Dott. Ing. Flavio Mattavelli
Albinismo_2.
Seguito proposta di 3 nuove specie albineggianti:
Marginella albida, Marginella tizianica, Marginella galindoi.
Seconda parte dell’articolo Albinismo delle
specie simil -“glabella, irrorata, (kl.?) visayae etc.”.
Introduzione.
Come già per la precedente pagina, per brevità talora indicherò in “solo corsivo minuscolo tra virgolette” le “specie” del Genere Marginella, senza indicarne l’esatta denominazione tassonomica completa (Genere specie Autore, anno del riconoscimento). Talora ho indicato soltanto delle “varietà o forme di specie/klepton”, perché in pratica occorre distinguere le singole forme morfologiche (o morfi) intese comuni a diversi individui di una stessa popolazione, cioè distinguere tutte le forme diverse e caratteristiche delle varie popolazioni, senza distinguere i singoli individui di una popolazione.
Ad ogni morfo di popolazione denominato univocamente ho associato un’immagine identificativa nelle tavole sinottiche.
Poi biologicamente occorre riunire morfi simili in comunione riproduttiva sotto una medesima specie biologica, o talora klepton, cioè riunire alcuni morfi nella stessa categoria di “specie”.
L’esatta distinzione in morfi univoci di popolazioni permette una base di partenza per la classificazione della realtà biologica naturale delle “specie”, intese come vere specie oppure veri kleptons, però con la sola morfologia si può arrivare solo fino ad un certo punto di unificazione dei diversi morfi, unificazione che talora potrebbe anche essere sbagliata biologicamente, in quanto le associazioni solo morfologiche di diverse varietà, per classificare una stessa “specie”, potrebbero essere in qualche caso arbitrarie.
Per indicare le “specie” riconosciute come probabilmente vere ho dovuto fare delle associazioni di morfi e le ho fatte seguendo mie numerose osservazioni di morfi diversi comparati tra loro, purtroppo restando sempre solo in campo morfologico, e tutt’al più geografico, necessariamente forse restando un poco “splitter”. Del resto non si deve nemmeno fare di ogni erba un fascio (divenendo “lumper”), perché la natura presenta un’enorme diversità biologica specifica, in un ancora più enorme meravigliosa variabilità sub specifica.
Seguirò la medesima
numerazione delle foto della precedente pagina Web, anche i numeri che talora seguono tra parentesi
ai numeri delle successive foto si riferiscono alle numerazioni delle immagini delle 3 Tavole
sinottiche riassuntive del “glabella &
irrorata etc.” Complex. Le prime 2 Tavole
erano soltanto per 12 forme colorite, non albineggianti,
mentre la Tavola 3 si riferisce a 6 forme albineggianti,
comprese le 3 forse nuove specie “albida, tizianica e galindoi”,
non ritenute varietà albine di specie già note.
Albinismo_2
riguarda una miscellanea di argomenti apparentemente dissimili tra loro (specie diverse, es. Marginella senegalensis, agadirensis
e M. limbata, petitii, uno studio di “visayae” nuova sp./klepton , località ambientali lontane tra loro, colorazioni
anomale non albineggianti di livree di conchiglie
solitamente tipicamente colorite, Marginella galindoi supposta nuova specie).
Gli argomenti sono comunque relazionabili all’albinismo o
al leucismo, verranno esposti in capitoli autonomi.
Molte immagini delle 3 Tavole e nel testo delle 2 parti
dell’intero articolo sono state riprese da Internet e riadattate. Ringrazio
tutti gli Autori delle immagini di origine.
Nella Tavola
3 i numeri rossi sono quelli
delle Foto nella prima
parte dell’articolo, quelli verdi sono riferiti alle Fig. della seconda presente parte
dell’articolo. Le 3 nuove presumibili e da me presunte specie hanno una
denominazione prudenzialmente preceduta dall’avverbio Forse*.
Il numero
di revisione cella si riferisce alla pagina: http://www.pseudospecie.it/revisione.htm, ove avevo
trattato una revisione morfologica di Marginella
glabella.
Note sulla “senegalensis” & “agadirensis”.
L’articolo
Albinismo_2 si può considerare come un’appendice di Albinismo delle simil-glabella & simil-irrorata, in quanto lo studio si allarga a marginelle
non di tale Complex.
L’albinismo si presenta infatti in altri molluschi del
Genere Marginella,
oltre a quelli già colà analizzati del cosìdetto Marginella glabella Complex, come ad esempio Marginella senegalensis
Clover, P. W., 1990, certamente non
rientrabile nel “glabella”
Complex, ma che tuttavia ha una conchiglia
scheletricamente molto simile alle conchiglie di M. glabella Linneo,
1758, e verrà analizzata nelle Fig. 08, 09 e 10.
Fig.
08
Marginella senegalensis subtipica, lunghezza 24,9 mm, Agadir (Marocco), foto Jarda.
Fig.
09
Marginella senegalensis leucistica, lunghezza 32,2 mm, M’Bour (Senegal), foto Me.
Fig.
10
Marginella senegalensis leucistica ingiallita, lunghezza 26,2 mm, Ngor (Dakar, Senegal), foto Andylan.
Esistono delle “senegalensis” con livrea venata di leggero grigio-marrone-kaki, confondibili con “agadirensis” (v. Fig. 08 bis).
Ho ripreso le Fig. 08, 09 e 10 da alcune aste di conchiglie, dove erano tutte indicate come “senegalensis”, presentando tutte dei residui di lineette rossastre-marrone sull’esterno del margine, lineette (diciamo tigrinature) invece ben visibili, comunque poche, nella forma subtipica (Fig. 08).
Le forme sub tipiche presentano inoltre, sulla livrea dell’ultimo giro della conchiglia, pochissime sottili righe marroncine avvolte attorno all’asse, righe ad andamento quasi orizzontale nelle foto, recanti saltuariamente lungo ogni riga delle macchiette scure, sparse sulla livrea rosata.
Il colore rosa della livrea non è uniforme, ma è come a striature verticali, cioè in senso assiale.
Mi era capitato una volta di vedere delle “senegalensis” completamente rosa (tranne la debole tigrinatura marrone del margine, sempre presente), di un rosa vivace e brillante, come se fossero state laccate con uno smalto per unghie (ma non credo che fossero dipinte): purtroppo poi non me ne sono più capitate delle altre siffatte.
Potete vedere altre “senegalensis”, per lo più rosate smunte e macchiettate, nell’ottimo sito di Hardy.
Hardy fornisce come campo di dimensioni da 24 a 37 mm di lunghezza, nel genere Senegaliamarginella.
Fig. 08 bis. Marginella agadirensis Cossignani,
2022.
L’esemplare
a sinistra è lungo 28,2 mm e proviene da Agadir (Marocco). Descritto come nuova
specie sul n° 115 della rivista Malacologia Mostra Mondiale, tipicamente con
una colorazione di fondo grigio chiaro-beige, piuttosto che il rosa della “senegalensis”
tipica. Mi persiste il dubbio che “agadirensis” sia una sottospecie localizzata, forse
coabitante, di “senegalensis”.
Infatti non c’è molta differenza morfologica, a parte il colore.
A livello collezionistico è interessante la forma Marginella agadirensis scripta, come la seguente Fig. 08 ter, che si riferisce ad un esemplare lungo 29,5 mm, provenienza Agadir.
Notare
le lineette zigzaganti, che hanno determinato il nome della forma “agadirensis scripta” e mi
appaiono un elemento di distinzione dalle “senegalensis”.
Cossignani nel citato n° 115 afferma che le “agadirensis” sono mediamente più piccole delle “senegalensis”, ma non è una regola generale, soprattutto per le forme “albineggianti”, come l’ulteriore forma dell’ultima sottostante Fig. 08 quater, lunghezza 38,5 mm, provenienza sempre Agadir.
Che nella Fig. 08 quater si tratti proprio di
una Marginella agadirensis (leucistica),
la cosa potrebbe essere ben confermata, perché sul dorso si intravede una “scripta”
sbiancata, però la tendenza al rosa mi fa dubitare sulla probabile possibilità
che potrebbe trattarsi pure di una “senegalensis” (leucistica). Confrontare
con la Fig. 09 & 10. La località di provenienza dovrebbe essere
determinante per l’individuazione, ma purtroppo i pescatori potrebbero non
essere precisi.
Perciò considero che, mentre le “senegalensis” rosate macchiettate appaiono ad ampia distribuzione, perlopiù in Mauritania, cioè a Nord verso il W. Sahara (ora Marocco, e la Fig. 08 addirittura ad Agadir), le “senegalensis” leucistiche delle Fig. 09 & 10 provengono dal Senegal, cioè a Sud; invece le “agadirensis” sono tutte in Marocco.
Come regola
generale tutte le “senegalensis”
& “agadirensis” non mi appaiono avere albini
completi e quindi non mi pare che abbiano specie simili e bianche a loro
corrispondenti, analoghe nella corrispondenza
di Marginella albida
(vedere Foto 1 al centro e Foto 2) con Marginella glabella (vedere Foto 7 e Fig. 13, nonché le 2 colorite
conchiglie pensate “glabella”
nella Foto 1, poste ai due lati della Foto 1), ovviamente a meno che non si
ritenga Marginella albida una
presumibile specie corrispondente analoga anche di Marginella senegalensis e/o agadirensis.
In tutti i casi sbiancati di
queste ultime riterrei corretto parlare di leucismo,
più che di albinismo, in quanto la livrea conchigliare
non è mai perfettamente bianco candida.
Notare che le similitudini morfologiche e le analogie, come ad esempio la corrispondenza citata, talora utili sviluppi dell’osservazione morfologica, in altri casi possono portare a confusioni proverbiali.
Cito, come secondo esempio, altrettanto di confusione morfologica, la Fig. 11, il cui morfo in un primo tempo mi era apparso diverso da quel che è in realtà.
Marginella albida, glabella, senegalensis e limbata sono scheletricamente simili, ma non abbastanza da essere sempre confuse. L’analogia della corrispondenza “albida/glabella” forse potrebbe essere estesa alle specie “albida/senegalensis e/o agadirensis”, tuttavia difficilmente potrebbe venir giustificata un’analogia anche per un’ipotetica corrispondenza “albida/limbata”, per la presenza di caratteristiche morfologiche troppo diverse (forte tigrinatura e callo columellare esclusivi dl “limbata”, che non compaiono mai in “albida/glabella”).
Fig.11
Marginella (Senegaliamarginella* cfr.) limbata Lamarck 1822, foto Essedi, provenienza Mauritania, lunghezza 31 mm.
Le cosidette “limbata”, oltre alla tigrinatura del margine eccessivamente manifesta, hanno per lo più delle marcate righe assiali scure ondulate su tutto il dorso, righe qui completamente assenti (linkato ad esempio il sito di Hardy, che segue la tassonomia di Veldsman*). Le “limbata” hanno sempre un callo columellare bianco porcellanato, che pure non manca nell’esemplare raffigurato. La spira apicale delle “limbata” è bassa, relativamente alle altre Senegaliamarginella.
La Fig. 11 mostra un particolare colore rosa pallido uniforme, che potrebbe indurre a pensare che non si tratti di “limbata” (ed infatti dapprima avevo per errore pensato che potesse essere una “senegalensis”).
Forse si tratta di un tendenziale leucismo o eritrismo misto (v. fondo pagina), tuttavia non escluderei nemmeno qualche possibile ibridazione specifica, ma non saprei dire se tra “limbata” e quale altra specie, forse Marginella (Senegaliamarginella) petitii Duval, 1841, potenzialmente alboleucistica o insieme eritristica, etc.?
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*) Veldsman, S.G. nel 2017 ha creato il sottogenere Senegaliamarginella, cui appartengono le specie “limbata” (specie tipo), “petitii”, “senegalensis” ed altre.
Riguardo alla tassonomia di Veldsman potete vedere: https://www.researchgate.net/publication/358579850_Taxonomic_review_of_the_genus_Marginella_dividing_the_African_coast_into_marine_provinces_and_sub-provinces
Fig.
11 bis
Marginella petitii Duval, 1841, porto di Dakar (Senegal), lunghezza 23 mm, foto Algoabay.
La specie “petitii” è normalmente con esemplari tipicamente screziati, a volte con screziature dorsali e ventrali evidenti, a volte coloriti smunti.
Il colore a volte potrebbe quasi uniformarsi a tutta la conchiglia, facendo prevalere una tendenza al rosato, come visionabile nella seguente Fig. 11 ter.
Fig.
11 ter
Marginella cfr. petitii Duval, 1841, West Africa, lunghezza 31,5 mm, foto RH_collection.
Qui il callo columellare bianco porcellanato è quasi del tutto assente…
Nelle Fig. 11 bis e Fig. 11 ter notare che l’apertura delle conchiglie di “petitii” è abbastanza più arrotondata dell’apertura della bocca della Fig. 11 (e Fig. 08).
Difficile parlare di albileucismo della “petitii”, direi piuttosto rosaleucismo, o eritroleucismo (v. fondo pagina), come riscontrabile nella seguente Fig. 11 quater.
Fig. 11 quater, cfr.“petitii”, 34,73 mm, Mbour (Senegal), foto
Leturque.
Fig. 12
Marginella limbata Lamarck, Jean-Baptiste Pierre Antoine de Monet cavaliere di Lamarck,1822, forma quasi albina assoluta (tranne la forte tigrinatura del margine), lunghezza 29,17 mm, Senegal, foto Clanculus.
Notare la spira apicale della “limbata” ribassata, rispetto alla spira dell’apice delle “petitii”, che è più alta.
Notare anche
la bocca della “limbata”,
che è più lunga ed allargata di quella delle “petitii”, somigliando maggiormente alla bocca delle “senegalensis” & “agadirensis”.
Marginella (kl.?) visayae Mattavelli
2021 nuova specie/klepton e conchiglie similari.
Qui l’albileucismo c’entra poco, semmai questo capitolo è un’introduzione/approfondimento dell’articolo “visayae” 2021, per eventuali relativi “albineggiamenti”.
Ad integrazione esplicativa di quanto già proposto in Albinismo delle simil-glabella, propongo la figura 13 di una conchiglia per il Dealer “irrorata”, evidentemente “gigas”, ma troppo grande per essere “irrorata”.
In un primo tempo avevo creduto che si trattasse della supposta nuova specie/klepton “visayae”, ma successivamente mi sono ricreduto ed orientato invece su una forma di “glabella” chiara, ma non abbastanza sbiancata da essere pensata leucistica, anzi per me la forma della Fig. 13 potrebbe essere simile alla “glabella” tipica, dubbia in quanto le forme tipiche di Linneo sono andate perdute, e la tradizione successiva ha creato parecchia confusione “lumperistica”, attribuendo alla specie “glabella” esemplari ben coloriti, in plurivarietà anche molto diverse dalla specie originale di Linneo, 1758 -1767.
Da un accurato esame dei
reperti storici di svariati Musei emerge che la “glabella” originalmente tipica potrebbe
essere stata proprio di colorito chiaro. Ecco allora la forma, ritenibile
subtipica di “glabella”:
Fig.
13 (04)
Marginella glabella Linneo 1758/1767, provenienza Mauritania, lunghezza 40 mm, foto Leturque.
Notare le puntinature della livrea della conchiglia impastate, le flammule subsuturali glabelliche, la denticolatura abbastanza scarna.
L’allungamento conchigliare totale appare circa 1.75, valore al di sopra della media delle “glabella” (che è invece 1,69), tuttavia ritengo l’allungamento non sempre significativo per la classificazione.
E’ opportuno un confronto tra le “glabella” e le “visayae” subtipiche, es. vedere avanti la Fig. 14.
Infatti io nel 2018 non ho fornito una serie di sintipi di “visayae”, ma solo un insieme di forme dichiarabili in parte sintipiche. Nella maggioranza degli ibridi sterili non si dovrebbe parlare di forme tipiche e ciò potrebbe accadere anche per i presumibili multi klepton ibridogenici, come potrebbe essere la “specie visayae”. Occorre osservare che gli esemplari di “visayae” sono molto diversificati in varianti di ambigua morfologia, cioè tutte le “visayae” mi appaiono in molte singole varietà, singolarmente aventi esemplari abbastanza rari, dunque anche la sp. (o kl.?) “visayae” sembrerebbe abbastanza rara.
Non escluderei che per alcune “visayae cfr.” (cfr. = da confrontare con) potrebbe trattarsi di vere forme di ibridazione, anche non klepton, senza poter riconoscere morfologicamente i veri genitori dell’ibrido, comunque in alternativa senza poter scrivere con certezza di genitori di una vera e propria nuova specie o klepton.
Fig.
14 (08)
Marginella (kl.?) visayae Mattavelli 2018 nuova presumibile specie/klepton, forma subtipica, 41,4 mm, Dakar (Senegal), foto Conchology Inc. (stessa fig. 14 della pagina introducente “visayae”) .
Notare la denticolatura evidente, allungamento totale 1,8 circa, flammule simili a quelle di “irrorata”, puntinatura della livrea grossolana ben distinguibile, quasi retinata (successivamente questo morfo, essendo diverso dall’olotipo, verrà denominato M. (kl.?) visayae var. pseudovisayae Mattavelli, 2021).
Lo sfondo della livrea è relativamente chiaro.
In generale non ho trovato “visayae” molto albineggianti, come invece appaiono molto albineggianti alcune “glabella cfr.”, invero, quando numerose e tutte sbiancate, separate nella presunta nuova specie “albida” Mattavelli, 2021 (Foto 02 nella prima parte dell’articolo), oppure, quando “glabella cfr.” sono casi sporadici ritenibili leucistici, da valutare nella loro ambiguità di identificazione in un confronto con “visayae cfr.”, come nel caso della Foto 07 nella prima parte dell’articolo.
Appaiono esistere “visayae” perlopiù di colorito chiaro, come nella Fig. 14 e come nella Foto 6 (nella prima parte). Esistono comunque “visayae” ben più colorite.
Sembrerebbe, per la mancanza di forme totalmente albine, che ci sia un’analogia con la specie “senegalensis” (Fig. 08, 09 e 10) ed anche con “agadirensis” (Fig. 08 bis, 08 ter, 08 quater), etc.
Nel caso “visayae” potrebbe esserci una marcia in più, perché “visayae” potrebbe essere un klepton ibridogenico, ed i klepton potrebbero non avere geni recessivi da formare forme alboleucistiche; tutt’al più potrebbero nascere forme con conchiglie soltanto ancora più chiare di quelle poco colorite, ad esempio forme più chiare di quella chiara quasi standard della “visayae var. pseudovisayae” della Fig. 14.
Esempi di altri casi di marginelle albineggianti, anche
molto fuori dal Marginella glabella Complex.
In generale è quasi impossibile classificare solo morfologicamente come forme albine oppure non albine, cioè separabili come specie diverse, le conchiglie sbiancate di tutte le marginelle in questione, alle cui forme sbiancate ambigue si devono aggiungere altri innumerevoli casi di morfi, ad esempio come i seguenti, di specie perlopiù note non albine, di dimensioni paragonabili, pur sempre trascurando ogni conchiglia sbiancata per motivi non di classificazione specifica attuale, cioè per spiaggiamento, corrosione, invecchiamento, fossilità e/o fasi di fossilizzazione.
Appunto a titolo di esempio propongo M. lineolata, specie sudafricana che solitamente presenta sulla livrea grigio-beige delle lineette e macchiette scure, che permettono di identificarla abbastanza facilmente. La difficoltà di identificazione si manifesta soprattutto quando si trova un esemplare completamente chiaro, senza né lineette né macchiette, e per di più non si conosce la provenienza.
Fig. 15
Marginella cfr. lineolata Sowerby 1886, untitled, ripresa da Percy, lunghezza 30,4 mm, provenienza Eastern Cape, South Africa.
Qui, per mia ignoranza, brancolo nel buio per l’individuazione delle innumerevoli marginelle sudafricane, certamente diverse da “glabella”, diverse se non altro per la regione di provenienza, ma non molto diverse come forma dei profili delle conchiglie.
Salvo un dubbio scambio della provenienza, non solo non riesco a qualificare se albino o non albino l’esemplare definito da confrontare con “lineolata” da Percy, magari nemmeno riuscirei ad individuare se potrebbe trattarsi in alternative di una “glabella cfr.”, oppure “albida cfr.” (Foto 2), o, date le dimensioni, magari anche di una “irrorata cfr.”, o addirittura “tizianica cfr.“ (Foto 3), tutte albineggianti e casualmente espatriate. Aggiungo pure o addirittura “velai cfr.” (Foto 5) e/o “visayae cfr.” (Fig. 14 e Foto 6). Guardando però di fino alle denticolature del margine, al colore ed alla cupola conchigliare, alcune ipotesi west-africane debbono essere scartate, tuttavia la difficoltà di classificazione morfologica rimane, soprattutto se non si conoscesse la certa provenienza sud-africana.
Ricordo che queste mie 2 pagine sull’albinismo sono nate limitate inizialmente alle conchiglie del Marginella glabella & irrorata Complex attuale, trascurando ogni altra forma di sbiancamento delle conchiglie che non sia attribuibile a specificità diverse delle medesime, note in ambiente Atlantico del West Africa.
Tornando al West Africa ed al Complex di “glabella & irrorata”, ora allargo l’indagine anche ad alcune conchiglie simili a “sebastiani” e
ad altre specie ricollegabili al suddetto Complex,
allorquando inteso “esteso” a specie assai simili e viventi circa nello stesso
ambiente marino ovest africano, in zone geografiche vicine (non sempre).
Fig.
16 (11)
L’esemplare proviene dal Marocco, acque profonde, Sahara Banc, è lungo 29,19 mm, non è classificato, foto Reefshells, che lo dichiara unico.
Sahara Banc credo sia una località del West Sahara, ora Marocco, tra Dakhla e le Canarie, ma potrebbe anche essere tra Agadir (Marocco) e le Canarie. In sostanza c’è solo l’indicazione di un triangolo sabbioso propaggine del Sahara, dove potrebbe essersi localizzata una popolazione endemica, incentrata tra Tarfaya e l’isola di Gran Canaria.
L’esemplare
presenta principalmente tendenze strutturali a M. glabella, con colorazione quasi
uniforme color sabbia, penso per motivi mimetici.
Presenta delle puntinature sul dorso, che potrebbero evocare anche un albileucismo di M. sebastiani (v. Fig. 17), pur molto dubbiosamente, vedere avanti.
Allungamento conchigliare totale circa 1,65 (sotto la media delle “glabella”, che è 1,69, e molto sotto l’allungamento della “albida” della Foto 2, che è 1,75).
La cupola, più schiacciata della Foto 2 (“albida”), è diversa anche da quella della Foto 3 (“tizianica”?), che è molto più rialzata e contorta.
Se si trattasse, e probabilmente si tratta proprio, di una nuova specie, il “fair play” suggerirebbe di chiamarla Marginella galindoi Mattavelli, 2021, in onore del Sig. Galindo, del sito Reefshells.
E’ indispensabile un confronto con le forme “dwarf” della specie “glabella” (11) nella seconda tavola sinottica delle forme colorite, essendo la forma “galindoi” poco albineggiante, come la maggioranza delle svariate forme di M. glabella, comprese le piccole forme delle Isole Canarie.
Inoltre confrontare soprattutto la forma fotografata in (15) nella Tavola 3.
Sia la forma (11) che la (15) provengono dalle Canarie, precisamente a Sud di Gran Canaria, conchiglie trovate in acque basse.
Nel sito
iNaturalist potete trovare numerose foto colà
identificate tutte come forme di “glabella” delle Canarie o del Marocco, però credo che
tra loro si possa separare invece qualche “galindoi”, esempio appunto la suddetta forma (15).
I morfi di “galindoi”, oltre che di una specie distinta
da “glabella”,
potrebbero essere morfi di un
improbabile sinklepton tra “glabella dwarf” X “sebastiani lellia”.
Potrebbero partecipare in alternative anche altre forme di “glabella”; notare
che “lellia”
è una forma della specie “sebastiani”
localizzata in Senegal, relativamente lontano dal West Sahara di “galindoi”,
inoltre perlopiù ”lellia“ è ben colorita e punteggiata a macchie
chiare, ma per assurdo potrebbe avere tendenze leucistiche,
simili a quelle della successiva Fig. 17, da ipotizzare un’ibridazione con “glabella” o “albida”, generando
appunto il supposto klepton “galindoi”.
Non ho coinvolto subito in questo discorso quasi assurdo tutte le forme simil “irrorata” albineggianti (analizzate in fondo alla prima parte dell’articolo) e le simil “visayae” albineggianti, ma sempre un po’ colorite, cioè tutte le “specie” coabitanti prossime al West Sahara, “specie” che pure andrebbero considerate morfologicamente dei possibili probabili “partners” di eventuali ibridazioni fertili per riprodurre “galindoi” in ipotetici ulteriori sinklepton, altrettanto improbabili. Forse sarebbe anche possibile “glabella dwarf” X “velai leucistica”…
L’alternativa che “galindoi” sia in realtà solo un’ulteriore forma di “glabella” a margine ingrossato e ben dentato resta comunque un’alternativa da rimeditare, direi probabile al 25%, rispetto all’idea di una nuova “specie”, che stimo al 75%, senza poter individuare nel 75% una vera specie o un vero klepton.
Fig.
17 (17)
Marginella sebastiani Marche-Marchad & Rosso 1979, lunghezza 45,2 mm, provenienza Guinea Ios Is., foto Leturque.
La tendenza della livrea con alcune macchie spalmate, piuttosto delle macchie standard ben distinte, penso che sia da imputarsi a una tendenza al leucismo.
Allungamento conchigliare totale circa come la media delle “sebastiani”, che è circa 1,83.
Per la
variabilità di “sebastiani"
vedere l’articolo Marginella sebastiani nelle sue 5 varietà
principali
Fig. 17
bis
Marginella goodalli G. B. Sowerby, 1825, lunghezza 26,4 mm, Senegal, foto Cossignani, forma alboleucistica.
Altre specie più allungate di “glabella etc.”
Riguardo alle marginelle alboleucistiche del “glabella” Complex allargato a “sebastiani” e ad altre specie, anche più grandi di “glabella”, altre sorprese potrebbero venire dalle specie più allungate, intendo il gruppo delle “pseudosebastiani”, “pseudodesjardini”, “desjardini” e “pseudoglabella”, sempre trascurando le specie fossili e gli esemplari ultra corrosi.
Per foto di tali specie vedere la mia Guida per l’identificazione dei morfi tipici.
Riguardo a “pseudosebastiani” (= 07) e “pseudoglabella” (= 01) colorite, vedere anche le Tavole 1 & 2, già introdotte nella premessa all’Albinismo delle simil-glabella etc., prima parte. Colà avevo tralasciato l’analisi dell’albinismo di queste 2 specie per la loro notevole dimensione degli adulti, relativamente a “glabella & irrorata”, nonché “visayae”, sebbene esistano anche popolazioni nane di “pseudosebastiani” e sebbene le “pseudoglabella” possano facilmente confondersi con alcune “glabella” e “visayae”, magari in forme albine.
Al momento tuttavia non mi pare che esistano forme talmente biancheggianti di “pseudosebastiani” e “pseudoglabella” da poter essere ritenute “albine”, o comunque albineggianti, quindi escluderei ancora dall’approfondire in quest’articolo queste 2 specie, in relazione ad un loro eventuale “albinismo”.
Invece ecco di seguito un esemplare dichiarato “pseudosebastiani” dal dealer Leturque, ma credo che siamo ben lontani da “pseudosebastiani”, pur non potendo io indicare con certezza la sua vera classificazione, che resta inficiata anche da una tendenza all’arrugginimento del dorso e della cupola della conchiglia (vedere avanti il capitolo Colorazioni):
Fig.18
Lunghezza 44 mm, Ivory Coast.
Esemplare alboleucistico forse di Marginella desjardini
o più probabilmente Marginella pseudodesjardini, per la mancanza dell’andamento sinusoidale al centro della denticolatura del labbro, sinusoide invece caratteristica
delle “desjardini”
adulte e tipiche.
Allungamento 1,95_2,05, secondo che si misuri la foto di destra o di sinistra, mediamente circa allungamento 2, al di sotto della media delle “pseudodesjardini” (2,10) e molto al di sotto della media delle “desjardini” (2,20).
Colorazioni.
L’esemplare della Fig. 18 presenta in verità anche una velatura talora indicata come “rust”, ruggine o arrugginimento.
Può essere che dipenda dall’ambiente di vita e/o conservazione del mollusco, ma potrebbe anche essere leucismo + aneritrismo parziale, vedere avanti nel significato di mancanza di eritrismo, magari con persistenza o addirittura aumento di eritrismo in altra parte della conchiglia.
Questa interessante forma di colorazione richiede una discussione.
Il fenomeno “rust” è comune a diverse specie del “glabella” Complex e similari.
La “ruggine” in generale potrebbe essere un fenomeno dipendente direttamente dal mollusco, come l’albileucismo (sbiancamento), oppure il melanismo (colorazione marrone-cacao-nero lucido della conchiglia, dipendente dalla pigmentazione modificata nel mollusco, nella stessa specie).
Invero non mi pare che esistano simil “glabella” melaniche (mentre ad esempio esistono “cypraea” melaniche), però esistono simil “glabella” ruggini.
Per la Fig. 18 noto che le “pseudodesjardini” hanno di solito un colore di fondo ramato. Io ritengo che si tratti proprio di una “pseudodesjardini” che ha perso parte del color rame.
In effetti in tutto il mondo animale talora si trovano esemplari coloriti in modo diverso dalla colorazione della specie tipica (oltre all’albinismo e melanismo, esistono fenomeni di xantismo, cioè prevalenza di giallo, axantismo, cioè mancanza di giallo, eritrismo o rutilismo o isabellismo, cioè prevalenza di rosso, aneritrismo, cioè mancanza di rosso), tuttavia esistono anche diverse specie tipiche specificatamente tutte caratterialmente colorate o solo di bianco o di nero o di giallo o di rosso, etc..
Sarebbe pensabile che, come esistono specie diverse di colore sempre chiaro o sempre scuro, o meglio non sempre albine né melaniche, esistano nuove specie biologiche di marginelle con conchiglie “rusty” caratterizzate esclusivamente da un arrugginimento non imputabile all’ambiente di stato del mollusco, oppure ad una sua pigmentazione modificata, in riferimento ad una già nota specie base?
Io ritengo che fenomeni di “rust” in queste marginelle non determinino nuove specie diverse, anzi ritengo che un morfo “rusty” sia una varietà della specie biologica di base, quando questa non è tipicamente “rusty”, caso comune, tranne i già particolari casi in cui la specie di base sia già “rusty” in forma tipica.
Occorre tuttavia approfondire caso per caso le vere cause del mutamento in colore rugginevole di alcune conchiglie, tutte formalmente simili tra loro e a quelle perlopiù di solito per nulla “rusty”.
Flavio Mattavelli
Scritto
inizialmente 2021 – modificato 2024/2025. matta.a@tiscali.it
Home ed Indice generale del sito, più Elenco mirror,
sito che nel 2024 si compone in totale di 58 pagine, raggruppate in 4 Sezioni:
Aeromodellismo (20 pag.), Macchine (9
pag.), Gorgonzola (4 pag.), Conchiglie (24
pag.).
Le singole
pagine sono linkate nelle citate 4 Home pages delle
singole Sezioni.
Riporto solo le
pagine della Sezione Conchiglie:
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Home page ed indice sezionale.
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Altri klepton nel Marginella glabella Complex?
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Marginella pseudodesjardini Le Béon,
2012 nuova specie.
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Note su M. irrorata Menke,
1828, varietà pseudoirrorata Mattavelli, 2017.
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Integrazione della pagina Links, con
introduzione a “pseudoglabella”
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Nuovo sguardo ai mondi di M. glabella & pseudoglabella, luglio 2017.
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Descrizione comparativa di Marginella (Kl.?) pseudoglabella Mattavelli,
2018 nuova “sp.”,
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Definizione
introduttiva di Marginella (Kl.?) visayae Mattavelli, 2018
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5 confondibili marginelle simil-glabella.
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Marginella (kl.?) visayae nuova “sp.” 2021
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Prima
pagina “sull’albinismo”
delle simil M. glabella &
irrorata, con ipotesi, solo in Internet, di 2 nuove “specie
albine” (M. albida & M. tizianica)
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Seconda
pagina “sull’albinismo” in generale.
Ipotesi, solo in Internet, nuova specie M.
galindoi.
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Revisione
morfologica di M. glabella, con proposte di mie nuove
denominazioni di sue varietà (es. M. glabella glabella & M. glabella neoglabella)
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Un
salto nei retini conchigliari “ghepardici”
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Marginella sebastiani nelle sue 5 varietà
principali
Articolo di archivio "La variabilità fatta specie" comprendente:
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prima parte, per la distinzione tra M. glabella e M. irrorata.
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seconda parte, per il
riconoscimento degli ibridi morfologici M. glabella X
M. irrorata.
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allegato, inerente le forme M. glabella antinea & M. glabella problematica, Mattavelli 2005 (oggi invece kleptons?).
Articoli solo in inglese:
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Atlas of the Marginella glabella & irrorata Complex, ex Quick reference guide, update
2022.
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Statements on the Complex with Marginella pseudosebastiani Mattavelli, 2001, in particular respect to M. sebastiani, archives 2006.
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Complex Links, remake
2020, with Marginella (kl.?) pseudoglabella Mattavelli, 2018 new species.