Dott. Ing. Flavio Mattavelli

Albinismo delle specie simil “glabella, irrorata, (kl.?) visayae, etc.”.

Proposta di 3 nuove specie albineggianti: Marginella albida, tizianica, galindoi, ritenute non proprio forme albine delle specie già note del Complex.

Le 3 nuove specie non sono mai state descritte in cartaceo, ma vengono proposte in Internet tramite il presente articolo, suddiviso in 2 pagine Web (link alla seconda pagina).

Premessa.

 

Nel Marginella glabella Complex, qui perlopiù inteso in senso ristretto alle specie M. glabella, irrorata, (kl.?) visayae, ma estensibile ad altre specie simili, è manifesto il fenomeno degli esemplari così detti “albini”, cioè occorre notare la presenza di molte conchiglie più o meno completamente biancheggianti, cioè “albineggianti”, il che non significa che si tratti proprio di albinismo, forse è un leucismo stabilizzato in specie diverse dalle originali.

Che lo sbiancamento sia dovuto ad albinismo, o meglio leucismo, di esemplari, o talora popolazioni, della medesima specie, oppure sia caratteristico della differenziazione in specie biologiche diverse, complica la classificazione del suddetto Complex, che tuttavia verrà qui visto solo morfologicamente, senza studiare le parti molli.

·       Albinismo = mancata produzione pigmenti di colorazione, però gli albini sono con lo stesso DNA della specie originale. “L'albinismo nei molluschi è stato riconosciuto come un fenomeno ereditario almeno dal 1900 e può esistere in misura variabile. A volte una singola lumaca ha un corpo normalmente pigmentato, ma il guscio è completamente privo della normale pigmentazione a causa di un difetto nelle cellule del mantello. I gusci di alcune specie di molluschi possono essere traslucidi quando mancano della normale pigmentazione.” (Informazioni da Wikipedia). Per me tuttavia i veri albini sono ritenuti tali solo quando sono pochi (< 25 %?) nella popolazione di una singola specie.

·       Leucismo = presenza di un gene recessivo determinante un albinismo parziale, sempre nella stessa specie biologica. Quando lo sbiancamento mi pare che riguardi soltanto le conchiglie, e non le parti molli dei molluschi, ritengo meglio dire che la specie è leucistica. Quando il leucismo interessa troppi esemplari (> 75 %?) di una popolazione penso sia il caso di considerare la parte leucistica una nuova popolazione di una specie divenuta diversa dall’originale.

·       Speciazione = formazione in diverse specie / klepton. Ricordo che nel mio sito i concetti di specie e/o di klepton vengono talora unificati nella scrittura “specie” tra virgolette.

 

Il fenomeno dello sbiancamento è comune, ma confondibile soprattutto nei piccoli esemplari, diciamo tra i 20 ed i 35 mm di lunghezza delle conchiglie del citato Complex, già analizzate nell’articolo 5 confondibili marginelle simil-glabella, del febbraio 2021.

Nel 2024 ho riunito 12 immagini significative di forme colorite di Marginella glabella e delle “specie” M. irrorata, pseudoglabella, pseudosebastiani e (klepton?) visayae, al momento tralasciando M. sebastiani, desjardini, pseudodesjardini, cioè specie anche molto grandi, e M. visai, lamarcki, aurantia, cioè specie relativamente in generale piccole, per compilare 2 tavole di un allegato pdf, ivi concentrando (quasi) tutti i rami magici del M. glabella Complex, solo i rami coloriti, cioè senza le forme albineggianti, allo scopo di sintetizzare in 12 punti di partenza la successiva individuazione, nella seguente analisi, di alcune “specie” con forme o veramente albine o solo albineggianti, cioè forme di nuove “specie” non proprio albine, in quanto ritengo il vero albinismo un fenomeno saltuario relativamente raro, all’interno della stessa specie (quando si presenta indicativamente < 25% di esemplari “albini”).

Rami magici perché i punti di partenza del così detto “albinismo” in generale sono infatti morfologicamente confondibili e gli “albini” possono venir fatti derivare, come in un magico gioco di prestigio della natura, dall’una o dall’altra “specie” colorita, ma, siccome esistono tanti, anzi troppo numerosi esemplari (> 25% della popolazione), penso che non si tratti proprio di albini, bensì di popolazioni di nuove “specie”. L’analisi solo delle conchiglie però non risolve sempre la distinzione delle diverse vere “specie” biologiche, rispetto alle varietà di una stessa “specie”.

 

Facendo dispetti ai puristi della nomenclatura trinomiale, che dovrebbe indicare solo le sottospecie, talora ho indicato in trinomi alcune varietà o forme di una stessa “specie”, che si dovrebbero considerare di rango sotto sottospecifico, ma per me potrebbero speciarsi nei modi di quest’articolo. A rigor di logica “splitter” ognuna delle 12 forme suddette potrebbe generare sottoforme morfologiche “albine”, che però potrebbero in alternativa essere anche forme di specie biologiche diverse dalla specie iniziale, solo apparentemente generante l’albinismo, oppure, in alternativa “lumper”, potrebbe anche trattarsi che esista un’unica superspecie alla base del Complex, dalla quale deriverebbe ogni forma e sottoforma, nei vari esemplari. Penso che nessuna di queste teorie, totalmente “splitter” o “lumper”, sia valida. Per me la vera soluzione biologica è un intrico di numerose, ma non numerosissime, specie (in varie forme) e qualche klepton, tra le quali “specie” esiste qualcuna sempre solo biancheggiante, cioè non proprio albina. Per dirimere la questione, a parte le conoscenze geografiche sulla provenienza dei vari esemplari, si dovrebbero fare analisi biologiche sulle parti molli di tutti i molluschi. Tuttavia mi sono limitato all’analisi conchigliare. 

 

I punti di arrivo delle classificazioni sono molteplici. Ad esempio tenere presente che nell’aprile 2021 è stata descritta da Tiziano Cossignani la nuova specie Marginella mattavellii, sul numero 111 della rivista MMM (Malacologia Mostra Mondiale – Cupra Marittima), vedere avanti Foto 4, specie diversa da M. irrorata nella forma leucistica, molto a lei simile, vedere avanti Foto 3. Quindi “mattavellii” è una forma bianchissima, ma non è un “albino”.

Non presenti nelle suddette 2 tavole sinottiche di punti di partenza coloriti, in relazione ad eventuali “albini”, cito i casi di Marginella glabella xantica e Marginella galindoi forse nuova specie, vedere rispettivamente cella 7 e cella 4 in Revisione morfologica di “glabella”. Questi 2 casi si possono pensare quasi “albini”, tuttavia la loro realtà naturale potrebbe essere diversa.

Marginella galindoi Mattavelli, 2021 andrebbe considerata come nuova specie, per il labbro esterno ingrossato, per le piccole dimensioni e la struttura conchigliare tarchiata, cose tutte da rivedere in un maggior numero di esemplari, provenienza endemica credo tutti tra il West Sahara e le Canarie, comunque esemplari albineggianti, ma non veri albini.

Per M. galindoi vedere quindi la Fig. 16 in Albinismo 2. E’ probabile un’immediata derivazione dall’immagine 11 della mia seconda tavola pdf.

 

Un caso analogo è M. glabella xantica, forma che però io lascerei stare soltanto tra le varietà di M. glabella tendenzialmente leucistiche, ricollegabili alla successiva Foto 7.

 

Per via di alcuni casi simil “albini” il numero di nuove specie potrebbe quindi aumentare, qualora alcuni morfi “albini” non fossero considerati tutti varietà di specie note, bensì alcuni fossero reali nuove specie di molluschi biologicamente indipendenti, pur trascurando, per il momento, l’esistenza di possibili klepton ibridogenici ed in particolare klepton “albini”.

Esistono in natura diverse marginelle del Complex in questione, alcune di tali marginelle potrebbero esistere solo come klepton e quindi il numero esatto di specie esistenti, oppure talora in alternativa di klepton, mi appare imprecisabile morfologicamente.

 

Per paragonare gli esemplari, nel seguito metterò tutte le immagini nella stessa scala dimensionale di lunghezze conchigliari, però ingrandendo circa 1,6 volte tutte le lunghezze reali degli esemplari, qualora visti paragonati senza “zoommare” sul monitor di un PC desktop moderno (monitor moderno di solito abbastanza grande).

 

Le specie (e/o kleptons) verranno spesso indicate in unica voce corsiva tra virgolette, trascurando di scrivere il Genere Marginella, gli Autori e l’anno del riconoscimento, come invece richiederebbe la tassonomia attuale.

In pratica non tutte le conchiglie del Complex in questione presentano forme proprio albine, alcune presentano forme biancheggianti, alcune nessuna, cioè né albine né biancheggianti, perché potrebbero essere proprio specie nuove, totalmente di colorazione quasi bianca, vedere in Conclusione Marginella albida (Foto 2) e Marginella tizianica (Foto 3).

 

Nella seguente prima parte dell’articolo inerente l’Albinismo del gruppo delle “specie” “simil glabella” etc., tra le 5 poste come vere “specie” nelle 2 tavole sinottiche dei rami magici senza le forme albineggianti, ho scelto solo le 3 “specie” di base più piccole, di solito perlopiù note in forme colorite (“glabella, irrorata, visayae”), ma esistenti anche con forme potenzialmente albineggianti o “albine”, poi ho aggiunto 1 specie in varietà proprio albina (“velai”) e 3 supposte vere specie nuove esclusivamente biancastre (“mattavellii, albida, tizianica”), cioè 3 forme molto albineggianti, ma non intese come varietà albine di specie già note.   

 

Il discorso potrebbe essere esteso a molte altre marginelle “simil glabella”, secondo il concetto che si può avere di somiglianze conchigliari nel Complex di “glabella” e non solo.

Alla presente pagina seguirà la pagina Albinismo_2. In tale appendice tratterò di altre “specie” di marginelle anche poco “simil glabella”, a scopo complementare.

Inoltre approfondirò casi trascurati nella prima parte dell’articolo, tra cui Marginella galindoi probabile nuova specie (Fig. 16).

 

Infine ho realizzato una terza tavola sinottica pdf inerente soltanto 6 forme albineggianti dei rami magici del Marginella glabella Complex etc., inserendo in tale tavola le 3 possibili nuove specie biancheggianti, ma non ritenute vere albine di specie già note, cioè Marginella (glabella?) albida, M. (irrorata?) tizianica, M. (glabella?) galindoi.

 

Prima parte dell’articolo.

I numeri che seguono tra parentesi ai numeri delle successive foto si riferiscono alla numerazione delle prime 2 tavole sinottiche pdf.

 

Senza considerare l’appendice Albinismo 2, qui sono state analizzate soltanto 5 specie già note del Complex in questione, quando presentanti conchiglie biancheggianti:

·       Marginella glabella Linneo 1758-1767 (foto tipica mancante, mentre in Foto 7 varietà leucistica)

·       Marginella irrorata Menke 1828 (Foto 3 bis quasi tipica, mentre in Foto 3 morfo leucistico, discutibile se varietà di M. irrorata, oppure nuova specie M. tizianica)

·       Marginella velai José Ahuir Galindo & Tiziano Cossignani, 2020 (in Foto 5, varietà leucistica)

·       Marginella mattavellii Cossignani, 2021 nuova specie (Foto 4, olotipo)

·       Marginella (kl.?) visayae Mattavelli, 2018/2021 (Foto 6).

 

E’ stata inoltre prospettata l’esistenza di 2 possibili nuove specie “albineggianti”, non ancora descritte in cartaceo e proposte solo in Internet in quest’articolo del 2021:

·       Marginella albida Mattavelli, 2021 (Foto 2 e immagine centrale della Foto 1)

·       Marginella tizianica Mattavelli, 2021 (Foto 3).

 

Notare che nell’Atlantico del West Sahara esiste anche un gruppo di marginelle di profondità completamente biancheggianti, non ascrivibili al Marginella glabella & irrorata Complex, ma comunque simili. Esse sono Marginella impudica, subturrita, aronnax, marocana e forse qualche altra, ben studiate dopo pag. 270 in: Suppl.1 (1985) - Bollettino malacologico - Biodiversity Heritage Library , Figs. rispettivamente (718 + 719), 717, (720 + 721), (722 + 723), titolo dell’articolo di Bouchet & Waren:

Revision of the northeast Atlantic bathyal and abyssal Neogastropoda excluding Turridae (Mollusca, Gastropoda), articolo pdf accessibile pure in: https://www.biodiversitylibrary.org/part/247359

 

 

Foto 1 (03/04, 08): Marginella glabella Linneo 1758-1767, ma forse nessuna delle 3 conchiglie presenti è proprio della specie “glabella”, tranne più probabile la prima a sinistra (vedere avanti).

 

L’immagine 1 è ripresa dal mastodontico sito Hardy’s Gastropods, immagine a sua volta ripresa per gentil concessione di Alboran Shells. Il sito di Hardy non riporta né le dimensioni né le località delle 3 conchiglie, ma posso stimare che si tratti di conchiglie oltre 35 mm di lunghezza, località coste atlantiche del Nord-West Africa.

Potrebbero essere tutte e 3 varietà della specie di Linneo, ma qui non voglio discutere sulle molteplici varietà di “glabella” colorite, o di altre specie, che verranno trattate nell’articolo Revisione.

L’osservazione della forma della bocca della conchiglia centrale, oltre al colore bianchiccio, dovrebbe far pensare scheletricamente non ad una varietà di specie, bensì ad una specie diversa.

Nel mio articolo La variabilità fatta specie, parte prima, accennavo nel 2005 all’esistenza di una varietà Marginella glabella albida (colà vedere la Fig. 4); ora si potrebbe pensare ad una nuova specie “albida”, ma lascio momentaneamente il nome “albida” come prudenziale sola varietà della specie “glabella”.

 

Riguardo agli altri 2 esemplari fotografati assieme, l’esemplare a destra nella Foto 1 mi trascina la classificazione ambiguamente verso Marginella (kl.?) visayae (vedere Foto 6 e nell’appendice Albinismo_2 il confronto tra le colà Fig. 13 = “glabella” e Fig. 14 = “visayae”. Definitivamente vedere “visayae” 2021 ). Inoltre nella seconda tavola sinottica potrebbe essere 08 = “pseudovisayae”.

 

L’esemplare tutto a sinistra mi induce invece con probabilità verso le varietà “glabella bordeaux” (nella prima tavola sinottica 03/04), esso però non sarebbe da classificare con certezza in M. glabella, perché non sarebbe da escludere una, sia pur assai discutibile, tendenza verso Marginella (kl.?) pseudoglabella, probabilmente giovanile (in tavole sinottiche numerazione 01).

 

Lasciando qui in sospeso la questione della classificazione delle conchiglie colorite, torniamo “all’albinismo” di quelle biancheggianti, quelle tra loro più simili nel “glabella“ Complex, in quanto nel seguito considererò perlopiù solo quelle biancheggianti, confondibili soprattutto nel campo di dimensioni da 20 a < 40 mm.

 

Nell’articolo Albinismo_2 il “glabella“ Complex verrà allargato agli esemplari più grandi ed esteso pure a forme biancheggianti di altre marginelle, classificate diversamente da “glabella”, ma formalmente ancora simili e confondibili, soprattutto quando manca il conforto della disuniformità delle livree conchigliari, cioè senza punteggiature, macchiettature, screziature che facilitino l’identificazione morfologica.

 

Foto 2: Marginella glabella Linneo 1758, varietà albida Mattavelli 2005, lunghezza 35 mm, provenienza Mauritania, foto Alboran Shells. Colorazione tendente al paglierino – panna.

Nel paragrafo Conclusione si ventilerà la proposta di considerare invece l’esistenza di una nuova specie Marginella albida Mattavelli, 2021.

Tra le immagini centrali della Foto 1 e la Foto 2 si noterà una leggera differenza di colorazione, tuttavia notate che la forma della bocca è identica.

Allungamento misurato sulla Foto 1 è 1,69 circa.

Allungamento misurato sulla Foto 2 è 1, 75 circa.

Gli allungamenti sono nella media delle “glabella”, però direi anche nella media di “albida” nuova presumibile specie.

 

 

Foto 3: forse Marginella irrorata Menke 1828, forma leucistica, denominazione della varietà indefinita, lunghezza 27 mm, provenienza West Sahara, foto Alboran shells.  Allungamento circa 1,76.

Anche qui ho scritto che potrebbe trattarsi di una varietà di “irrorata”, come già anticipato nell’articolo La variabilità fatta specie, (colà vedere la Fig. 7).

Escluderei che l’esemplare della Foto 3 sia da considerarsi una forma un poco ingiallita della specie “mattavellii” (Foto 4), ma sarebbe anche possibile, come pure potrebbe trattarsi di una nuova specie differente da tutte le altre qui considerate. Siccome la tipologia della Foto 3 può sembrare diversa da quella della Foto 4, o la Foto 3 è appunto di una varietà leucistica di “irrorata”, oppure la Foto 3 sarebbe di un’ulteriore specie nuova, non apparendo una varietà di “mattavellii”, che è ritenuta diversa da ogni varietà di “irrorata”.

 

Nel caso che la Foto 3 venisse riconosciuta come quella di un’ulteriore nuova specie biologica, in onore di Tiziano Cossignani, propongo di chiamarla Marginella tizianica Mattavelli 2021, specie non ancora descritta in cartaceo da nessuna parte, ma qui proposta a livello di intuito un poco “splittereggiante”. Vedere avanti Discussione per le più simil-irrorata.

 

 

Foto 3 bis (12): Marginella irrorata subtipica (cioè quasi tipica), 27 mm, West Sahara. Allungamento circa 1,73, poco sopra la media delle “irrorata”.

 

Gli allungamenti conchigliari sono in media circa 1,69 per i sintipi di “mattavellii” (Foto 4), 1,69 per le “irrorata” tipiche, 1,76 per la Foto 3, ma le medie possono ingannare, quando il campo di variabilità è esteso, come appunto in questi casi.

 

Il confronto tra l’“irrorata” subtipica della Foto 3 bis, la “mattavellii” della Foto 4 e l’“irrorata” presumibile varietà di forma della Foto 3, quest’ultimo morfo invece supponibile un’ulteriore specie per via del maggior allungamento (1,76 > 1,69), è infatti ambiguo nella morfologia dei profili delle conchiglie.

Io, tra le 3 Foto, non trovo caratteristiche di profilo ben differenziate, quindi la questione rimane aperta ed irrisolta, a livello puramente morfologico conchigliare.

Per trovare una differenza biologica specifica occorrerebbe analizzare tutte le parti molli, meglio magari con prove genetiche. Considerare inoltre eventuali località stanziali endemiche delle popolazioni.

 

 

Foto 4: Marginella mattavellii Cossignani 2021, nuova specie, olotipo, lunghezza 23,5 mm, località Saly Portudal, Petite Cote du Senegal, foto MMM n°111, allungamento 1,76, ben oltre la media delle altre “mattavellii”.

Le differenze di “mattavellii” verso “irrorata” sono ben evidenziate su MMM, in particolare notare il diverso ed esclusivo bianco quasi candido di “mattavellii”.

 

Gli allungamenti degli svariati esemplari di “mattavellii” variano da 1,62 a 1, 76, media 1,69, però con un campo di variabilità molto esteso, per conchiglie tutte della stessa località ristretta (Saly Portudal). Notare che l’allungamento della Foto 4 è identico a quello della Foto 3, salvo errori di misurazione.

In pratica la principale differenza resterebbe soltanto il diverso colore delle conchiglie delle Foto 3 & 4, rispettivamente paglierino e bianco quasi candido, a meno che non si tratti solo di variazioni di colore.

 

Accettando che “mattavellii” sia una vera specie biologica, non si tratterebbe di albinismo, ma di caratteristiche conchigliari implicite solo nella nuova specie “mattavellii”, specie che non appare avere mai esemplari coloriti, come invece sono spesso di colore di fondo rosatello ben rosato, punteggiato panna, gli esemplari standard della specie “irrorata” (Foto 3 bis). Vedere Discussione nella Conclusione.

 

Foto 5: Marginella velai Galindo e Cossignani, 2020, forma albina, o meglio leucistica.

Le “velai” sono di solito rossastre o beige, non mi risulta che ne esistano di bianco totalmente candido.

Quest’esemplare leucistico di “velai” non è bianco candido, proviene dal Marocco ed è lungo 30,88 mm, foto ripresa da un’asta di Reefshells. E’ una varietà sottospecifica di “velai”.

Però vedere Conclusione.

 

 

 

 

Foto 6 (09/08): Marginella (kl.?) visayae Mattavelli, 2021,  specie discutibile > 2018, forma chiara.

Esistono altre forme molto rossastre.

Questo esemplare chiaro di “visayae” proviene dalla Mauritania, lunghezza 37,6 mm. Allungamento 1,7 circa (scarso per “visayae”).

Non si può classificare come “irrorata” gigante, come proposto dal sito Web Mar a Mar, pur presentando delle puntinature allineate. Le vere “irrorata”, oltre che essere decisamente più piccole, hanno la cupola più stretta, v. Foto 3 bis.

Semmai l’esemplare della Foto 6 potrebbe essere scambiato per M. glabella, tuttavia io lo separerei da “glabella” per la denticolatura del margine, e lo ritengo una “visayae” a puntinatura grossolana, separabile nella varietà “pseudovisayae” = 08, nella numerazione della seconda tavola sinottica.

Marginella (kl.?) visayae (olotipo = 09) è stata introdotta nel 2021 come nuova specie, sebbene io mantenga il dubbio sulla sua sostanza di probabile klepton “glabella” X “irrorata”.

Confrontare le Fig. 13 e 14 della seconda parte del presente articolo. Mentre le “albida” (Foto 2) formano numerose popolazioni localizzate di individui completamente sbiancati, pur sempre con una tonalità tendente al color panna, le “visayae” chiare mi danno l’impressione di essere esemplari quasi rari e sparsi, quel che si dice talora delle mosche bianche, senza sapere che le mosche bianche esistono davvero, ma sono comuni e diverse dalle mosche comuni, in luoghi svariati.

Nel paragone s’intenda “glabella” come una mosca comune e “visayae” come una mosca bianca.

 

 

Foto 7 (11): Marginella glabella Linneo, quasi albina, foto Clanculus, che dichiara lunghezza 40,86 mm e provenienza Canary Is.

La lunghezza è elevata per provenire dalle Isole Canarie, dove solitamente le “glabella” sono più piccole.

Lo sbiancamento della conchiglia non è totale (residuo di marroncino sotto l’ultima sutura e dentro la bocca). La denticolatura nella Foto 7 non è evidente. Ritengo che si tratti proprio di una vera “glabella” leucistica, diversa dall’”albida” della Foto 2 e diversa dalla dentata “visayae” della Foto 6. La forma della bocca della foto 2 è più larga sia della bocca della 6 che della 7. Ciò induce a pensare che la 2 è una specie diversa dalla 7, che invece rientra marcatamente nella variabilità leucistica delle vere “glabella”, pur con un allungamento totale, misurato sulla foto di ds., circa 1,74, elevatissimo, fin troppo, per essere di “glabella”, che ha in media allungamento 1,69.

 

 

 

 

Conclusione.

L’albinismo ed il leucismo possono comparire in tutti gli animali.

Apparentemente non esistono “visayae” alboleucistiche, mentre esistono vere “glabella” quasi albine (Foto 7), inoltre esistono numerose “glabella albida” (Foto 2) ed alcune “irrorata“ ipotizzate leucistiche (Foto 3), le ultime due entrambe di colore della conchiglia tutto biancheggiante, tendente al paglierino - panna.

Sia le “irrorata” leucistiche che le “glabella albida” in West-Sahara e Mauritania formano 2 popolazioni numerose di esemplari a morfi identici nella stessa popolazione, diciamo che esistono 2 greggi diversi, entrambi leucistici. Sarebbe il caso di attribuire un’identità specifica, o almeno di sottospecie geografica, sia alle “glabella albida” (Foto 2) che a alle “irrorata leucistica“ (Foto 3).

 

·       Per “glabella albida” (Foto 2), ben considerando la morfologia della bocca e lo sbiancamento totale (non ostante la tendenza al paglierino), nonché per la scarsità di denticolature, si dovrebbe introdurre una nuova specie Marginella albida Mattavelli 2021, non ancora descritta in cartaceo.

·       Per la varietà di “irrorata” ipotizzata leucistica (Foto 3) il problema è più complesso, considerando che è già stata introdotta la nuova confondibile specie “mattavellii” (Foto 4).

Comunque ho già proposto un nome alternativo attribuibile alla presumibile speciazione separata della varietà leucistica di “irrorata”, introducendo, solo in Internet, un’ulteriore nuova specie Marginella tizianica Mattavelli 2021, con interpretazione un po’ “splitterata” della sua conchiglia.

 

Già citata nella premessa della presente prima parte dell’articolo, ed in Albinismo_2 Fig. 16, verrà poi proposta come ulteriore e terza nuova specie Marginella galindoi Mattavelli, 2021, molto simile ad una M. glabella nana quasi leucistica, ma residuante una colorazione beige sabbia rossastra (del Sahara) quasi uniforme e con conchiglia dotata di caratteristiche morfologiche proprie, appunto di una “specie” diversa, direi pur sempre albineggiante, ma non propriamente albina.

 

Attenzione che con queste nuove 3 specie albineggianti non nego il fenomeno del possibile vero albinismo o leucismo delle già note specie “glabella, irrorata etc.”, in alcune loro rare forme.

Semplicemente ammetto che, accanto a veri ma rari possibili esemplari di forme “albine” delle già note specie Complex, esistano comuni ed abbondanti popolazioni di probabili “pseudo albini”, cioè vere nuove specie esclusivamente leucistiche, soprattutto “albida” e “tizianica”, i cui comuni esemplari credo siano indistinguibili dai rari possibili veri “albini” di “glabella, irrorata etc.”. Infatti il numero di esemplari delle popolazioni del Complex tutte biancheggianti a me noto è elevatissimo, mentre per me l’albinismo ed il leucismo sono fenomeni rari ed individuali.

Nel caso di “albida” ritengo che forme di “glabella” leucistiche si siano ormai separate dalla specie originale, per formare popolazioni tutte biancheggianti, cioè la specie “albida”, la quale specie però possa ancora interagire con altre specie del Complex, compreso “glabella”, formando eventuali nuovi kleptons in evoluzione. Idem per “tizianica” nuova specie attuale, che potrebbe formare kleptons anche con l’originale “irrorata”.

Per finire non escluderei la possibilità di esistenza di un confondibile klepton “albida” X “tizianica”, probabilmente ricollegabile a una simil “visayae “ in forma proprio albina o leucistica, tutto però da dimostrare biologicamente.

Infatti al momento non mi pare che esistano “visayae” proprio albine, vedere in Albinismo_2 la Fig. 14.

Ho qualche dubbio anche per “galindoi” intendibile come nuova specie attuale, per la quale gli esemplari a me noti sono pochi come numero, anche se ora li ritengo non rari, dopo aver visto il sito iNaturalist (ove tuttavia gli esemplari sono chiamati tutti “glabella”).

 

Discussione per le più simil-irrorata.

Nel caso di piccoli esemplari tutti sbiancati sotto i 30 mm, o poco più di lunghezza, senza considerare quelli riconducibili a “glabella”, “albida” e “visayae”, esiste soprattutto una possibile ambiguità di identificazione tra le più simil-irrorata, cioè tra le seguenti 4 forme di specie (alcune forse identiche), oppure si tratta di 3 o 4 specie diverse, tutte biancheggianti.

In sostanza ci sono 2 alternative di denominazioni tassonomiche della Foto 3 (varietà leucistica della nota perlopiù colorita“irrorata”, oppure nuova diversa specie “tizianica”, solo ipotizzata tale).

 

1.        Marginella irrorata Menke 1828, varietà leucistica (Foto 3, con interpretazione tradizionale delle forme leucistiche dei molluschi, prima alternativa) = caso di soltanto forma “albina” di specie nota.

2.        Marginella mattavellii Cossignani 2021 tipica, conchiglia sempre bianco quasi candido (Foto 4) = caso di specie diversa, non vera albina.

3.        Marginella tizianica Mattavelli 2021 tipica, conchiglia bianco paglierino-panna (Foto 3, però vista in seconda alternativa, a quella tradizionale delle forme leucistiche) = caso di specie diversa, non vera albina.

4.        Marginella velai Galindo & Cossignani 2020, Foto 5, endemica del Marocco-West Sahara, forma leucistica. Caso di soltanto forma “albina”, o meglio leucistica, della nota specie “velai”.

 

Riepilogando, accettando comunque vere le specificità dei punti 2 & 4, tra il punto 1 ed il 3 occorre scegliere solo l’alternativa tassonomicamente valida per la maggioranza degli esemplari della popolazione leucistica del West Sahara riassunta nella Foto 3, lasciando ferma la possibilità che esista anche qualche raro esemplare proprio alboleucistico, come forma di “irrorata” (punto 1).

 

Propugnando io la validità specifica del punto 3, occorre considerare come nuova specie Marginella tizianica, qualora non si ritengano biologicamente identiche le Foto 3 (“irrorata leucistica”) & Foto 4 (“mattavellii”), inoltre qualora si ritenga biologicamente indipendente la maggioranza della popolazione sbiancata del West Sahara (Foto 3), tranne qualche raro esemplare proprio albileucistico di “irrorata”, non fotografato, ma assai simile all’esemplare della Foto 3. Immaginate un esemplare vero albino di “irrorata” tutto più biancheggiante di quello della Foto 3, anche senza arrivare al candore della Foto 4 (“mattavellii”) e senza immaginare possibili ibridazioni, magari klepton, che complicherebbero ulteriormente la logica di queste considerazioni.

La confondibilità morfologica di questi esemplari purtroppo è alta e non permette una classificazione certa, tuttavia considerare che l’esemplare della Foto 3 è del West Sahara, mentre quello della Foto 4 è del Sud Senegal, due località abbastanza lontane, da far pensare comunque a 2 sottospecie geografiche, qualora al contrario si pensasse (per me erroneamente) che gli esemplari delle Foto 3 & Foto 4 appartengano entrambi all’unica sola stessa specie “irrorata”, oppure in alternativa logica alla specie “mattavellii”.

 

Tenere anche presente che nel West-Sahara si trova pure la specie “velai”, la cui varietà sbiancata (Foto 5) è anche confondibile con piccoli esemplari di “albida”, e/o “glabella”, oltre che confondibile con la specie “irrorata” alboleucistica, e/o alias specie “tizianica” e/oppure anche specie “mattavellii”, in diverse popolazioni che siano effettivamente tutte ritenute, o non ritenute, specie distinte dal lettore. Alcune popolazioni infatti possono essere ritenute solo varietà dell’una o dell’altra specie.

Si potrebbe pensare che, come appaiono “albida” per “glabella” e “mattavellii” per “irrorata”, pensare che l’analoga corrispondente biancheggiante per “velai” possa essere proprio “tizianica” nuova specie, tuttavia occorre pure considerare che esiste Marginella (kl.?) visayae (Foto 6, Fig. 13 e 14 in Albinismo_2), la quale “visayae”, pur apparentemente senza forme alboleucistiche, potrebbe scombussolare ogni interpretazione sistematica dei vari esemplari apparenti “albini” del Complex analizzato.

 

Flavio Mattavelli

matta.a@tiscali.it - scritto 09/06/2021, update 04/12/2021. Aggiunto 2 tavole sinottiche pdf delle forme non albineggianti 2024 e poi una terza tavola pdf. delle forme albineggianti dei rami magici del Marginella glabella Complex.  Articolo modificato gennaio 2025, suddiviso in 2 parti: capopagina prima parte e link ad Albinismo_2.

 

Home ed Indice generale del sito, nonché Elenco generale mirror, per totale 58 pagine, raggruppate in 4 Sezioni, ognuna con singole Home pages sezionali:

1.        Macchine (9 pag., inerenti alcune macchine costruite nella Ditta Cavalleri Mattavelli Sas.).

2.        Aeromodellismo (20 pag., aerodinamica amatoriale per modelli canard e soprattutto tuttala di cartoncino, a volo libero).

3.        Gorgonzola. (4 pag., sulle origini della città e del formaggio, miscellanea inerenti "La mia Gorgonzola dopo il 1990”).

4.        Conchiglie (24 pag., limitatamente al Marginella glabella Complex e similari).

 

Per la Sezione Conchiglie notare le novità 2021 di 4 pagine interattive:

·       Capopagina del presente studio, inerente i morfi “albini” del Complex di M. glabella & irrorata, con l’introduzione delle 2 nuove specie “albida” (Foto 2) e “tizianica” (Foto 3)

·       Seconda pagina del presente studio, inerente “albini” anche non del suddetto Complex, con l’introduzione della nuova specie “galindoi” (Fig. 16).

·       Revisione morfologica di Marginella glabella (Linneo, 1758/1767).

·       Marginella (kl.?) visayae Mattavelli, 2021.

 

 Notare anche le più recenti 2 pagine:

o   Un salto nei retini conchigliari “ghepardici” (2022/2023)

o   Marginella sebastiani nelle sue 5 varietà principali (2022/2023).