ad es. M. sebastiani Marche-Marchad & Rosso, 1979.
In
quest’articolo si descrive pertanto una nuova varietà della specie M. sebastiani, precisamente Marginella sebastiani millepunctata
Mattavelli, 2022.
Si precisa
inoltre l’esistenza della notevole varietà M. visayae pseudovisayae Mattavelli,
2021.
Sul PC presenterò le immagini delle conchiglie in
visuali leggermente allargate
rispetto alle loro dimensioni reali.
Premessa, guardando la natura che ci circonda.
Osservando
alcuni splendidi felini, tipo i leopardi ed i giaguari, appare la differenza
tra le loro macchie e quelle dei ghepardi.
Leopardi,
giaguari e ocelot (o gattopardo americano) hanno macchie a rosetta, mentre
ghepardo e serval (o gattopardo africano) hanno perlopiù semplici puntinature,
che, con un po’ di fantasia, potrebbero essere viste come retini da stampa
stocastici (vedere avanti).
Cioè nel ghepardo (foto da Pixabay) la
distribuzione dei punti può apparire anche del tutto casuale, a rete a maglie
non allineate, però presentando i punti quasi tutti di diametro uniforme. I punti
sono leggermente ovali e con altri punti piccolissimi intermedi, ma idealmente
trascuriamo la presenza dei piccolissimi.
Il disegno puntinato a pois scuri quasi uniformi su fondo chiaro, una forma di mimetismo,
è comune anche ad altre specie animali, in particolare diversi molluschi.
Ad esempio cito Cypraea tigris Linneo, 1758; alcuni Conidae, in particolare Conus leopardus millepunctatus Roding, 1798, con
puntinature a maglie quadre reticolate tra avvolgimenti circonferenziali ed
assiali; alcuni Naticidae, come Naticarius stercusmuscarum Gmelin, 1791
ed alcune marginelle, però non del Complex qui trattato, in quanto più
esattamente della Famiglia Cystiscidae,
es. Persicula persicula Linneo,1758,
varietà/sinonimo di P. avellana Lamarck, 1822.
A sinistra Persicula
persicula avellana, lunghezza circa 20 mm, quasi perfetto esempio di
retinatura regolare, ad allineamento sfalsato, assiale e diagonale a maglie
triangolari equilatere, circonferenziale a maglie romboidali.
Naticarius
stercusmuscarum, grande circa 30 mm, una
volta noto col sinonimo di N. millepunctatus, dove i puntini, scuri su
fondo chiaro, sono a reticolo abbastanza regolare, che qui appare talora a
maglie quadre, che talora divengono triangolari equilatere.
In realtà il reticolo muta da quadro a
triangolare, e viceversa, secondo le linee di avvolgimento dei puntini sulle
gibbosità della spira conchigliare.
“Stercusmuscarum” significa sterco delle
mosche, ma credo che nessuna mosca abbia mai defecato in modo così regolare.
La prerogativa contraria, dei pois chiari su sfondo scuro, es. mantello dei daini e
cerbiatti, invece è abbastanza caratteristica pure del Complex qui avanti
trattato, ed in verità è caratteristica anche di alcune Cypraea (camelopardalis,
vitellus, guttata, comma). Nei cervidi citati si imita il chiaro/scuro dei
raggi di sole penetrati nel sottobosco, mentre per i molluschi in mare credo
che si imitino i riflessi della luce filtrata tra le onde, in fondali
prevalentemente sabbiosi.
A parte il
colore dei puntini e del loro sfondo, per tutte tali puntinature, quando simili, si
può usare l’aggettivo ghepardico o
anche pardico, per non dire pardino o pardale, che invece è meglio riferibile
alla macchiatura dei leopardi, giaguari, ocelot e gatti del Bengala, che hanno
distribuzioni delle macchie a grandi chiazze tutte diverse da quella a
relativamente piccoli punti del ghepardo e anche del serval. Esiste inoltre
qualche assonanza con la puntinatura della lince europea, ma quella del
ghepardo è certamente più indicativa di ciò che voglio trattare.
Ad esempio in passato (nell’articolo
Universo lumperia) denominai “ghepardica”
una ritenuta Marginella glabella mutabilis di varietà particolare, nel
2018 ho però ridenominato tale varietà, o meglio l’ho ritenuta della nuova
specie/klepton Marginella (kl.?) visayae (Fig.
19 del primo articolo su “visayae”, cui
seguirà nel 2021 la
definizione definitiva della nuova “specie” in forme “ghepardiche”).
Nel Complex
di M. glabella (etc.) coesistono
specie molto diverse anche per tipo di livrea, ma quella ghepardica è
caratteristica di un numero limitato di varietà, che verranno elencate in
seguito.
Non ho indagato i motivi biologici ed i pigmenti
che hanno generato le puntinature chiare a sfondo scuro, bensì solamente le
morfologie delle grafiche delle livree delle conchiglie elencate.
Alcune
definizioni sul retino.
Retino o retinatura o reticolo
= distribuzione perlopiù regolare di punti, posti ai nodi delle maglie di una
rete grafica. I punti, nelle varietà di specie del M. glabella (etc.) Complex oggetto dell’articolo, sono talora
piccoli (= puntini), ma non
piccolissimi, mentre, nello stesso Complex, i punti possono anche allargarsi in
grosse macchie, caratteristiche di
altre specie, qui non trattate.
Allineamento
=
disposizione successiva dei puntini, determinante una linea diritta tra punto e
punto della stessa maglia, ma la linea di allineamento successivo può
incurvarsi seguendo le maglie, che possono avere forme diverse.
Il distanziamento
(= lunghezza del lato di una maglia) dei puntini può variare, ma consideriamolo
uguale nei retini regolari ideali,
uguale sulla stessa linea di allineamento dei puntini, allorquando i puntini
sono idealmente allineati a distanze tutte uguali l'uno dall'altro. Consideriamo
per riferimento l’interasse tra i centri
dei puntini, che potrebbe essere differente, ma gli interassi sono tutti uguali
nei retini regolari ideali, determinando idealmente una frequenza di
distribuzione dei puntini costante.
Più linee di puntini dovrebbero essere parallele
equidistanti nel retino regolare ideale, però il posizionamento dei puntini su
una linea rispetto a quelli della linea adiacente può mostrarsi in 2 casi ideali diversi:
In questa figura osservare
i puntini scuri su fondo chiaro.
L’interasse sugli allineamenti è pari a circa 1,5
diametri dei puntini, mentre l’interasse sulle diagonali dei quadrati è pari a
circa il doppio dei diametri dei puntini. L’area
scura rispetto all’area interna chiara è pressoché equivalente (scura
12,56/12,44 chiara, in ogni quadrato contenente 4 puntini).
I puntini chiari su
sfondo scuro danno un effetto ottico diverso, esaltato quando hanno anche
leggere diversità di diametri, interassi dei puntini e colori.
Supponendo gli stessi diametri ed interassi del
caso precedente l’area chiara però
prevale sull’area scura, essendo maggiore circa il 12% rispetto al caso
precedente (area fori 21,98/19,588 lamiera).
Nelle tipologie di conchiglie retinate regolari
spesso i 2 casi ideali si confondono, siccome, seguendo l’avvolgimento della
spira, le linee di allineamento dei puntini scorrono sfalsandosi una sull’altra
secondo l’ingobbamento dei giri. Pertanto nella maggioranza di simili casi
conchigliari non distinguerò i 2 casi ideali precedenti, ma scriverò che, quando
vengono similarmente realizzati, si tratta di casi che verranno entrambi detti a retini regolari, senza precisazioni dei tipi di maglie.
In nessuna conchiglia retinata il reticolo è
perfettamente regolare, qualche maglia quindi può divenire pentagonale,
esagonale etc., oltre che essendo a maggioranza quadrata o
triangolare/quadrigonale nei retini ideali. La direzione di ogni linea di
puntini può essere assiale, circonferenziale o diagonale sul giro delle
conchiglie, tuttavia nel Complex in questione è perlopiù diagonale, a volte
zigzagante, determinando tipologie di puntinature dette stocastiche, senza linee di avvolgimento tutte uniformi.
Nella stampa esistono infatti anche i retini a distribuzione stocastica, cioè
a distribuzione caotica, sia di interassi che di diametri puntini, con
modulazione di frequenza dei distanziamenti e di ampiezze dei diametri. Anche
in alcune marginelle dell’articolo i puntini possono essere a distribuzione
stocastica dei puntini.
Praticamente è quasi
impossibile descrivere i retini stocastici in una trattazione geometrica di
tutti i parametri, però, quando i punti non divengono macchie, si possono
idealizzare i retini stocastici con puntini quasi regolari con interassi quasi
uguali, come nell’immagine a lato, che direi “ghepardica” invertita.
E’ questo
il caso di alcune delle puntinature
ghepardiche di alcune delle conchiglie del Complex di M. glabella etc., ove si tratta di una retinatura invertita, cioè con punti chiari su superficie scura,
mentre nella retinatura di stampa classica ci sono perlopiù punti scuri su
superficie chiara, come sempre nel ghepardo. Nel ghepardo in senso stretto
inoltre si tratta di una retinatura stocastica, ma l’aggettivo “ghepardico” verrà riferito in senso largo
anche a retini pressoché regolari, purché a puntini “grossolani”.
I puntini
“ghepardici” non sono macchie, ma nemmeno talmente piccoli da definirsi punti
ultra fini.
Talora
nelle conchiglie i puntini possono non essere nemmeno stocastici, assumendo una
retinatura più regolare di quella del ghepardo, mantenendone sempre la
“grossolaneità” dimensionale, più evidente di solito sui dorsi delle
conchiglie, mentre lato boccale la puntinatura è meno marcata.
Grossolaneità.
"grossolano
o grossolaneo" = dizione forse impropria per indicare puntini abbastanza
grandi senza essere macchie abbastanza distanti, ma nemmeno puntini talmente
piccoli da poter essere definiti ultra fini di diametro ed ultra fitti, cioè ad
interassi eccessivamente ravvicinati. La
distribuzione ghepardica grossolana non s’intenda sparsa rada, ma nemmeno
fittissima, ove invece spesso i puntini possano impastarsi visivamente, o
essere impastati di fatto.
Per alcune
livree delle conchiglie del Marginella
glabella (etc.) Complex i punti sono quasi tutti ben visibili
distintamente. Non esiste idea di rozzezza rispetto a puntinature più fini,
anzi la "grossolaneità" è un pregio rispetto alla chiarezza di
individuazione, in quanto i puntini più grossi e non impastati individuano
subito meglio se esiste un ordine regolare o stocastico del retino. Oserei dire
che per i puntini grossolani si tratta di una forma di maggior bellezza
rispetto ai puntini piccolissimi e fitti o impastati, al di là della loro
diversa funzione mimetica.
Entriamo dunque nel Complex allargato, per
estrarne solo le conchiglie “retinate grossolane”, cioè a puntinatura
“ghepardica”.
La
puntinatura di tali conchiglie presenta sia casi a retini regolari quasi ideali
che casi a retino stocastico anche caotico.
Ovviamente
escluderò dall’elenco ogni conchiglia avente puntinature impastate (es. comuni M. glabella), inoltre escluderò tutti i
casi con diametri e frequenze di puntini ultra fini od ultra fitte, o con pochi
grandi punti (macchie) disposti a caso, a interassi perlopiù elevati (es. M. sebastiani tipiche).
Infatti
all’interno del Marginella glabella
(etc.) Complex convivono anche marginelle a grandi macchie, come M. sebastiani tipiche, M. pseudodesjardini e forme di M. desjardini, tuttavia la
maggioranza del Complex presenta sulla livrea conchigliare a fondo scuro dei
puntini chiari più o meno impastati tra di loro, a distribuzione casuale.
Invece la perfetta puntinatura
ghepardica è poco comune nel Complex.
Una tipica M.
sebastiani non potrebbe essere inquadrata in un retino “ghepardico” per via
delle grandi macchie scarse della sua livrea conchigliare, quindi detta specie
qui andrebbe esclusa, però in rari casi anomali troviamo conchiglie, ritenibili
ancora M. sebastiani, ma a
puntinatura “ghepardica” abbastanza uniformabile in un reticolo stocastico.
Rappresento pertanto a
sinistra un esemplare anomalo di M. sebastiani, lunghezza 47 mm, sul
dorso a macchie molto piccole e fitte per la specie, provenienza Gorée Bay,
Dakar, Senegal, foto Niboral, sito francese.
Gli interassi sono in lunghezze elevate rispetto
ai diametri dei puntini, ed anche gli stessi puntini assumono diametri un poco
diversi tra loro, ma, soprattutto sul dorso, fittamente non si ampliano nelle
grandi macchie scarse della Marginella
sebastiani tipica.
Pur notando altri casi a morfologia ibrida,
propongo per tale varietà il nome di M. sebastiani millepunctata.
Nel Marginella
glabella (etc.) Complex esiste anche, in diverse altre sue specie/klepton
poco comuni, una mirabolante convergenza
dello stesso tipo di forma delle puntinature, cioè le “specie” sono
convergenti a retini stocastici quasi regolari, a puntinatura propriamente
ghepardica “grossolana” e talora con retini addirittura quasi regolari ideali.
Noto che anche Marginella pseudosebastiani Mattavelli, 2001 presenta in alcune
varietà puntini piccoli a distribuzione stocastica quasi retinata, che
potrebbero differenziare tali varietà da quelle a puntini più macchiosi, talora
allineati assialmente. Non avevo separato le varietà quando avevo introdotto M. pseudosebastiani nel 2001
(infatti fra i sintipi di M.
pseudosebastiani molti sono a piccoli puntini stocastici) e penso che la
cosa rientri nella variabilità conchigliare della stessa specie, tuttavia è
interessante notare il fatto nelle 3 foto successive, lunghezze dei primi 2
esemplari circa 40 mm, mentre il successivo misura 55 mm.
I primi 2 esemplari
presentano le spire apicali un poco più elevate e più coniche dei sintipi di M. pseudosebastiani, qui non
rappresentati ed in generale di taglia maggiore.
Nella foto a sinistra (di Alboran Shells)
illustro un esemplare di Marginella pseudosebastiani lungo 55 mm che presenta la
caratteristica puntinatura ghepardica stocastica sintipica.
Se
volessimo separare le varietà meno ghepardiche diciamo che dovremmo dare un
nome agli esemplari con livrea dorsale come quello della foto a sinistra in
alto (© Lowtide Shells), con relativamente pochi puntini
allineati assialmente. Però esistono esemplari di M. pseudosebastiani con ancor meno puntini, anche un po’ macchiosi,
anche non allineati, dunque non
introduco ulteriori nuovi nomi delle tante sue varietà.
Ricordo comunque che la differenza principale di M. pseudosebastiani rispetto a M. sebastiani è la presenza costante di
sottili flammule assiali subsuturali chiare, presenti solo in M. pseudosebastiani, flammule più
strette di quelle di M. glabella e
delle altre conchiglie del Complex.
Ecco una foto (ricopiata
dall’articolo introduttivo di M. visayae) che accomuna visivamente
le diverse dimensioni di Marginella
irrorata pseudoirrorata 23,5 mm (a sinistra nella foto) e di M. pseudoglabella lellae 52,5 mm (a destra nella
foto).
Non
confondere “lellae” con M. pseudoglabella
pseudoglabella tipica, che
invece non è retinata e presenta punti impastati misti a separati.
Il morfo “lellae” potrebbe essere addirittura una
nuova specie, ma qui è considerata prudenzialmente una varietà di M. pseudoglabella.
Le flammule
assiali subsuturali di “lellae” sono
ben diverse da quelle strette di “pseudosebastiani”.
Inoltre,
mentre le flammule di “irrorata &
pseudoirrorata” (altra candidata al rango specifico) si differenziano
perlopiù per il prevalere delle zone chiare sulle scure, le flammule di “pseudoglabella”, “glabella”, “visayae” etc. hanno spesso le zone
scure che prevalgono incerte sulle chiare, purtroppo non permettendo una
definitiva identificazione specifica in base alle sole tipologie di flammule.
M. glabella atalanta Mattavelli 2021, varietà introdotta nel mio articolo
Web Revisione di “glabella”. Colà vedere le foto 12
B.
Esemplare
piccolo rispetto alle “glabella” comuni, tuttavia “atalanta” potrebbe essere in realtà una “pseudoglabella lellae” nana, essendo “lellae” notevolmente più grande in dimensioni.
Notare la
puntinatura ben presente anche lato boccale.
Talune “atalanta”, “lellae” e forse qualche
successivo esemplare “bordeaux”
potrebbero rientrare anche nella stessa M.
(kl.?) pseudoglabella Mattavelli, 2018, appunto in diverse varietà, da
meglio indagare geneticamente per la reale assegnazione specifica, oppure
dubbiosamente kleptonica.
M. glabella bordeaux, piccolo esemplare lungo 36,5 mm, stesso esemplare della foto
Conchology Inc. n° 953624, dal sito che ha nominato la varietà “bordeaux”, idem la foto 5 della Revisione di glabella.
Trattasi
dello stesso esemplare citato anche nell’articolo Nuovo sguardo su M. glabella e M. pseudoglabella,
colà supposto possibile “pseudoglabella”
nana.
Alcune
varietà scure di M. glabella
potrebbero fare da ponte tra “atalanta”
e “lellae”, o essere esemplari
giovanili di M. (kl.?) pseudoglabella
pseudoglabella tipica, qui non
illustrata.
M. (kl.?) visayae forma pseudovisayae Mattavelli 2021, lunghezza 37,1 mm.
La nuova
“specie” è stata descritta sul n° 113 della rivista Malacologia Mostra Mondiale
– Cupra Marittima, tramite un olotipo a puntinature ultra fini, qui non
illustrato, perché presenta un’eccessiva finezza e fittezza dei puntini chiari
del dorso, in contrasto all’idea di grossolaneità ghepardica, che è l’argomento
principale della presente pagina.
Esistono
tuttavia anche esemplari a puntinature retinate grossolane, in una varietà poi
denominata “pseudovisayae”, come
l’immagine a lato, copiata dalla Fig. Conchology Inc. Rif. 197687, Senegal,
che, insieme alla Fig. Conchology Inc. Rif. 196678, Senegal, in un mio articolo, solo Web,
del 2018 avevano fatto supporre l’esistenza di “visayae”.
In tale
articolo le 2 Fig. di Conchology Inc. erano ridenominate rispettivamente Fig.
13 e Fig. 14, per cui l’immagine esposta
corrisponde precisamente alla Fig. 13, mentre la Fig. 14 è qui mancante, ma
è visibile nell’articolo citato.
La
puntinatura a maglie retinate grossolane è nelle Fig. 13 a retino regolare,
mentre nella Fig. 14 è a retino tendenzialmente stocastico.
In generale M.
(kl.?) visayae, nelle varietà sintipiche a retinatura grossolana “pseudovisayae”, ha dunque nella
maggioranza degli esemplari una puntinatura ben retinata regolare, ma la
puntinatura di M. (kl.?) visayae può
essere anche assai stocastica, come evidenziabile nelle Fig. 02, 04, 08 di un altro articolo Web del 2021,
definizionale della “specie”.
Da quell’articolo ricopio
qui solo la Fig. 02, di Marginella (kl.?)
visayae, lunghezza 42,6 mm.
La regolarità grossolana si perde in un retino
troppo stocastico ed in apparenza quasi poco presente nella parte destra
guardando il dorso conchigliare, mentre nel lato boccale la retinatura a
puntini si perde, o meglio si uniformizza con il colore dello sfondo, cosa che
del resto già succede nella foto precedente.
Noto che in questa stessa
specie “visayae” la puntinatura,
secondo gli esemplari, può variare da molto regolare a molto stocastica,
restando quasi sempre con parvenze ghepardiche, almeno su tutto il dorso
conchigliare.
Ciò
si verifica anche in M. glabella, che
può variare dalle forme ghepardiche regolari, analizzate in quest’articolo (“glabella atalanta & glabella bordeaux”),
a forme stocastiche, però addirittura anche decisamente non ghepardiche, cioè
eccessivamente a puntini impastati, come analizzate in Revisione di M. glabella. Vedere colà le Foto 8, 9, 9B, 10. Nella Foto 10 (M. glabella antinea)
ricompare la difficoltà dell’identificazione dell’ex “antinea” con “visayae”, problema
affrontato anche nell’articolo
definizionale di “visayae”. Per ulteriore approfondimento vedere
nell’Appendice altre immagini.
Riassumendo, nel Complex ristretto alle
conchiglie “retinate grossolane” ho trovato solo le seguenti Marginella species, elencate solo quelle
che si presentano morfologicamente come
“ghepardiche”, retinate talora quasi
regolari e talora stocastiche, ordinate per dimensioni medie per le specie.
Dai dorsi delle conchiglie viste (tranne che dal
lato boccale di “atalanta”) sono
stati tratti i seguenti ritagli parziali
delle precedenti immagini.
Conclusioni
e precisazioni.
Le specie elencate sono assolutamente
confondibili, soprattutto nelle loro varietà puntinate grossolane a retini
ghepardici stocastici o regolari, con livree conchigliari morfologicamente
imbrigliate ciascuna come presumibile varietà entro la propria presunta
specie/klepton.
Soprattutto negli esemplari di piccola e media
lunghezza, nelle conchiglie ghepardiche specificatamente più ricollegabili a M. glabella prevalgono
i retini regolari del secondo caso ideale,
mentre nelle conchiglie ghepardiche più grandi, meglio ricollegabili a M. sebastiani e M. pseudosebastiani, prevalgono i retini stocastici.
Il
particolare caso “visayae” è direi
“kleptonicamente” intermedio tra retini regolare e stocastico.
A mio parere talune “glabella atalanta, lellae, forse l’esemplare scuro glabella bordeaux e forse qualche visayae pseudovisayae” potrebbero
rientrare tutte nella stessa M. (kl.?) pseudoglabella Mattavelli, 2018, oppure in
alternativa da verificare M. (kl.?) visayae pseudovisayae Mattavelli 2021, in
diverse varietà, da meglio indagare
per la reale assegnazione specifica, cioè o a M. glabella, o a M.
pseudoglabella, o a M. (kl.?) lellae
eventuale nuova specie, oppure klepton, da precisare con DNA la discendenza
genitoriale, che potrebbe essere anche quella di M. (kl.?) pseudovisayae nuova sp. (ex M. glabella
antinea o ex “mutabilis”)…
Prudenzialmente
ho dato a tutte le Marginella species qui elencate la qualifica sistematica in
nomenclatura trinomiale di semplici varietà
di specie preesistenti, e non di nuove specie, e nemmeno di klepton. Ove
probabilmente possibili, questi ultimi sono stati indicati dalla simbologia (kl.?), scritta dopo il Genus Marginella. L’esistenza reale dei possibili
klepton è da verificare geneticamente, non essendo possibile tramite la sola
morfologia delle conchiglie.
Ho escluso dal conteggio delle conchiglie
“ghepardiche” del Complex, sia stocastiche che regolari, la tipica e quasi
tipiche M. sebastiani (tranne la
varietà millepunctata), M. sebastiani lellia, M. goodalli, M. pseudodesjardini,
M. desjardini e le
conchiglie morfologicamente a queste riconducibili, perché tale gruppo non ha
solo i puntini chiari, ma ha, nella maggioranza degli esemplari, poche macchie
chiare relativamente troppo grandi, e poco fitte. Tuttavia anche tra le ultime
marginelle qui citate si trovano talora casi quasi “ghepardici”. Uno per tutti
ricopio la foto di una Marginella pseudodesjardini giselica eccezionale,
anche per la lunghezza elevatissima, 73,5 mm, esemplare già trattato
nell’articolo Altri
klepton nel Marginella glabella Complex? e nell’Atlante.
Flavio Mattavelli
matta.a@tiscali.it , release 31/07/22. Aggiornamento 14/09/22.
Appendice maggio
2023.
Alle conchiglie precedenti
può essere aggiunta la seguente, copiata dal sito russo Zaurshells:
Colà chiamata “glabella”, lunghezza 40,4 mm, provenienza Senegal, non è una comune
M. glabella e non è nemmeno
punteggiata ben ghepardica. La conchiglia mi fa pensare che potrebbe essere un insolito ibrido GXS, o VXS, o GXV (?).
Rivedere il Post scriptum in 5
varietà principali di M. sebastiani.
Sigle sintetiche di alcune marginelle trattate
nella presente pagina.
Comprendendo eventuali ibridi, le “specie” (*)
trattate del “glabella” Complex sono tutte
del Genus Marginella. Nell’elenco
delle sigle seguenti compare solo il nome specifico e, in caso di secondo nome,
della presunta varietà di specie. Siccome il secondo nome non è ancora
pubblicato in cartaceo, esso verrà scritto in rosso. Inoltre ci sono i links
alla pubblicazione Web e alcuni principali riferimenti.
Per ulteriore individuazione aggiungo le seguenti foto, recto e verso, di
una conchiglia lunghezza 38,6 mm, provenienza Mauritania, Dealer Nautilus:
Notare
il labbro denticolato, che potrebbe identificare l’esemplare, dapprima
dubbiosamente apparsomi “atalanta”, poi più probabilmente “visayae pseudovisayae”.
Il dubbio verrà chiarito alla sigla Y, perché mi sono convinto che anche
l’esemplare di 38,6 mm sia una forma di “pseudovisayae”, a puntini tra il
fine e il grossolano abbastanza fitti, cioè la
puntinatura dell’esemplare 38,6 è quasi tipica di “pseudovisayae” e solo apparentemente simile a quella di G atalanta = N.
Ciò non significa che non potrebbero esistere
ibridi GXV, o meglio NXY.
Comunque
non intendo trattare qui nessun’ipotesi di Y klepton, rimandando l’idea
dell’esistenza di alcuni possibili kl. al Post scriptum della pagina “sebastiani”.
Il gruppo G, L, V, I non è stato qui considerato
nelle singole puntinature tipiche di base, ma solo nelle puntinature variate in
ghepardiche nelle rispettivamente presunte varietà sottospecifiche N, E, Y, T.
(*) “specie” significa
in senso biologico a riproduttività
separata, tuttavia potrebbe in qualche caso significare a riproduttività “klepton”, per il
quale andrebbe precisata l’ibridazione…X…, tuttora in fase di studio.
Riepilogo di tutte le mie sigle sintetiche (mirror link)
Ecco l’elenco alfabetico di tutte le “specie”
recenti (non fossili) riconducibili al “glabella”
Complex come qui inteso, allargato al massimo grado di similitudine con G,
specie ricollegabili come galassie ruotanti attorno ad un nucleo centrale di
materia oscura (Complex in senso stretto costituito solo da “glabella/visayae/irrorata”), specie
tutte del Genus Marginella Lamarck,
1799, affiancando le lettere
della mia simbologia sintetica alle 13 specie attualmente già accettate da WoRMS:
aurantia……………….……...…..A Lamarck, 1822
desjardini………………..……....D Marche-Marchad, 1957
glabella………………….…………G Linneo, 1758/1767
goodalli………………….…………O G. B. Sowerby, 1825
irrorata………………………..…….I Menke, 1828
lamarcki………………..………….K Boyer, 2004 (v. 5
confondibili marginelle simil-glabella etc.)
mattavellii………………..……..M Cossignani, 2021 (v. Albinismo delle simil-glabella)
pseudodesjardini………….…..R Le Béon, 2012 (v. Marginella
pseudodesjardini)
pseudoglabella…………….……L Mattavelli, 2018 (v. Descrizione
comparativa)
pseudosebastiani……….……..P Mattavelli, 2001 (MMM
n°34, aprile 2001). Esistono almeno 2 varietà principali di P,
però non denominate singolarmente.
sebastiani
……….…………….….S Marche-Marchad &
Rosso, 1979, con almeno 2 varietà base
di S, cioè millepunctata, tenuipunctata e varietà quasi tipiche raggruppabili
in una S subtipica, senza
attribuzione di sigle sintetiche alle 3 varietà citate, tranne l’attribuzione
specifica comune di S, mentre ho separato una seconda varietà base denominata “lellia”,
con l’attribuzione di un ipotetica sigla F, a sua volta suddivisa nelle 2 sub
varietà “tondapex” e “acutapex”, queste senza sigle distintive
(articolo relativo a M. sebastiani).
velai…………………….……...….W Galindo e Cossignani, 2020 (MMM n°108…)
visayae…………………..….…….V Mattavelli, 2021 (MMM n°113…). Esistono almeno 2 varietà di V:
olotipo e tipiche a punti ultra fini e
pseudovisayae a punti grossolani, che potrebbe essere siglata Y.
Ecco inoltre
l’elenco delle altre 9 presumibili “sottospecie”
non ancora ben definite come tali, o di
diverso inquadramento biologico da individuare, ma già morfologicamente
definite, riservando la stringa (…X…) alla composizione di presumibili
effettivi ibridi sterili, o talora forse klepton ibridogenici:
glabella? albida……………….B Mattavelli 2005/2021 (v. Albinismo delle simil-glabella)
glabella?
atalanta……………N Mattavelli 2021 (nel
link Foto 12 B).
glabella?
bordeaux………….U Conchology. Inc. (v.
“ghepardiche”) probabile
varietà di C
sebastiani?
galindoi?..........Z Mattavelli
2021 (Revisione
di G Foto 4 e Albinismo_2 Fig. 16)
pseudoglabella?
lellae……..E Mattavelli 2018 (rif. ipotesi
visayae)
sebastiani?
lellia…………..….F Mattavelli 2006/2022 = varietà di S o
improbabile klepton
glabella?
neoglabella……...C Mattavelli 2021 (Revisione
di G Foto 9 & 9B)
irrorata?
pseudoirrorata….T Mattavelli 2017 (Marginella
pseudoirrorata)
irrorata?
tizianica…………...H Mattavelli 2021 (Revisione
di G Foto 18)
Nell’articolo 5
confondibili marginelle simil-glabella avevo
adottato i simboli X, A, Y e Z con significati diversi da quelli sopraesposti,
Vi prego di dimenticare quei significati, a favore degli attuali.
Nelle celle e
nell’elenco finale delle specie dell’articolo Revisione di M. glabella compaiono dei
morfi qui dimenticati, es. M. glabella
xantica, M. irrorata albinea.
Probabilmente questi morfi possono rientrare in varietà sottospecifiche già
sopra elencate, occorre verificarne la trascurabilità biologica.
Alcuni nomi da
me introdotti in passato sono oggi inquadrabili in specie/varietà meglio
definite.
Es. i morfi “incredibilis”
del 2011 già poco oltre il 2012 venivano riqualificati M.
pseudodesjardini; altro es. “lumperia” oggi
può rientrare in M. pseudoglabella. Avevo già posto
l’argomento “varietà lellia” nella
pagina Universo
lumperia, per poi arrivare a definire M. pseudoglabella. In tale pagina sono presenti anche altre foto di “lellia” etc.
Altri nomi di
varietà più uniche che rare sono tuttora validi, ma biologicamente poco
influenti, mentre sarebbe molto più utile stabilire in quale modo possono
esistere vere marginelle klepton. Ad es., nell’articolo Altri
klepton nel Marginella glabella
Complex? vedere i morfi “giselica ed eurekia”.
Home, in 4 Sezioni: Conchiglie, Macchine, Aeromodellismo, Gorgonzola.
Tot. 53 pagine: Indice
generale.
Indice solo della
Sezione Conchiglie (24 pagine).
Articoli amatoriali su argomenti riguardanti il complesso di
marginelle ricollegabili alla specie Marginella (Voluta) glabella Linneo,
1758/1767.
Articoli
della Sezione Conchiglie solo in Inglese: