Dott. Ing. Flavio Mattavelli

Albinismo delle specie simil Marginella glabella, irrorata, (kl.?) visayae etc.

Proposta di 3 nuove specie albineggianti: Marginella albida, tizianica, galindoi.

Le 3 nuove specie non sono mai state descritte in cartaceo, ma vengono proposte in Internet tramite il presente articolo, suddiviso in 2 pagine Web (link alla seconda pagina).

Premessa.

 

Nel Marginella glabella etc. Complex, qui perlopiù inteso in senso ristretto alle specie M. glabella, irrorata e (kl.?) visayae, ma estensibile ad altre specie simili, è manifesto il fenomeno degli esemplari così detti “albini”, cioè occorre notare la presenza di molte conchiglie più o meno completamente biancheggianti, cioè “albineggianti”, il che non significa che si tratti proprio di albinismo, forse è un leucismo stabilizzato in specie diverse dalle originali.

Che lo sbiancamento sia dovuto ad albinismo, o meglio leucismo, di esemplari, o talora popolazioni, della medesima specie, oppure sia caratteristico della differenziazione in specie biologiche diverse, complica la classificazione del suddetto Complex, che tuttavia verrà qui visto solo morfologicamente, senza studiare le parti molli.

·       Albinismo = mancata produzione pigmenti di colorazione, però gli albini sono con lo stesso DNA della specie originale. “L'albinismo nei molluschi è stato riconosciuto come un fenomeno ereditario almeno dal 1900 e può esistere in misura variabile. A volte una singola lumaca ha un corpo normalmente pigmentato, ma il guscio è completamente privo della normale pigmentazione a causa di un difetto nelle cellule del mantello. I gusci di alcune specie di molluschi possono essere traslucidi quando mancano della normale pigmentazione.” (Informazioni da Wikipedia). Per me tuttavia i veri albini sono ritenuti tali solo quando sono pochi (< 25 %?) nella popolazione di una singola specie.

·       Leucismo = presenza di un gene recessivo determinante un albinismo parziale, sempre nella stessa specie biologica. Quando lo sbiancamento mi pare che riguardi soltanto le conchiglie, e non le parti molli dei molluschi, ritengo meglio dire che la specie è leucistica. Quando il leucismo interessa troppi esemplari (> 75 %?) di una popolazione penso sia il caso di considerare la parte leucistica una nuova popolazione di una specie divenuta diversa dall’originale.

·       Speciazione = formazione in diverse specie / klepton. Ricordo che nel mio sito i concetti di specie e/o di klepton vengono talora unificati nella scrittura “specie” tra virgolette.

 

Il fenomeno dello sbiancamento è comune, ma confondibile soprattutto nei piccoli esemplari, diciamo tra i 20 ed i 35 mm di lunghezza delle conchiglie del citato Complex, già analizzate nell’articolo 5 confondibili marginelle simil-glabella, del febbraio 2021.

 

Ho riunito 12 immagini significative di forme colorite di Marginella glabella e delle specie M. irrorata, pseudoglabella, pseudosebastiani e (klepton?) visayae, al momento tralasciando M. sebastiani, desjardini, pseudodesjardini, cioè specie anche molto grandi, e M. visai, lamarcki, aurantia, cioè specie relativamente in generale piccole, per compilare le seguenti Tavola 01 e Tavola 02.

In esse ho concentrato soltanto quasi tutti i rami coloriti del M. glabella etc. Complex, cioè senza le forme albineggianti, allo scopo di sintetizzare 12 punti di partenza, per poi individuare, come punti di arrivo dell’articolo,  alcune “specie” con forme o veramente albine, o solo biancheggianti, cioè forme di nuove “specie” non proprio albine, in quanto ritengo il vero albinismo un fenomeno saltuario relativamente raro, all’interno della stessa specie (quando si presenta indicativamente < 25% di esemplari “albini”).

 

Quando esistono tanti, anzi troppo numerosi esemplari (> 25% della popolazione), penso che non si tratti proprio di albini, bensì di popolazioni di nuove “specie”, che verranno proposte nella Tavola 3.

L’analisi solo delle conchiglie però non risolve sempre la distinzione delle diverse vere “specie” biologiche, rispetto alle varietà di una stessa “specie”, in particolare rispetto alle varietà veramente albine.

 

Il numero di revisione cella indicata dalle suddette tre Tavole si riferisce alla pagina:

http://www.pseudospecie.it/revisione.htm ove avevo già trattato una revisione morfologica di Marginella glabella.

La nomenclatura trinomiale dovrebbe indicare nel terzo nome solo le sottospecie, però talora ho indicato in trinomi alcune varietà, o forme, di una stessa “specie”, che si dovrebbero considerare di rango sotto sottospecifico, ma per me potrebbero speciarsi nei modi di quest’articolo.

A rigor di logica “splitter” ognuna delle 12 forme suddette potrebbe generare sottoforme morfologiche “albine”, che però potrebbero in alternativa essere anche forme di specie biologiche diverse dalla specie iniziale, solo apparentemente generante l’albinismo, oppure, in alternativa “lumper”, potrebbe anche trattarsi che esista un’unica superspecie alla base del Complex, dalla quale deriverebbe ogni forma e sottospecie, nei vari esemplari. Penso che nessuna di queste teorie “splitter” o “lumper” sia valida.

Per me la vera soluzione biologica è un intrico di numerose, ma non numerosissime, specie (in varie forme) e qualche klepton, tra le quali “specie” esiste qualcuna sempre solo biancheggiante, cioè non proprio albina. Per dirimere la questione, a parte le conoscenze geografiche sulla provenienza dei vari esemplari, si dovrebbero fare analisi biologiche sulle parti molli di tutti i molluschi. Tuttavia mi sono limitato all’analisi conchigliare. 

 

I punti di arrivo delle classificazioni sono molteplici. Ad esempio tenere presente che nell’aprile 2021 è stata descritta da Tiziano Cossignani la nuova specie Marginella mattavellii, sul numero 111 della rivista MMM (Malacologia Mostra Mondiale – Cupra Marittima), vedere avanti Foto 4, specie diversa da M. irrorata nella forma leucistica, molto a lei simile, vedere avanti Foto 3. Quindi “mattavellii” è una forma bianchissima, ma non è un “albino”.

Non presenti nelle suddette 2 tavole sinottiche di punti di partenza coloriti, in relazione ad eventuali “albini”, cito i casi di Marginella glabella xantica, M. irrorata xantica (vedere avanti Foto 7 bis) e Marginella galindoi forse nuova specie (vedere cella 4 in Revisione morfologica di “glabella”).

Questi casi si possono pensare quasi “albini”, tuttavia la loro realtà naturale potrebbe essere diversa.

Marginella galindoi Mattavelli, 2021 andrebbe considerata come nuova specie, per il labbro esterno ingrossato, per le piccole dimensioni e la struttura conchigliare tarchiata, cose tutte da rivedere in un maggior numero di esemplari, provenienza endemica credo tutti tra il West Sahara e le Canarie, comunque esemplari albineggianti, ma non veri albini.

Per M. galindoi vedere quindi la Fig. 16 in Albinismo 2, ove verrà meglio analizzata. E’ probabile un’immediata derivazione dall’immagine 11 della Tavola 2. Vedere pure la Foto 7 ter in questa prima parte.

 

Per via di alcuni casi simil “albini” il numero di nuove specie potrebbe quindi aumentare, qualora alcuni morfi “albini” non fossero considerati tutti varietà di specie note, bensì alcuni fossero reali nuove specie di molluschi biologicamente indipendenti, pur trascurando, per il momento, l’esistenza di possibili klepton ibridogenici ed in particolare klepton “albini”, veri o presunti.

Esistono in natura diverse marginelle del Complex in questione, alcune di tali marginelle potrebbero esistere solo come klepton e quindi il numero esatto di specie esistenti, oppure talora in alternativa di klepton, mi appare imprecisabile morfologicamente.

 

Le specie (e/o kleptons) verranno spesso indicate in unica voce corsiva tra virgolette, trascurando di scrivere il Genere Marginella, gli Autori e l’anno del riconoscimento, come invece richiederebbe la tassonomia attuale.

 

Riassumendo, non tutte le conchiglie del Complex in questione presentano forme proprio albine, alcune presentano forme biancheggianti, ma potrebbero essere proprio specie nuove, totalmente di colorazione quasi bianca, vedere Marginella albida (Foto 2) e Marginella tizianica (Foto 3), poi definite nella Conclusione di questa pagina.

 

Nella seguente prima parte dell’articolo inerente l’Albinismo del gruppo delle “specie” “simil glabella” etc., tra le 5 poste come vere “specie” nelle Tavole 1  & 2, ho scelto solo le 3 “specie” di base più piccole, di solito perlopiù note in forme colorite (“glabella, irrorata, visayae”), ma esistenti anche con forme albineggianti potenzialmente albine, poi ho aggiunto 1 specie in varietà proprio albina (“velai”) e 3 supposte vere specie nuove esclusivamente biancastre (“mattavellii, albida, tizianica”), cioè 3 forme molto albineggianti, ma non intese come varietà albine di specie già note, compilando infine la Tavola sinottica 3.  

 

Alla presente pagina seguirà la pagina Albinismo_2. In tale appendice tratterò di altre “specie” di marginelle anche poco “simil glabella & irrorata”, a scopo complementare.

Il “glabella & irrorata“ Complex verrà cioè allargato ad esemplari più grandi ed esteso pure a forme biancheggianti di altre marginelle, in sostanza classificate diversamente da “glabella & irrorata”, ma formalmente ancora simili e confondibili, soprattutto quando manca il conforto della disuniformità delle livree conchigliari, cioè senza punteggiature, macchiettature, screziature e coloriture che facilitino l’identificazione morfologica.

 

Inoltre approfondirò casi trascurati nella prima parte dell’articolo, tra cui Marginella galindoi Mattavelli, 2021 probabile nuova specie (Fig. 16 in Albinismo_2).

Tale morfo è rappresentato anche, in un diverso esemplare, all’immagine 15 della Tavola 3, nella medesima parte seconda dell’articolo, nonché è proposto già da confrontare nella Foto 7 ter.

 

Ho inserito nella Tavola 3 soltanto 6 forme albineggianti del Marginella glabella etc. Complex, in particolare ho inserito le 3 possibili nuove specie biancheggianti, ma non ritenute vere albine di specie già note, cioè Marginella (glabella?) albida, M. (irrorata?) tizianica, M. (glabella?) galindoi.

Tali 3 morfi sono stati insieme da me notificati nel 2021 come nuove specie solo nel presente articolo.

 

Prima parte dell’articolo.

 

I numeri che seguono tra parentesi ai numeri delle successive foto si riferiscono alla numerazione delle prime 2 tavole sinottiche, nonché alla numerazione della terza tavola.

 

Senza considerare l’appendice Albinismo 2, qui sono state analizzate soltanto 5 specie già note del Complex in questione, quando presentanti varietà con conchiglie biancheggianti:

·       Marginella glabella Linneo 1758-1767 (in Foto 7 una varietà leucistica “cfr. visayae”, mentre si può vedere una forma tipica di “glabella” colorita chiara all’immagine 04 della Tavola 1 ed una forma leucistica di “glabella” alla Foto 7 quater).

·       Marginella irrorata Menke 1828 (Foto 3 bis quasi tipica, mentre in Foto 3 morfo discutibile se varietà leucistica di M. irrorata, oppure nuova specie M. tizianica, inoltre si può vedere un’altra forma leucistica proprio di “irrorata” alla Foto 7 quinqies)

·       Marginella velai José Ahuir Galindo & Tiziano Cossignani, 2020 (in Foto 5, varietà leucistica)

·       Marginella mattavellii Cossignani, 2021 nuova specie (Foto 4, olotipo)

·       Marginella (kl.?) visayae Mattavelli, 2018/2021 (Foto 6, inoltre confrontare Foto 7 sexties).

 

E’ stata inoltre qui prospettata, insieme alle 5 precedenti forme biancheggianti, intese come varietà subspecifiche di specie già note (però addirittura varietà olotipo nel caso della Foto 4), l’esistenza di 2 possibili forse nuove specie solo “albineggianti”, cioè non varietà vere albine di specie note, bensì forse proprio nuove specie, non ancora descritte in cartaceo e proposte solo in Internet in quest’articolo originato nel 2021:

·       Marginella albida Mattavelli, 2021 (Foto 2 e immagine centrale della Foto 1)

·       Marginella tizianica Mattavelli, 2021 (Foto 3).

 

Ho aggiunto infine la Foto 7 bis per una forma di “irrorata xantica” e Foto 7 ter di “cfr. galindoi”, per un tot. di 8 morfi albineggianti (per il conto considerare 1 l’ambiguità dell’attribuzione specifica della Foto 3).

 

Notare che nell’Atlantico del West Sahara esiste anche un gruppo di marginelle di profondità completamente biancheggianti, non ascrivibili al Marginella glabella & irrorata Complex, ma comunque simili. Esse sono Marginella impudica, subturrita, aronnax, marocana e forse qualche altra, ben studiate dopo pag. 270 in: Suppl.1 (1985) - Bollettino malacologico - Biodiversity Heritage Library , Figs. rispettivamente (718 + 719), 717, (720 + 721), (722 + 723), titolo dell’articolo di Bouchet & Waren:

Revision of the northeast Atlantic bathyal and abyssal Neogastropoda excluding Turridae (Mollusca, Gastropoda), articolo pdf accessibile pure in: https://www.biodiversitylibrary.org/part/247359

 

 

Foto 1 (03/04, 08): Marginella glabella Linneo 1758-1767, ma forse nessuna delle 3 conchiglie presenti è proprio della specie “glabella”, tranne più probabile la prima a sinistra (vedere avanti).

 

L’immagine 1 è ripresa dal mastodontico sito Hardy’s Gastropods, immagine a sua volta ripresa per gentil concessione di Alboran Shells. Il sito di Hardy non riporta né le dimensioni né le località delle 3 conchiglie, ma posso stimare che si tratti di conchiglie oltre 35 mm di lunghezza, località coste atlantiche del Nord-West Africa.

Potrebbero essere tutte e 3 varietà della specie di Linneo, ma qui non voglio discutere sulle molteplici varietà di “glabella” colorite, o di altre specie, che vengono trattate nell’articolo Revisione.

 

L’osservazione della forma della bocca della conchiglia centrale, oltre al colore bianchiccio, dovrebbe far pensare scheletricamente non ad una varietà di specie, bensì ad una specie diversa.

Nel mio articolo La variabilità fatta specie, parte prima, accennavo nel 2005 all’esistenza di una varietà Marginella glabella albida (colà vedere la Fig. 4); ora si potrebbe pensare ad una nuova specie “albida”, ma lascio momentaneamente il nome “albida” come prudenziale sola varietà della specie “glabella”.

 

Riguardo agli altri 2 esemplari fotografati assieme, l’esemplare a destra nella Foto 1 mi trascina la classificazione ambiguamente verso Marginella (kl.?) visayae (vedere Foto 6 e nell’appendice Albinismo_2 il confronto tra le colà Fig. 13 = “glabella” e Fig. 14 = “visayae”. Definitivamente vedere “visayae” 2021 ). Inoltre nella Tavola 2 potrebbe essere l’immagine 08 = “pseudovisayae”.

 

L’esemplare tutto a sinistra mi induce invece con probabilità verso le varietà “glabella bordeaux(nella Tavola 1 vedere le immagini 03/04), esso però non sarebbe da classificare con certezza in M. glabella, perché non sarebbe da escludere una, sia pur assai discutibile, tendenza verso Marginella (kl.?) pseudoglabella, probabilmente giovanile (nella Tavola 1 numerazione 01).

 

Lasciando qui in sospeso la questione della classificazione delle conchiglie colorite, torniamo “all’albinismo” di quelle biancheggianti, quelle tra loro più simili nel “glabella“ Complex, in quanto nel seguito considererò perlopiù solo quelle biancheggianti, confondibili soprattutto nel campo di dimensioni da 20 a < 40 mm.

 

Foto 2 (13): Marginella cfr. glabella Linneo 1758, varietà albida Mattavelli 2005, lunghezza 35 mm, provenienza Mauritania, foto Alboran Shells. Colorazione tendente al paglierino – panna uniforme, senza tracce rosa-marroncine. Cfr. significa da confrontare con…

Nel paragrafo Conclusione si ventilerà la proposta di considerare invece l’esistenza di una nuova specie Marginella albida Mattavelli, 2021.

Tra le immagini centrali della Foto 1 e la Foto 2 si noterà una leggera differenza di colorazione, tuttavia notate che la forma della bocca è identica.

Allungamento misurato sulla Foto 1 è 1,69 circa.

Allungamento misurato sulla Foto 2 è 1, 75 circa.

Gli allungamenti sono nella media delle “glabella”, però direi anche nella media di “albida” nuova presumibile specie.

Osservo che esistono anche delle varietà “albida” ancora con leggerissime tracce rosa-marroncino (v. Foto 7 quater), ciò fa presumere che alcune “albida” siano forme leucistiche proprio della specie “glabella”, cioè esemplari così detti veri “albini”.  Ciò verrà approfondito dopo la Conclusione di questa prima parte dell’articolo “sull’albinismo”, nel paragrafo Attenzione che con…

 

Foto 3 (14): forse Marginella irrorata, Menke 1828, forma leucistica, denominazione della varietà indefinita, lunghezza 27 mm, provenienza West Sahara, foto Alboran shells.  Allungamento circa 1,76.

Anche qui ho scritto che potrebbe trattarsi di una varietà di “irrorata”, come già anticipato nell’articolo La variabilità fatta specie, (colà vedere la Fig. 7).

Escluderei che l’esemplare della Foto 3 sia da considerarsi una forma un poco ingiallita della specie “mattavellii” (Foto 4), ma sarebbe anche possibile, come pure potrebbe trattarsi di una nuova specie differente da tutte le altre qui considerate. Siccome la tipologia della Foto 3 può sembrare diversa da quella della Foto 4, o la Foto 3 è appunto di una varietà leucistica di “irrorata”, oppure la Foto 3 sarebbe di un’ulteriore specie nuova, non apparendo una varietà di “mattavellii”, che è ritenuta diversa da ogni varietà di “irrorata”.

 

Nel caso che la Foto 3 venisse riconosciuta come quella di un’ulteriore nuova specie biologica, in onore di Tiziano Cossignani, propongo di chiamarla Marginella tizianica Mattavelli 2021, specie non ancora descritta in cartaceo da nessuna parte, ma qui proposta a livello di intuito un poco “splittereggiante”. Vedere avanti Discussione per le più simil-irrorata.

 

Foto 3 bis (12): Marginella irrorata subtipica (cioè quasi tipica), lunghezza 27 mm, West Sahara. Allungamento circa 1,73, poco sopra la media delle “irrorata”.

 

Gli allungamenti conchigliari sono in media circa 1,69 per i sintipi di “mattavellii” (Foto 4), 1,69 per le “irrorata” tipiche, 1,76 per la Foto 3, ma le medie possono ingannare, quando il campo di variabilità è esteso, come appunto in questi casi.

 

Il confronto tra l’“irrorata” subtipica della Foto 3 bis, la “mattavellii” della Foto 4 e l’“irrorata” presumibile varietà di forma della Foto 3, quest’ultimo morfo invece supponibile un’ulteriore specie per via del maggior allungamento (1,76 > 1,69), è infatti ambiguo nella morfologia dei profili delle conchiglie.

Io, tra le 3 Foto, non trovo caratteristiche di profilo ben differenziate, quindi la questione rimane aperta ed irrisolta, a livello puramente morfologico conchigliare. Per trovare una differenza biologica specifica occorrerebbe analizzare tutte le parti molli, meglio magari con prove genetiche. Considerare inoltre eventuali località stanziali endemiche delle popolazioni.

 

Foto 4 (16): Marginella mattavellii Cossignani 2021, nuova specie, olotipo, lunghezza 23,5 mm, località Saly Portudal, Petite Cote du Senegal, foto MMM n°111, allungamento 1,76, ben oltre la media delle altre “mattavellii”.

Le differenze di “mattavellii” verso “irrorata” sono ben evidenziate su MMM, in particolare notare il diverso ed esclusivo bianco quasi candido di “mattavellii”.

 

Gli allungamenti degli svariati esemplari di “mattavellii” variano da 1,62 a 1, 76, media 1,69, però con un campo di variabilità molto esteso, per conchiglie tutte della stessa località ristretta (Saly Portudal). Notare che l’allungamento della Foto 4 è identico a quello della Foto 3, salvo errori di misurazione.

In pratica la principale differenza resterebbe soltanto il diverso colore delle conchiglie delle Foto 3 & 4, rispettivamente paglierino e bianco quasi candido, a meno che non si tratti solo di variazioni di colore.

 

Accettando che “mattavellii” sia una vera specie biologica, non si tratterebbe di albinismo, ma di caratteristiche conchigliari implicite solo nella nuova specie “mattavellii”, specie che non appare avere mai esemplari coloriti, come invece sono spesso di colore di fondo rosatello ben rosato, punteggiato panna, gli esemplari standard della specie “irrorata” (Foto 3 bis). Vedere Discussione nella Conclusione.

 

Foto 5 (18): Marginella velai Galindo e Cossignani, 2020, forma albina, o meglio leucistica.

Le “velai” sono di solito rossastre o beige, non mi risulta che ne esistano di bianco totalmente candido.

Quest’esemplare leucistico di “velai” non è bianco candido, proviene dal Marocco ed è lungo 30,88 mm, foto ripresa da un’asta di Reefshells. E’ una varietà sottospecifica di “velai”.

Però vedere Conclusione.

 

 

 

Foto 6 (09/08): Marginella (kl.?) visayae Mattavelli, 2021,  specie discutibile > 2018, forma chiara.

Esistono altre forme molto rossastre.

Questo esemplare chiaro di “visayae” proviene dalla Mauritania, lunghezza 37,6 mm. Allungamento 1,7 circa (scarso per “visayae”).

Non si deve classificare come “irrorata” gigante, come proposto dal sito Web Mar a Mar, pur presentando delle puntinature allineate. Le vere “irrorata”, oltre che essere decisamente più piccole, hanno la cupola più stretta, v. Foto 3 bis.

Semmai l’esemplare della Foto 6 potrebbe essere scambiato per M. glabella, tuttavia io lo separerei da “glabella” per la denticolatura del margine, e lo ritengo una “visayae” a puntinatura grossolana, separabile nella varietà “pseudovisayae” = 08, nella numerazione della Tavola 2.

Marginella (kl.?) visayae (olotipo = 09) è stata introdotta nel 2021 come nuova specie, sebbene io mantenga il dubbio sulla sua sostanza di probabile klepton “glabella” X “irrorata”.

Confrontare le Fig. 13 e 14 della seconda parte del presente articolo. Mentre le “albida” (Foto 2) formano numerose popolazioni localizzate di individui completamente sbiancati, pur sempre con una tonalità tendente al color panna, le “visayae” chiare mi danno l’impressione di essere esemplari quasi rari e sparsi, quel che si dice talora delle mosche bianche, senza sapere che le mosche bianche esistono davvero, ma sono comuni e diverse dalle mosche comuni, in luoghi svariati (sono insetti della famiglia Aleyrodidae).

Nel paragone s’intenda “glabella” come una mosca comune e “visayae” come una mosca bianca, perlopiù intesa non “normale”, mentre invece potrebbe esistere benissimo, talora abbondante, nel suo ambiente.

 

Foto 7 (11? 06?): Marginella cfr. glabella Linneo, quasi albina, o meglio leucistica, foto Clanculus, che dichiara lunghezza 40,86 mm e provenienza Canary Is.

Ricordo che cfr. significa da confrontare con...

La lunghezza dell’esemplare è elevata per provenire dalle Isole Canarie, dove solitamente le “glabella” sono più piccole (vedere immagine 11 = dwarf nella Tavola 2).

Lo sbiancamento della conchiglia non è totale (residuo di marroncino sotto l’ultima sutura e dentro la bocca).

La denticolatura nella Foto 7 non è evidente. Ritengo che potrebbe trattarsi probabilmente di una “glabella” leucistica, diversa dall’”albida” della Foto 2 e diversa dalla dentata “visayae” della Foto 6, alla quale va confrontata, nel senso che la Foto 7 si potrebbe pure ben ritenere M. cfr. visayae albineggiante.

La forma della bocca della Foto 2 è più larga sia della bocca della 6 che della 7. Ciò induce a pensare che nella Foto 2 c’è una specie diversa da quella della Foto 7, ove invece rientra marcatamente la variabilità leucistica delle vere “glabella” e “visayae”, con un allungamento totale, misurato sulla foto 7 di destra, circa 1,74, elevatissimo, fin troppo, per essere di “glabella”, che ha in media allungamento 1,69.

Per la scarsità di dentini del margine interno si può pensare anche ad un leucismo di “glabella atalanta” (06 nella Tavola 1).

Vista l’elevata dimensione dell’esemplare della Foto 7, si potrebbe pensare anche ad un leucismo di “pseudoglabella pseudoglabella” (01 nella Tavola 1), oppure “pseudoglabella lellae” (02 nella Tavola 1), morfi adulti ma in forme nane, ma sono tutte congetture solo morfologiche.

Resta il dato di fatto che la localizzazione di “pseudoglabella” è perlopiù Senegal, mentre la Foto 7 rappresenta un esemplare delle Canarie, in prossimità di dove invece potrebbe ben esistere una “visayae” albineggiante.

 

Foto 7 bis. La tendenza al giallo si chiama Xantismo, qui si può pensare anche ad un arrugginimento, colorazioni che verranno approfondite in fondo alla pagina Albinismo_2.

L’esemplare a lato, foto Clanculus, lunghezza 22,3 mm, viene da Capo Barbas, West Sahara, è denominato Marginella irrorata Menke, 1828, morfo che io definirei varietà xantica.

 

Avevo già definita una varietà Marginella glabella xantica nella cella 7 della Revisione morfologica di “glabella”. Infatti nella stessa pagina della Revisione potete vedere colà la Foto 7 di un esemplare lungo 33,9 mm di una Marginella glabella Linneo, 1758, varietà xantica Mattavelli, 2021.

 

Considero sia M. glabella xantica che M. irrorata xantica morfi che lascerei stare tassonomicamente tra le varietà di M. glabella e M. irrorata tendenzialmente leucistiche.

 

Teoricamente potrebbe esistere anche un’ipotetica M. visayae xantica, dimensioni tra 25 e 45 mm circa, da confrontare con M. glabella xantica e M. irrorata xantica, o meglio, quando di dimensioni elevate, piuttosto di scrivere M. cfr.irrorata gigas xantica, per di più esemplare adulto preferibilmente con dentini evidenti, io scriverei M. cfr. visayae xantica, cioè da confrontare con M. cfr. glabella xantica, che di norma dovrebbe avere pochi dentini sul margine interno. Purtroppo però la conformazione del margine da sola non è determinante per l’identificazione, inoltre sto teorizzando un caso possibile, ma che non ho ancora visto in pratica. Torno a scrivere che “visayae” apparentemente non presenta forme xanto – leucistiche.

 

Foto 7 ter.

Marginella cfr. glabella Linneo, 1758 oppure cfr. albida Mattavelli, 2021 oppure forse Marginella cfr. galindoi Mattavelli,2021 (vedere Fig. 16 nella parte seconda dell’articolo).

Esemplare lungo 32,9 mm, provenienza West Sahara, foto asta bmshells.

Si noti immediatamente come l’esemplare sia ben rigonfiato nell’ultima spira, mentre la spira apicale appare molto ribassata, confrontando la Foto 2 di una Marginella albida tipica.

La leucisticità della Foto 7 ter è innegabile, potrebbe essere proprio una forma di Marginella galindoi tipicamente leucistica.

Però la denticolatura del margine interno è scarsa, il che farebbe invece optare per una forma leucistica proprio di “glabella” e non per una forma di “albida”, che pure di norma non ha dentini, ma è più allungata.

L’allungamento dell’esemplare della Foto 7 ter è 1,6, mentre l’allungamento della forma ”(glabella?) albida” della Foto 2 è 1,75.

La frequenza della popolazione West Sahariana della Foto 7 ter mi è dubbia, ritengo scarsa, ma gli esemplari non mi paiono rari, mentre la frequenza delle “albida” mi appare elevata, soprattutto in Mauritania, a Sud del West Sahara, ma qualche “albida” è segnalata anche in Senegal, a Sud della Mauritania.

Per ulteriori ragguagli rivedere la Fig. 16 in Albinismo_2, ove cito le foto del sito iNaturalist.

 

Foto 7 quater.

Marginella glabella Linneo, 1758 forma leucistica.

Esemplare 33 mm, provenienza Agadir (Marocco), allungamento conchiglia 1,7.

La conchiglia non è tutta albineggiante biancastra, perché presenta tracce di marrone rossastro residuate dalla colorazione tipica di “glabella”, in particolare le flammule scure sotto la sutura della spira apicale. 

Inoltre anche sul dorso sono visibili, solo tramite ingrandimento della foto (*), i residui dello sfondo rossastro, con puntinatura chiara tipica di “glabella”, puntinatura alteratasi per leucismo con predominanza di striature chiare, striature da intravedere in senso assiale, cioè verticali nella foto del dorso, striature quasi a zig-zag originatesi dalla fusione dei puntini allargati sopra i residui invece ristretti dello sfondo rossastro. La livrea è perlopiù smunta in alto sotto la sutura, ma visibile ancora un poco colorita rossastro in basso, nella foto del dorso conchigliare, parte purtroppo in ombra nella foto.

 

 

(*) In Edge potete ingrandire la foto sormontandola col mouse e cliccando 2 volte in rapida successione tramite il pulsante Ctrl.

 

 

 Foto 7 quinquies.

Marginella irrorata Menke, 1828, forma leucistica.

Lunghezza 19,9 mm, località Mauritania, foto asta Costiz, allungamento 1,7.

Come nella Foto precedente, anche per questa “irrorata” leucistica lo sbiancamento non è totale.

In quest’esemplare c’è un residuo di colorazione rosa pallido smunto.

 

In altri esemplari di “irrorata leucistica” ci può essere più o meno un residuo di colore, più o meno rosa, ma non si arriva al bianco paglierino uniforme della “tizianica”, oppure al bianco candido della “mattavellii”.

Ciò non ostante, la distinzione morfologica nelle simil “irrorata” è molto problematica.

La forma della bocca tra le simil “irrorata” tra loro e con la bocca di “glabella” è praticamente identica, a parte la denticolatura ed eventuali inspessimenti del margine, ma la bocca delle simil “irrorata” è normalmente poco più bassa nel rapporto tra l’altezza della spira apicale e l’altezza della bocca, rispetto a “glabella”, che ha pertanto una leggermente diversa forma apicale, poco più rigonfiata.

Nella Foto 7 quinquies la protoconca però appare ancor più rigonfiata all’apice tondo, molto dubitevolmente potrebbe essere un esemplare giovanile, ma non penso, perché il margine è ben sviluppato, tuttavia apparentemente senza dentini sul labbro interno, dentini spesso numerosi in “irrorata”.

Non mi è nota la frequenza di esemplari di “irrorata leucistica” simili a quello della Foto 7 quinqies.

 

Riassumo gli allungamenti medi delle conchiglie analizzate:

·       Esemplare Foto 7 ter = 1,6

·       “galindoi” Fig. 16 = 1,65

·       “glabella” = media 1,69 ma variabile da 1,56 a 1,82

·       glabella leucistica” Foto 7 quater = 1,7

·       “albida” Foto 2 = 1,75 ma in Foto 1 = 1,69 circa

·       “irrorata” = media 1,69 ma variabile da 1,62 a 1,76

·       irrorata leucistica” cfr. Foto 3 = 1,76 ma Foto 7 quinqies = 1,7

·        tizianica” Foto 3 = 1,76

·       mattavellii” Foto 4 = 1,76, però altre “mattavellii” variabile da 1,62 a 1,76, cioè media 1,69

·       Esemplare Foto 7 = 1,74

·       visayae” = 1,8 ma variabile da 1,6? a 2?

·       Esemplare Foto 7 sexies = 1,72

·       velai leucistica” Foto 5 = 1,84

 

Conclusione.

L’albinismo ed il leucismo possono comparire in tutti gli animali, con diversi gradi di intensità.

Apparentemente non esistono “visayae” totalmente bianche, mentre esistono “cfr. glabella” quasi albine (Foto 7). Tra queste esistono numerose “cfr. glabella albida” intendibili come “albida albida” (Foto 2) e poche altre intendibili proprio solo come varietà leucistica “glabella albida” (Foto 7 quater).

Alcune “irrorata“ albineggianti (Foto 3) sono intendibili sia come varietà leucistiche di “irrorata“, che come nuova specie “tizianica”.

Si può fare una distinzione di colore della livrea delle conchiglie e gradi di colorazione albineggiante.

Le suddette varietà intendibili come nuove specie (“albida” e “tizianica”) sono entrambe di colore della conchiglia tutto biancheggiante, però tendente al paglierino – panna uniforme.

Le varietà leucistiche delle già note specie “glabella” ed “irrorata” sono solitamente con residui di colore sulla livrea (Foto 7 quater e 7 quinquies).   

La forma della bocca tra “glabella” e “albida” può essere riconoscibilmente diversa, ma spesso si confonde tra “glabella” e le simil “irrorata”, dove la bocca è praticamente identica. Le simil “irrorata” possono far pensare ad “un’irrorata” unica (v. avanti Discussione). La struttura conchigliare di specie diverse però non sempre è diversa, caso delle specie sorelle in natura. 

 

Sia alcune simil “irrorata” leucistiche che alcune “cfr. glabella albida” in West-Sahara e Mauritania formano talora 2 popolazioni numerose di esemplari a morfi identici nella stessa popolazione, diciamo che esistono talora 2 greggi diversi, entrambi leucistici numerosi (forse con > 75% esemplari albineggianti). Sarebbe il caso di attribuire un’identità specifica, o almeno di sottospecie geografica, sia a tali “cfr. glabella albida” (Foto 2) che a ad alcune “cfr. irrorata leucistica“ (Foto 3).

 

·       Per “cfr. glabella albida” (Foto 2), ben considerando la morfologia della bocca e lo sbiancamento totale (non ostante la tendenza al paglierino), nonché per la scarsità di denticolature, si dovrebbe introdurre una nuova specie Marginella albida Mattavelli 2021, non ancora descritta in cartaceo.

·       Per la varietà di “irrorata” ipotizzata leucistica (Foto 3) il problema è più complesso, considerando che è già stata introdotta la nuova confondibile specie “mattavellii” (Foto 4).

Comunque ho già proposto un nome alternativo attribuibile alla presumibile speciazione separata di alcune varietà leucistiche di “irrorata”, introducendo, solo in Internet, un’ulteriore nuova specie Marginella tizianica Mattavelli 2021, con interpretazione un po’ “splitterata” della sua conchiglia.

 

Già citata nella premessa della presente prima parte dell’articolo, ed in Albinismo_2 Fig. 16, verrà poi proposta come ulteriore e terza nuova specie Marginella galindoi Mattavelli, 2021, molto simile ad una M. glabella nana quasi leucistica, ma residuante una colorazione beige sabbia rossastra (del Sahara) quasi uniforme e con conchiglia dotata di caratteristiche morfologiche proprie, appunto di una “specie” diversa, direi pur sempre albineggiante, ma non propriamente albina.

 

Attenzione che con queste nuove 3 specie albineggianti non nego il fenomeno del possibile vero albinismo o leucismo delle già note specie “glabella, irrorata etc.”, in alcune loro forme (Foto 7quater, 7 quinquies etc.).

Semplicemente ammetto che, accanto a veri ma credo pochi possibili esemplari di forme “albine” delle già note specie del Complex, esistano comuni ed abbondanti popolazioni di probabili “pseudo albini”, cioè vere nuove specie, o comunque sottospecie geografiche locali esclusivamente leucistiche, soprattutto “albida” e “tizianica”, i cui comuni esemplari credo siano quasi indistinguibili dai possibili veri “albini” di “glabella, irrorata etc.”. Infatti il numero di esemplari delle popolazioni del Complex tutte biancheggianti a me noto è elevatissimo, mentre per me l’albinismo ed il leucismo sono fenomeni scarsi ed individuali (con il leucismo conchigliare più comune dell’albinismo).

Nel caso di “albida” ritengo che forme di “glabella” leucistiche si siano ormai separate dalla specie originale, per formare popolazioni tutte biancheggianti, cioè la specie “albida”, la quale specie però possa ancora interagire con altre specie del Complex, compreso “glabella”, formando eventuali nuovi kleptons in evoluzione. Idem per “tizianica” nuova specie attuale, che potrebbe formare kleptons anche con l’originale “irrorata”.

Per finire non escluderei la possibilità di esistenza di un confondibile klepton “albida” X “tizianica”, probabilmente ricollegabile a una simil “visayae “ in forma proprio albina o leucistica, tutto però da dimostrare biologicamente.

Infatti al momento non mi pare che esistano “visayae” proprio albine, vedere in Albinismo_2 la Fig. 14.

Ho qualche dubbio anche per “galindoi” intendibile come nuova specie attuale, per la quale gli esemplari a me noti sono pochi come numero, anche se ora li ritengo non rari, dopo aver visto il sito iNaturalist (ove tuttavia gli esemplari sono chiamati tutti “glabella”).

 

Discussione per le più simil-irrorata.

Nel caso di piccoli esemplari tutti sbiancati sotto i 30 mm, o poco più di lunghezza, senza considerare quelli riconducibili a “glabella”, “albida” e “visayae”, esiste soprattutto una possibile ambiguità di identificazione tra le più simil-irrorata, cioè tra le seguenti 4 forme di specie (alcune forse identiche), oppure si tratta di 3 o 4 specie diverse, tutte biancheggianti.

In sostanza ci sono 2 alternative di denominazioni tassonomiche della Foto 3 (varietà leucistica della nota perlopiù colorita “irrorata”, oppure nuova diversa specie “tizianica”, solo ipotizzata tale), tenendo pure conto che esistono comunque varietà leucistiche propriamente di “irrorata” (Foto 7 quinquies).

 

1.        Marginella irrorata Menke 1828, varietà leucistica (Foto 3, con interpretazione tradizionale delle forme leucistiche dei molluschi, prima alternativa) = caso di soltanto forma “albina” di specie nota.

2.        Marginella mattavellii Cossignani 2021 tipica, conchiglia sempre bianco quasi candido (Foto 4) = caso di specie diversa, non vera albina.

3.        Marginella tizianica Mattavelli 2021 tipica, conchiglia bianco paglierino-panna (Foto 3, però vista in seconda alternativa, a quella tradizionale delle forme leucistiche) = caso di specie diversa, non vera albina.

4.        Marginella velai Galindo & Cossignani 2020, Foto 5, endemica del Marocco-West Sahara, forma leucistica. Caso di soltanto forma “albina”, o meglio leucistica, della nota specie “velai”.

 

Riepilogando, accettando comunque vere le specificità dei punti 2 & 4, tra il punto 1 ed il punto 3 occorre scegliere solo l’alternativa tassonomicamente valida per la maggioranza degli esemplari delle popolazioni leucistiche del West Sahara riassunta nella Foto 3, osservando che esiste anche qualche esemplare (pochi?) proprio alboleucistico, come forma della già nota specie “irrorata” (punto 1, in rif. alla Foto 7 quinqies).

 

Propugnando io la validità specifica del punto 3, occorre considerare come nuova specie Marginella tizianica qualora si ritenga biologicamente indipendente la maggioranza della popolazione sbiancata color panna uniforme del West Sahara (Foto 3), tranne qualche esemplare (pochi?) proprio albileucistico di “irrorata” (Foto 7 quinquies), assai simile all’esemplare della Foto 3.

Naturalmente ciò senza immaginare possibili ibridazioni, magari klepton, comunque ibridazioni interspecifiche tra specie diverse, che complicherebbero ulteriormente la logica di queste considerazioni.

Sarebbe molto più semplice unificare tutto “lumperisticamente” pensando solo ad ibridazioni infraspecifiche (nella stessa specie), che non siano vere ibridazioni, ma siano solo variazioni di una stessa unica specie, o poco più di una, addirittura intesa come unica “superspecie” del Complex, alla quale io però non credo assolutamente, come già scritto nella Premessa.

La confondibilità morfologica di questi esemplari purtroppo è alta e non permette una classificazione certa, tuttavia considerare che l’esemplare della Foto 3 è del West Sahara, mentre quello della Foto 4 è del Sud Senegal, due località abbastanza lontane, da far pensare comunque a 2 sottospecie geografiche, qualora si pensasse (per me erroneamente) che gli esemplari delle Foto 3 & Foto 4 appartengano entrambi all’unica sola stessa specie “irrorata”, oppure in alternativa logica alla sola specie “mattavellii”, qualora non si riconosca la nuova specie “tizianica”.

 

Tenere anche presente che nel West-Sahara si trova pure la specie “velai”, la cui varietà sbiancata (Foto 5) è anche confondibile con piccoli esemplari di “albida”, e/o “glabella”, oltre che confondibile con la specie “irrorata” alboleucistica, e/o alias specie “tizianica” e/oppure anche specie “mattavellii”, in diverse popolazioni che siano effettivamente tutte ritenute, o non ritenute, specie distinte dal lettore. Alcune popolazioni infatti possono essere ritenute solo varietà dell’una o dell’altra specie.

 

Esiste inoltre Marginella (kl.?) visayae (Foto 6 e Fig. 13 e 14 in Albinismo_2), la quale “visayae”, pur apparentemente senza forme alboleucistiche, potrebbe scombussolare ogni interpretazione sistematica dei vari esemplari apparenti “albini” del Complex analizzato.

 

Foto 7 sexies.

Marginella cfr. visayae pseudovisayae, Mattavelli,2021.

Esemplare lunghezza circa 39 mm, luogo Mauritania, foto Costiz ritagliata da un’asta conchigliare, esemplare di dubbia identificazione.

L’identificazione nell’asta suddetta era M. irrorata (ovviamente per me forma gigas), ma è un’identificazione sbagliata.

Molto probabilmente si tratta di una “visayae pseudovisayae”, anche per l’imponente denticolatura del margine interno della conchiglia.

Tuttavia è pure probabile che in alternativa sia una “glabella” dotata stranamente di una denticolatura eccezionele per “glabella”, inoltre con un allungamento 1,72, possibile, ma elevato per “glabella”. Notare l’arrugginimento del dorso della conchiglia, “rust” poi precisato in Albinismo_2.

 

 Flavio Mattavelli

matta.a@tiscali.it – prima relaise 2021. Aggiunto nel 2025 tre Tavole sinottiche, Tavole 1 & 2 delle forme colorite non albineggianti e Tavola 3 delle forme albineggianti del Marginella glabella etc. Complex.

Articolo suddiviso in 2 parti: capopagina prima parte e link ad Albinismo_2, seconda parte inerente “albini” anche non del suddetto Complex.


Home ed Indice generale del sito, più Elenco mirror, sito che nel 2024 si compone in totale di 58 pagine, raggruppate in 4 Sezioni, ognuna con singole Home pages sezionali:

1.        Macchine (9 pag., inerenti alcune macchine costruite nella Ditta Cavalleri Mattavelli Sas.).

2.        Aeromodellismo (20 pag., aerodinamica amatoriale per modelli canard e soprattutto tuttala di cartoncino, a volo libero).

3.        Gorgonzola. (4 pag., sulle origini della città e del formaggio, titolo "La mia Gorgonzola dopo il 1990”).

4.        Conchiglie (24 pag., limitatamente al Marginella glabella Complex e similari).

 

Le singole pagine sono linkate nelle citate 4 Home pages delle singole Sezioni. 

Riporto qui solo le pagine della Sezione Conchiglie:

·       Home page ed indice sezionale.

·       Distinzione specie/klepton

·       Atlante fotografico delle "specie" attuali del Marginella glabella Complex e dei loro ibridi morfologici

·       Altri klepton nel Marginella glabella Complex? 

·       Marginella pseudodesjardini Le Béon, 2012 nuova specie.

·       Universo lumperia,

·       Note su M. irrorata Menke, 1828, varietà pseudoirrorata Mattavelli, 2017.

·       Integrazione della pagina Links, con introduzione a “pseudoglabella

·       Nuovo sguardo ai mondi di M. glabella & pseudoglabella, luglio 2017.

·       Descrizione comparativa di Marginella (Kl.?pseudoglabella Mattavelli, 2018 nuova “sp.”, 

·       Definizione introduttiva di Marginella (Kl.?visayae Mattavelli, 2018

·       5 confondibili marginelle simil-glabella.

·       Marginella (kl.?visayae nuova “sp.” Mattavelli, 2021  

·       Prima parte “sull’albinismo” delle simil M. glabella & irrorata, con ipotesi, solo in Internet, di 2 nuove “specie albine” (M. albida & M. tizianica, Mattavelli 2021, rif. Foto 2 & 3).

·       Seconda parte “sull’albinismo” in generale. Ipotesi, solo in Internet, nuova specie M. galindoi Mattavelli, 2021, rif. Fig. 16.

·       Revisione morfologica di M. glabella Linneo, 1758/1767, con proposte di mie nuove denominazioni di sue varietà (es. M. glabella glabella & M. glabella neoglabella, Mattavelli 2021)

·       Un salto nei retini conchigliari “ghepardici (2022/2023)

·       Marginella sebastiani nelle sue 5 varietà principali (2022/2023)

 

Articolo di archivio "La variabilità fatta specie" comprendente:

·       prima parte, per la distinzione tra M. glabella e M. irrorata.

·       seconda parte, per il riconoscimento degli ibridi morfologici M. glabella X M. irrorata.

·       allegato, inerente le forme M. glabella antinea & M. glabella problematica, Mattavelli 2005 (oggi invece kleptons?).

 

Articoli solo in inglese:

·       Atlas of the Marginella glabella & irrorata Complex, ex Quick reference guide, update 2022.

·       Statements on the Complex with Marginella pseudosebastiani Mattavelli, 2001, in particular respect to M. sebastianiarchives 2006.

·       Complex Links, remake 2020, with Marginella (kl.?pseudoglabella Mattavelli, 2018 new species.