Dott. Ing. Flavio Mattavelli

Albinismo_2.

Seguito proposta di 3 nuove specie albineggianti:

Marginella albida, Marginella tizianica, Marginella galindoi.

Seconda parte dell’articolo Albinismo delle specie simil -“glabella, irrorata, (kl.?) visayae, etc.”.

Introduzione.

 

Come già per la precedente pagina, per brevità talora indicherò in “solo corsivo minuscolo tra virgolette” le “specie” del Genere Marginella, senza indicarne l’esatta denominazione tassonomica completa (Genere specie Autore, anno del riconoscimento). Talora ho indicato soltanto delle “varietà di specie” oppure “forme klepton”, perché in pratica occorre distinguere le singole forme morfologiche (o varietà di morfi) intese comuni a diversi individui di una stessa popolazione, cioè distinguere tutte le forme diverse e caratteristiche delle varie popolazioni, senza distinguere i singoli individui di una popolazione. Ad ogni morfo di popolazione denominato univocamente ho associato un’immagine identificativa nelle tavole sinottiche.

Poi tassonomicamente, ma sarebbe meglio biologicamente, occorre riunire morfi simili in comunione riproduttiva sotto una medesima specie biologica, o talora klepton, cioè riunire alcuni morfi nella stessa categoria di “specie”. L’esatta distinzione in morfi univoci di popolazioni permette una base di partenza per la classificazione della realtà biologica naturale delle “specie”, intese come vere specie oppure veri kleptons, però con la sola morfologia si può arrivare solo fino ad un certo punto di unificazione dei diversi morfi, unificazione che talora potrebbe anche essere sbagliata biologicamente, in quanto le associazioni solo morfologiche di diverse varietà per classificare una stessa “specie” potrebbero essere in qualche caso arbitrarie.

Per indicare le “specie” riconosciute come probabilmente vere ho dovuto fare delle associazioni di morfi e le ho fatte seguendo mie numerose osservazioni di morfi diversi comparati tra loro, purtroppo restando sempre solo in campo morfologico, e tutt’al più geografico, necessariamente forse restando un poco “splitter”. Del resto non si deve nemmeno fare di ogni erba un fascio (divenendo “lumper”), perché la natura presenta un’enorme diversità biologica specifica, in un ancora più enorme meravigliosa variabilità sub specifica. 

 

Seguirò la medesima numerazione delle foto della precedente pagina Web, anche i numeri che talora seguono tra parentesi ai numeri delle successive foto si riferiscono alla numerazione delle 2 tavole sinottiche pdf soltanto di 12 forme non albineggianti, numerazione poi proseguita pure in una terza tavola pdf soltanto di 6 forme albineggianti dei rami magici del Marginella glabella Complex, etc., comprese le 3 nuove specie “albida, tizianica e galindoi”, non ritenute varietà albine di specie già note.

 

Albinismo_2 riguarda una miscellanea di argomenti apparentemente dissimili (specie ben diverse, “visayae” nuova sp./kl. , località ambientali lontane tra loro, colorazioni conchiglie non albineggianti), ma relazionabili all’albinismo o al leucismo, argomenti esposti in capitoli autonomi.

 

Visivamente tutte le foto di questa pagina Web sul solitamente grande schermo di un PC desktop moderno appaiono ingrandite circa 1,6 volte la lunghezza reale delle conchiglie, avendo io in tal modo modificato le foto originali prese nel Web, foto per le quali ringrazio tutti gli Autori.

            

Note sulla “senegalensis”.

 

L’articolo Albinismo_2 si può considerare come un’appendice di Albinismo delle simil-glabella & simil-irrorata, in quanto lo studio si allarga a marginelle non di tale Complex, che era stato ristretto a poche specie simili. 

L’albinismo si presenta infatti in altri molluschi del Genere Marginella, oltre a quelli già colà analizzati del cosìdetto Marginella glabella Complex, come ad esempio Marginella senegalensis Clover, P. W., 1990, certamente non rientrabile nel “glabella” Complex, ma che tuttavia ha una conchiglia scheletricamente molto simile alle conchiglie di M. glabella Linneo, 1758, e verrà analizzata nelle Fig. 08, 09 e 10.

 

 

Fig. 08

Marginella senegalensis subtipica, lunghezza 24,9 mm, Agadir (Marocco), foto Jarda.

 

 

 

 

 

 

 

Fig. 09

Marginella senegalensis leucistica, lunghezza 32,2 mm, M’Bour (Senegal), foto Me.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Fig. 10

Marginella senegalensis leucistica ingiallita, lunghezza 26,2 mm, Ngor (Dakar, Senegal), foto Andylan.

 

Esistono delle “senegalensis” con livrea venata di leggero grigio-marrone-kaki.

Ho ripreso le Fig. 08, 09 e 10 da alcune aste di conchiglie, dove erano tutte indicate come “senegalensis”, presentando tutte dei residui di lineette rossastre-marrone sull’esterno del margine, lineette (diciamo tigrinature) invece ben visibili, comunque poche, nella forma subtipica (Fig. 08). 

Le forme sub tipiche presentano inoltre, sulla livrea dell’ultimo giro della conchiglia, pochissime sottili righe marroncine avvolte attorno all’asse, righe ad andamento quasi orizzontale nelle foto, recanti saltuariamente lungo ogni riga delle macchiette scure, sparse sulla livrea rosata.

Il colore rosa della livreanon è uniforme, ma è come a striature verticali, cioè in senso assiale.

 

Mi era capitato una volta di vedere delle “senegalensis” completamente rosa (tranne la debole tigrinatura marrone del margine, sempre presente), di un rosa vivace e brillante, come se fossero state laccate con uno smalto per unghie (ma non credo che fossero dipinte): purtroppo poi non me ne sono più capitate delle altre siffatte.

Potete vedere altre “senegalensis”, per lo più rosate smunte e macchiettate, nell’ottimo sito di Hardy. 

Hardy fornisce come campo di dimensioni da 24 a 37 mm di lunghezza.

 

In tutti i casi sbiancati riterrei corretto parlare di leucismo, più che di albinismo, in quanto la livrea conchigliare non è mai perfettamente bianco candida.                                                                                                                                                                  

Mentre le “senegalensis” rosate macchiettate appaiono trovarsi maggiormente in Mauritania, cioè a Nord verso il W. Sahara (ora Marocco), quelle leucistiche provengono genericamente dal Senegal, cioè a Sud, ma non è una regola generale.

 

Come regola generale tutte le “senegalensis” non mi appaiono avere albini completi e quindi non mi pare che abbiano specie simili e bianche a loro corrispondenti, analoghe nella corrispondenza di Marginella albida (vedere Foto 1 al centro e Foto 2) con Marginella glabella (vedere Foto 7 e Fig. 13, nonché le 2 colorite conchiglie pensate “glabella” nella Foto 1, poste ai due lati della Foto 1), ovviamente a meno che non si ritenga Marginella albida una presumibile specie corrispondente analoga anche di Marginella senegalensis.

 

Notare che le similitudini morfologiche e le analogie, come ad esempio la corrispondenza citata, talora utili sviluppi dell’osservazione morfologica, in altri casi possono portare a confusioni proverbiali.

Cito, come secondo esempio, ma di confusione, la Fig. 11, il cui morfo in un primo tempo mi era apparso diverso da quel che è in realtà.

Marginella albida, glabella, senegalensis e limbata sono scheletricamente simili, ma non abbastanza da essere confuse. L’analogia della corrispondenza “albida/glabella” forse potrebbe essere estesa alle specie “albida/senegalensis”, tuttavia difficilmente potrebbe venir giustificata un’analogia anche per un’ipotetica corrispondenza “albida/limbata”, per la presenza di caratteristiche morfologiche troppo diverse (forte tigrinatura e callo columellare esclusivi dl “limbata”, che non compaiono mai in “albida/glabella” ).

 

Fig.11

Marginella limbata Lamarck 1822, foto Essedi, provenienza Mauritania, lunghezza 31 mm.

Le cosidette “limbata”, oltre alla tigrinatura del margine eccessivamente manifesta, hanno per lo più delle marcate righe assiali scure ondulate su tutto il dorso, righe qui completamente assenti. Invece non manca il callo columellare bianco porcellanato.

La Fig. 11 mostra un particolare colore rosa smunto uniforme, che potrebbe indurre a pensare che non si tratti di “limbata” (ed infatti dapprima avevo per errore pensato che potesse essere una “senegalensis”).

Forse si tratta di un tendenziale leucismo, tuttavia non escluderei nemmeno qualche possibile ibridazione, ma non saprei dire se tra “limbata” e quale altra specie (forse Marginella (Senegaliamarginella) petitii Duval, 1841 potenzialmente alboleucistica? Non ho riportato alcuna foto per la specie “petitii”, che è normalmente con esemplari coloriti smunti), oppure se la mancanza delle righe ondulate caratteristiche di “limbata” nella Fig. 11 sia proprio da attribuire soltanto ad una forma di leucismo.

 

Veldsman, S.G. nel 2017 ha creato il sottogenere Senegaliamarginella, cui appartengono le specie “limbata” (specie tipo), “petitii”, “senegalensis” ed altre.       

 

Fig. 12

Marginella limbata Lamarck, Jean-Baptiste Pierre Antoine de Monet cavaliere di Lamarck,1822, forma quasi albina assoluta (tranne la forte tigrinatura del margine), lunghezza 29,17 mm, Senegal, foto Clanculus.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Per approfondimenti su “limbata” vedere il sito di Hardy , che segue la tassonomia di Veldsman, in riferimento alla quale potete vedere https://www.researchgate.net/publication/358579850_Taxonomic_review_of_the_genus_Marginella_dividing_the_African_coast_into_marine_provinces_and_sub-provinces

 

Marginella (kl.?) visayae Mattavelli 2021 nuova specie/klepton e conchiglie similari.

Qui l’albileucismo c’entra poco, semmai questo capitolo è un’introduzione/approfondimento dell’articolo “visayae” 2021, per eventuali relativi “albineggiamenti”.

 

Ad integrazione esplicativa di quanto già proposto in Albinismo delle simil-glabella, propongo la figura 13 di una conchiglia per il Dealer “irrorata”, evidentemente “gigas”, ma troppo grande per essere “irrorata”.

In un primo tempo avevo creduto che si trattasse della supposta nuova specie/klepton “visayae”, ma successivamente mi sono ricreduto ed orientato invece su una forma di “glabella” chiara, ma non abbastanza sbiancata da essere pensata leucistica, anzi per me la forma della Fig. 13 potrebbe essere simile alla “glabella” tipica, dubbia in quanto le forme tipiche di Linneo sono andate perdute, e la tradizione successiva ha creato parecchia confusione “lumperistica”, attribuendo alla specie “glabella” esemplari ben coloriti, in plurivarietà anche  molto diverse dalla specie originale di Linneo, 1758 -1767. 

Da un accurato esame dei reperti storici di svariati Musei emerge che la “glabella” originalmente tipica potrebbe essere stata proprio di colorito chiaro. Ecco allora la forma, ritenibile subtipica di “glabella”:

 

Fig. 13 (04)

Marginella glabella Linneo 1758/1767, provenienza Mauritania, lunghezza 40 mm, foto Leturque.

Notare le puntinature della livrea della conchiglia impastate, le flammule subsuturali glabelliche, la denticolatura abbastanza scarna.

L’allungamento conchigliare totale appare circa 1.75, valore al di sopra della media delle “glabella” (che è invece 1,69), tuttavia ritengo l’allungamento non sempre significativo per la classificazione.

 

E’ opportuno un confronto tra le “glabella” e le “visayae” subtipiche, es. vedere avanti la Fig. 14.

Infatti io nel 2018 non ho fornito una serie di sintipi di “visayae”, ma solo un insieme di forme dichiarabili in parte sintipiche. Nella maggioranza degli ibridi sterili non si dovrebbe parlare di forme tipiche e ciò potrebbe accadere anche per i presumibili multi klepton ibridogenici, come potrebbe essere la “specie visayae”. Occorre osservare che gli esemplari di “visayae” sono molto diversificati in varianti di ambigua morfologia, cioè tutte le “visayae” mi appaiono in molte singole varietà, singolarmente aventi esemplari abbastanza rari, dunque anche la sp. (o kl.?) “visayae” sembrerebbe abbastanza rara.

Non escluderei che per alcune “visayae cfr.” (cfr. = da confrontare con) potrebbe trattarsi di vere forme di ibridazione, anche non klepton, senza poter riconoscere morfologicamente i veri genitori dell’ibrido, comunque in alternativa senza poter scrivere con certezza di genitori di una vera e propria nuova specie o klepton.

 

 

Fig. 14 (08)

Marginella (kl.?) visayae Mattavelli 2018 nuova presumibile specie/klepton, forma subtipica, 41,4 mm, Dakar (Senegal), foto Conchology Inc. (stessa fig. 14 della pagina introducente “visayae”) .

Notare la denticolatura evidente, allungamento totale 1,8 circa, flammule simili a quelle di “irrorata”, puntinatura della livrea grossolana ben distinguibile, quasi retinata (successivamente questo morfo, essendo diverso dall’olotipo, verrà denominato M. (kl.?) visayae var. pseudovisayae Mattavelli, 2021).

 

Lo sfondo della livrea è relativamente chiaro.

In generale non ho trovato “visayae” albineggianti, come appaiono albineggianti alcune “glabella cfr.”, invero separate nella presunta nuova specie “albida” Mattavelli, 2021 (Foto 02). Appaiono esistere “visayae” perlopiù di colorito chiaro, come nella Fig. 14 e come nella Foto 6. Esistono comunque “visayae” ben più colorite.

Sembrerebbe, per la mancanza di forme totalmente albine, che ci sia un’analogia con la specie “senegalensis” (Fig. 08, 09 e 10).

Nel caso “visayae” c’è una marcia in più, perché “visayae” potrebbe essere un klepton ibridogenico, ed i klepton potrebbero non avere geni recessivi da formare forme alboleucistiche; tutt’al più potrebbero nascere forme con conchiglie soltanto ancora più chiare di quelle poco colorite, ad esempio forme più chiare di quella chiara quasi standard della “visayae var. pseudovisayae” della Fig. 14.

 

 

 

 

 

Esempi di altri casi di marginelle albineggianti, anche molto fuori dal Marginella glabella Complex.

 

In generale è quasi impossibile classificare solo morfologicamente come forme albine oppure non albine, cioè separabili come specie diverse, le conchiglie sbiancate di tutte le marginelle in questione, alle cui forme sbiancate ambigue si devono aggiungere altri innumerevoli casi di morfi, ad esempio come i seguenti, di specie perlopiù note non albine, di dimensioni paragonabili, pur sempre trascurando ogni conchiglia sbiancata per motivi non di classificazione specifica attuale, cioè per spiaggiamento, corrosione, invecchiamento, fossilità e/o fasi di fossilizzazione.

Appunto a titolo di esempio propongo M. lineolata, specie sudafricana che solitamente presenta sulla livrea grigio-beige delle lineette e macchiette scure, che permettono di identificarla abbastanza facilmente. La difficoltà di identificazione si manifesta soprattutto quando si trova un esemplare completamente chiaro, senza né lineette né macchiette, e per di più non si conosce la provenienza.

 

Fig. 15

Marginella cfr. lineolata Sowerby 1886, untitled, ripresa da Percy, lunghezza 30,4 mm, provenienza Eastern Cape, South Africa.

Qui, per mia ignoranza, brancolo nel buio per l’individuazione delle innumerevoli marginelle sudafricane, certamente diverse da “glabella”, diverse se non altro per la regione di provenienza, ma non molto diverse come forma dei profili delle conchiglie.

Salvo un dubbio scambio della provenienza, non solo non riesco a qualificare se albino o non albino l’esemplare definito da confrontare con “lineolata” da Percy, magari nemmeno riuscirei ad individuare se potrebbe trattarsi in alternative di una “glabella cfr.”, oppure “albida cfr.” (Foto 2), o, date le dimensioni, magari anche di una “irrorata cfr.”, o addirittura “tizianica cfr.“ (Foto 3), tutte albineggianti e casualmente espatriate. Aggiungo pure o addirittura “velai cfr.” (Foto 5) e/o “visayae cfr.” (Fig. 14 e Foto 6). Guardando però di fino alle denticolature del margine, al colore ed alla cupola conchigliare, alcune ipotesi west-africane debbono essere scartate, tuttavia la difficoltà di classificazione morfologica rimane, soprattutto se non si conoscesse la certa provenienza sud-africana.

 

 

 

 

 

 

Ricordo che queste mie 2 pagine sull’albinismo sono nate limitate inizialmente alle conchiglie del Marginella glabella & irrorata Complex attuale, trascurando ogni altra forma di sbiancamento delle conchiglie che non sia attribuibile a specificità diverse delle medesime, note in ambiente Atlantico del West Africa.

 

Tornando al West Africa ed al Complex di “glabella & irrorata”, ora allargo l’indagine anche ad alcune conchiglie simili a “sebastiani” e ad altre specie ricollegabili al suddetto Complex, allorquando inteso “esteso” a specie assai simili e viventi circa nello stesso ambiente marino ovest africano, in zone geografiche vicine (non sempre).

 

Fig. 16 (11)

L’esemplare proviene dal Marocco, acque profonde, Sahara Banc, è lungo 29,19 mm, non è classificato, foto Reefshells, che lo dichiara unico.

Sahara Banc credo sia una località del West Sahara, ora Marocco, tra Dakhla e le Canarie, ma potrebbe anche essere tra Agadir (Marocco) e le Canarie. In sostanza c’è solo l’indicazione di un triangolo sabbioso propaggine del Sahara, dove potrebbe essersi localizzata una popolazione endemica, incentrata tra Tarfaya e l’isola di Gran Canaria.

L’esemplare presenta principalmente tendenze strutturali a M. glabella, con colorazione quasi uniforme color sabbia, penso per motivi mimetici.

Presenta delle puntinature sul dorso, che potrebbero evocare anche un albileucismo di M. sebastiani (v. Fig. 17), pur molto dubbiosamente, vedere avanti.

Allungamento conchigliare totale circa 1,65 (sotto la media delle “glabella”, che è 1,69, e molto sotto l’allungamento della “albida” della Foto 2, che è 1,75).

La cupola, più schiacciata della Foto 2 (“albida”), è diversa anche da quella della Foto 3 (“tizianica”?), che è molto più rialzata e contorta.

Se si trattasse, e probabilmente si tratta proprio, di una nuova specie, il “fair play” suggerirebbe di chiamarla Marginella galindoi Mattavelli, 2021, in onore del Sig. Galindo, del sito Reefshells.

E’ indispensabile un confronto con le forme “dwarf” della specie “glabella” (11) nella seconda tavola sinottica delle forme colorite, essendo la forma “galindoi” poco albineggiante, come la maggioranza delle svariate forme di M. glabella, comprese le piccole forme delle Isole Canarie.

Inoltre confrontare soprattutto la forma fotografata in (15) nella terza tavola degli albineggianti, pdf. Sia la forma (11) che la (15) provengono dalle Canarie, precisamente a Sud di Gran Canaria, conchiglie trovate in acque basse.

Nel sito iNaturalist potete trovare numerose foto colà identificate tutte come forme di “glabella” delle Canarie o del Marocco, però credo che tra loro si possa separare invece qualche “galindoi”, esempio appunto la suddetta forma (15).

 

I morfi di “galindoi”, oltre che di una specie distinta da “glabella”, potrebbero essere morfi di un improbabile sinklepton tra “glabella dwarf” X “sebastiani lellia”. Potrebbero partecipare in alternative anche altre forme di “glabella”; notare che “lellia” è una forma della specie “sebastiani” localizzata in Senegal, relativamente lontano dal West Sahara di “galindoi”, inoltre perlopiù ”lellia“  è ben colorita e punteggiata a macchie chiare, ma per assurdo potrebbe avere tendenze leucistiche, simili a quelle della successiva Fig. 17, da ipotizzare un’ibridazione con “glabella” o “albida”, generando appunto il supposto klepton “galindoi”.

Non ho coinvolto subito in questo discorso quasi assurdo tutte le forme simil “irrorata” albineggianti (analizzate in fondo alla prima parte dell’articolo) e le simil “visayae” albineggianti, ma sempre un po’ colorite, cioè tutte le “specie” coabitanti prossime al West Sahara, “specie” che pure andrebbero considerate morfologicamente dei possibili probabili “partners” di eventuali ibridazioni fertili per riprodurre “galindoi” in ipotetici ulteriori sinklepton, altrettanto improbabili. Forse sarebbe anche possibile “glabella dwarf” X “velai leucistica”…

 

L’alternativa che “galindoi” sia in realtà solo un’ulteriore forma di “glabella” a margine ingrossato e ben dentato resta comunque un’alternativa da rimeditare, direi probabile al 25%, rispetto all’idea di una nuova “specie”, che stimo al 75%, senza poter individuare nel 75% una vera specie o un vero klepton.

 

Fig. 17 (17)

Marginella sebastiani Marche-Marchad & Rosso 1979, lunghezza 45,2 mm, provenienza Guinea Ios Is., foto Leturque.

La tendenza della livrea con alcune macchie spalmate, piuttosto delle macchie standard ben distinte, penso che sia da imputarsi a una tendenza al leucismo.

Allungamento conchigliare totale circa come la media delle “sebastiani”, che è circa 1,83.

Per la variabilità di “sebastiani" vedere l’articolo Marginella sebastiani nelle sue 5 varietà principali

 

La Fig. 17 è riportata anche nella terza tavola degli albineggianti, pdf al numero 17

 

 

Fig. 17 bis

Marginella goodalli G. B. Sowerby, 1825, lunghezza 26,4 mm, Senegal, foto Cossignani, forma alboleucistica.

 

 

Altre specie più allungate di “glabella etc.”

 

Riguardo alle marginelle alboleucistiche del “glabella” Complex allargato a “sebastiani” e ad altre specie, anche più grandi di “glabella”, altre sorprese potrebbero venire dalle specie più allungate, intendo il gruppo delle “pseudosebastiani”, “pseudodesjardini”, “desjardini” e “pseudoglabella”, sempre trascurando le specie fossili e gli esemplari ultra corrosi.

Per foto di tali specie vedere la mia Guida per l’identificazione dei morfi tipici.

 

Riguardo a “pseudosebastiani” (= 07) e “pseudoglabella” (= 01) colorite, vedere anche le 2 tavole dei rami magici pdf, già introdotte nella premessa all’Albinismo delle simil-glabella etc., prima parte. Colà avevo tralasciato l’analisi dell’albinismo di queste 2 specie per la loro notevole dimensione degli adulti, relativamente a “glabella & irrorata”, nonché “visayae”, sebbene esistano anche popolazioni nane di “pseudosebastiani” e sebbene le “pseudoglabella” possano facilmente confondersi con alcune “glabella” e “visayae”, magari in forme albine.

Al momento tuttavia non mi pare che esistano forme talmente biancheggianti di “pseudosebastiani” e “pseudoglabella” da poter essere ritenute “albine”, o comunque albineggianti, quindi escluderei ancora dall’approfondire in quest’articolo queste 2 specie, in relazione ad un loro eventuale “albinismo”.

 

Invece ecco di seguito un esemplare dichiarato “pseudosebastiani” dal dealer Leturque, ma credo che siamo ben lontani da “pseudosebastiani”, pur non potendo io indicare con certezza la sua vera classificazione, che resta inficiata anche da una tendenza all’arrugginimento del dorso e della cupola della conchiglia (vedere avanti il capitolo Colorazioni):

 

Fig.18

Lunghezza 44 mm, Ivory Coast.

Esemplare alboleucistico forse di Marginella desjardini o più probabilmente Marginella pseudodesjardini, per la mancanza dell’andamento sinusoidale al centro della denticolatura del labbro, sinusoide invece caratteristica delle “desjardini” adulte e tipiche.

Allungamento 1,95_2,05, secondo che si misuri la foto di destra o di sinistra, mediamente circa allungamento 2, al di sotto della media delle “pseudodesjardini” (2,10) e molto al di sotto della media delle “desjardini” (2,20).

 

 

Colorazioni.

 

L’esemplare della Fig. 18 presenta in verità anche una velatura talora indicata come “rust”, ruggine o arrugginimento.

Può essere che dipenda dall’ambiente di vita e/o conservazione del mollusco, ma potrebbe anche essere leucismo + aneritrismo parziale, vedere avanti nel significato di mancanza di eritrismo, magari con persistenza o addirittura aumento di eritrismo in altra parte della conchiglia.

Questa interessante forma di colorazione richiede una discussione.

Il fenomeno “rust” è comune a diverse specie del “glabella” Complex e similari.

La “rust” in generale potrebbe essere un fenomeno dipendente direttamente dal mollusco, come l’albileucismo, o il melanismo (colorazione marrone-cacao-nero lucido della conchiglia, dipendente dalla pigmentazione modificata nel mollusco, nella stessa specie).  

Invero non mi pare che esistano simil “glabella” melaniche (mentre ad esempio esistono “cypraea” melaniche), però esistono simil “glabella” ruggini.

 

Per la Fig. 18 noto che le “pseudodesjardini” hanno di solito un colore di fondo ramato. Io ritengo che si tratti proprio di una “pseudodesjardini” che ha perso parte del color rame.

 

In effetti in tutto il mondo animale talora si trovano esemplari coloriti in modo diverso dalla colorazione della specie tipica (oltre all’albinismo e melanismo, esistono fenomeni di xantismo, cioè prevalenza di giallo, axantismo, cioè mancanza di giallo, eritrismo o rutilismo o isabellismo, cioè prevalenza di rosso, aneritrismo, cioè mancanza di rosso), tuttavia esistono anche diverse specie tipiche specificatamente tutte caratterialmente colorate o solo di bianco o di nero o di giallo o di rosso, etc..

 

Sarebbe pensabile che, come esistono specie diverse di colore sempre chiaro o sempre scuro, o meglio non sempre albine né melaniche, esistano nuove specie biologiche di marginelle con conchiglie “rusty” caratterizzate esclusivamente da un arrugginimento non imputabile all’ambiente di stato del mollusco, oppure ad una sua pigmentazione modificata, in riferimento ad una già nota specie base?

Io ritengo che fenomeni di “rust” in queste marginelle non determinino nuove specie diverse, anzi ritengo che un morfo “rusty” sia una varietà della specie biologica di base, quando questa non è tipicamente “rusty”, caso comune, tranne i già particolari casi in cui la specie di base sia già “rusty” in forma tipica.

Occorre tuttavia approfondire caso per caso le vere cause del mutamento in colore rugginevole di alcune conchiglie, tutte formalmente simili tra loro e a quelle perlopiù di solito per nulla “rusty”.

 

Flavio Mattavelli

Scritto 10/06/2021 – aggiornato 27/08/2021 – release in Internet novembre 2021 – qualche modifica 2024, soprattutto notare Marginella galindoi forse nuova specie (Fig. 16).

·       2 tavole pdf dei 12 rami magici del Marginella glabella (etc.) Complex senza le forme albineggianti.

·       Terza tavola pdf. di 6 forme albineggianti dei suddetti rami magici, con 3 nuove presunte “specie”.

matta.a@tiscali.it

 

Home ed Indice generale del sito, più Elenco mirror, sito che nel 2024 si compone in totale di 58 pagine, raggruppate in 4 Sezioni:

Aeromodellismo (20 pag.), Macchine (9 pag.), Gorgonzola (4 pag.), Conchiglie (24 pag.).

Le singole pagine sono linkate nelle citate 4 Home pages delle singole Sezioni. 

 

Riporto solo le pagine della Sezione Conchiglie:

·       Home page ed indice sezionale.

·       Distinzione specie/klepton

·       Atlante fotografico delle "specie" attuali del Marginella glabella Complex e dei loro ibridi morfologici

·       Altri klepton nel Marginella glabella Complex? 

·       Marginella pseudodesjardini Le Béon, 2012 nuova specie.

·       Universo lumperia,

·       Note su M. irrorata Menke, 1828, varietà pseudoirrorata Mattavelli, 2017.

·       Integrazione della pagina Links, con introduzione a “pseudoglabella

·       Nuovo sguardo ai mondi di M. glabella & pseudoglabella, luglio 2017.

·       Descrizione comparativa di Marginella (Kl.?) pseudoglabella Mattavelli, 2018 nuova “sp.”, 

·       Definizione introduttiva di Marginella (Kl.?) visayae Mattavelli, 2018

·       5 confondibili marginelle simil-glabella.

·       Marginella (kl.?) visayae nuova “sp.” 2021  

·       Prima pagina “sull’albinismo” delle simil M. glabella & irrorata, con ipotesi, solo in Internet, di 2 nuove “specie albine” (M. albida & M. tizianica)

·       Seconda pagina “sull’albinismo” in generale. Ipotesi, solo in Internet, nuova specie M. galindoi.

·       Revisione morfologica di M. glabella, con proposte di mie nuove denominazioni di sue varietà (es. M. glabella glabella & M. glabella neoglabella)

·       Un salto nei retini conchigliari “ghepardici”

·       Marginella sebastiani nelle sue 5 varietà principali

 

Articolo di archivio "La variabilità fatta specie" comprendente:

·       prima parte, per la distinzione tra M. glabella e M. irrorata.

·       seconda parte, per il riconoscimento degli ibridi morfologici M. glabella X M. irrorata.

·       allegato, inerente le forme M. glabella antinea & M. glabella problematica, Mattavelli 2005 (oggi invece kleptons?).

 

Articoli solo in inglese:

·       Atlas of the Marginella glabella & irrorata Complex, ex Quick reference guide, update 2022.

·       Statements on the Complex with Marginella pseudosebastiani Mattavelli, 2001, in particular respect to M. sebastiani, archives 2006.

·       Complex Links, remake 2020, with Marginella (kl.?) pseudoglabella Mattavelli, 2018 new species.